Il genere Leptothrix include batteri filamentosi che prosperano in ambienti acquatici dolci, specialmente quelli ricchi di ferro, con pH neutro o leggermente acido e scarse concentrazioni di materia organica. Il loro nome, "filamento sottile" in greco, descrive perfettamente la loro forma. Una delle loro peculiarità è la capacità di produrre guaine extracellulari di polisaccaridi, che si mineralizzano con ossidi di ferro e manganese, dando loro un aspetto rugginoso e fornendo una struttura per biofilm. Questi batteri sono ossidatori del ferro (FeOB), in grado di convertire il ferro ferroso (Fe²⁺) in ferrico (Fe³⁺) e il manganese (Mn²⁺) in ossidato (Mn⁴⁺) per ottenere energia, causando la precipitazione di questi ossidi nelle guaine. Alcune specie, come Leptothrix ochracea (che vediamo in foto), mostrano mixotrofia, potendo vivere sia come chemiolitotrofi, ossidando il ferro, sia come eterotrofi, utilizzando composti organici, e persino fissando CO₂ in modo autotrofo. Grazie a questa versatilità, si adattano a nicchie ricche sia di ferro che di carbonio organico, giocando un ruolo cruciale nel ciclo del ferro e del manganese negli ecosistemi acquatici e influenzando la chimica dell'acqua attraverso la formazione di tappeti microbici.
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Anche lungo il torrente Menta è possibile, in alcuni anfratti caratterizzati da stillicidio continuo, ritrovare abbondanti le fioriture di ferrobatteri. Alla vista si presentano come un massa "fangosa" di colore rugginoso per poi rivelarsi, solo microscopicamente, come batteri filiformi. Qualche viandante può essere sorpreso da questi rivoli rossastri e potrebbe scambiarli per qualcosa di poco piacevole. La nostra montagna è piena di segreti e alcuni di questi non si possono vedere direttamente, ma solo intuire. Vi consiglio, quando camminate, di portarvi sempre un piccolo contenitore in modo tale da prelevare quello che vi può apparire più strano, sarò felice di dare un'occhiata ai vostri campioni. Ci potrebbero essere belle sorprese.
ps: anche nel libro Guida alla Flora dell'Aspromonte del prof. Giovanni Spampinato, che non può mancare nella libreria di ogni frequentatore della montagna, a pagina 63, proprio nell’illustrare una piantina di capelvenere, viene fotografata una fioritura di ferrobatteri.
fig. 1 Torrente Menta
fig. 2 Torrente San Vincenzo
fig. 3 Torrente San Vincenzo
fig. 4 Bosco di Rudina
figg. 5-6
fig. 7
fig. 8
fig. 9
fig. 10
fig. 11 tratto da Guida alla Flora dell'Aspromonte del prof. Giovanni Spampinato
fig. 12 Loc. Vill. De Leo
fig. 13 Loc. Vill. De Leo
fig. 14 Bosco di Rudina
fig. 15 Bosco di Rudina
fig. 16 Bosco di Rudina
fig. 17 Bosco di Rudina
fig. 18 Bosco di Rudina
fig. 19 Piani dello Zillastro
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