Quando perdiamo il diritto di essere diversi, perdiamo il privilegio di essere liberi.


- Charles Evans Hughes

Il termine TIC (Tecnologie per l'Informazione e la Comunicazione) è un’espressione utilizzata, nel senso più generale, per descrivere l’area di attività tecnologiche legate agli strumenti che consentono di comunicare o diffondere informazioni e notizie.

Le tecnologie hanno fatto il loro ingresso nella scuola italiana, e il loro avvento è stato accolto con grandi aspettative.

Ma le nuove tecnologie cambiano o no il modo di fare scuola? L'esempio della LIM è abbastanza chiaro: una lavagna interattiva non garantisce una lezione interattiva.

L’interattività didattica consiste nel far interagire continuamente quello che l’insegnate dice, mostra e, soprattutto, chiede, con quello che gli studenti pensano, capiscono, hanno la possibilità di rispondere e di domandare.

È imbarazzante costatare che è possibile fare lezioni interattive con la lavagna tradizionale e lezioni non interattive con la lavagna interattiva.

E allora cosa se ne deve concludere...che le nuove tecnologie non servono a niente? Certamente no!

Esse sono potenzialmente rivoluzionarie perché possono rafforzare enormemente i modelli più avanzati di didattica. Ma non lo fanno gratis. Non c’è bisogno di meno, ma di molto più studio e di ricerca sui metodi, sui linguaggi, sui saperi.


Le finalità delle TIC nella scuola


Le finalità formative delle TIC nella scuola possono essere sintetizzate nei seguenti punti:


- sostenere l’alfabetizzazione informatica guidando lo studente verso un utilizzo consapevole delle tecnologie;

- facilitare il processo di insegnamento-apprendimento (sostegno alla didattica curricolare tradizionale);

- fornire nuovi strumenti a supporto dell’attività professionale del docente (ad esempio introducendo nuove modalità organizzative e comunicative interne ed esterne alla scuola);

- promuovere situazioni collaborative di lavoro e di studio;

- costituire uno degli ambienti di sviluppo culturale del cittadino.

Tutto questo mal si concilia con l’idea di “disciplina”, è quindi evidente che la qualificazione d‘uso delle TIC non deve restare confinata all'interno di uno specifico ambito disciplinare, ma deve diventare pratica sempre più diffusa, capace di coinvolgere il complesso delle attività didattiche e non che si svolgono all'interno dell‘istituzione scolastica. Una opzione strategica che colloca la competenza digitale, con la descrizione delle relative competenze specifiche, non tra gli ambiti e le discipline ma in uno spazio autonomo e trasversale. Gli alunni dovranno avere l’opportunità di sviluppare l’approccio alle TIC in tutte le discipline scolastiche per maturare sempre più la loro competenza digitale.


PUNTI DI FORZA

Le TIC, se usate in modo appropriato, possono:

- migliorare l’apprendimento, la motivazione e le prestazioni degli studenti;

- sviluppare le diverse intelligenze e i relativi linguaggi promuovendo un apprendimento di tipo individualizzato;

- aiutare gli studenti a trovare, esplorare, analizzare, interpretare, valutare, condividere, presentare l’informazione in modo responsabile, creativo e con senso critico;

- rendere gli studenti protagonisti nei processi di costruzione della conoscenza;

- fornire al cittadino le competenze necessarie per una cittadinanza attiva e consapevole.


PUNTI DI DEBOLEZZA

  • Maggiori difficoltà incontrate nell’uso delle TIC nella didattica con studenti con disabilità/BES.

Gli insegnanti sostengono di incontrare difficoltà nell’utilizzo delle TIC, nella gestione dei seguenti aspetti:

  • aspetti strumentali : l’accesso al computer o del laboratorio spesso è difficile; la scuola non dispone di supporti informatici sufficienti dedicati al sostegno (software specifici, pc, stampanti, etc.), in rapporto al numero degli iscritti;

  • gestione della distraibilità: non è sempre facile focalizzare l’attenzione dei ragazzi sulle attività di apprendimento al computer in quanto i ragazzi si fanno spesso distrarre dalla modalità con cui si presentano i contenuti, dall'uso della rete che può portare ad un’assunzione troppo frettolosa dei contenuti di studio, dal fatto di considerare il pc come uno strumento di gioco e non di studio;

  • valutazione dell’efficacia: non è sempre facile scegliere con sicurezza il programma idoneo alle diverse esigenze, peculiarità, caratteristiche dell’alunno, e alle finalità didattiche; può essere difficile valutarne l’efficacia dal punto di vista dell’apprendimento;

  • gestione dei tempi: il tempo impiegato nella preparazione dei materiali e nella spiegazione dell’utilizzo dello strumento all’alunno, è spesso molto alto.