I protozoi ameboidi, tradizionalmente classificati nel subphylum Sarcodini, sono organismi le cui forme adulte possiedono estensioni del corpo fluttuanti chiamate pseudopodi. A questo gruppo appartengono le amebe, insieme a numerosi taxa marini, d'acqua dolce o terrestri. Gli pseudopodi sono utilizzati per catturare il cibo e, nei gruppi bentonici (che vivono sul fondo), anche per la locomozione. Sebbene la forma ameboide possa rappresentare una condizione ancestrale, nella maggior parte delle specie è probabilmente una caratteristica secondaria, derivata dalla perdita dei flagelli.
I protozoi ameboidi sono privi di simmetria o hanno una simmetria radiale. Possiedono pochi organelli, il che li rende potenzialmente i protozoi più semplici sotto questo aspetto. Tuttavia, le loro strutture scheletriche, quando presenti, possono essere complesse e belle.
Esistono quattro gruppi principali di protozoi ameboidi: le amebe, i foraminiferi, gli eliozoi e i radiolari.
Forma e struttura delle amebe
Le amebe si distinguono in due tipi principali:
Amebe nude: non possiedono un guscio o una teca e includono i generi Amoeba e Pelomyxa. Vivono in mare, in acqua dolce e nelle pellicole d'acqua che circondano le particelle di suolo. Le loro forme sono caratteristiche ma in continuo mutamento, e alcune forme giganti possono raggiungere diversi millimetri di lunghezza. Il loro citoplasma è diviso in un ectoplasma esterno limpido e denso, e un endoplasma interno più fluido.
Amebe tecate: sono racchiuse in un guscio o teca e si trovano prevalentemente in acqua dolce, suolo umido e muschio. La teca può avere una simmetria radiale o bilaterale ed è o secreta dal citoplasma (in questo caso è organica) o composta da materiali inglobati in una matrice cementante. L'ameba aderisce alla parete interna della teca e spinge fuori i suoi pseudopodi attraverso un'ampia apertura.
Tipi di pseudopodi
Gli pseudopodi possono essere di due tipi:
Lobopodi: tipici di molte amebe, sono piuttosto grandi, con estremità arrotondate o tozze, e sono formati sia dall'ecto- che dall'endoplasma;
Filopodi: presenti in molte amebe più piccole, sono sottili, limpidi e a volte ramificati.
Poiché lobopodi, filopodi e pseudopodi reticolari sono variazioni dello stesso tipo di appendice, i protozoi ameboidi che li possiedono sono chiamati rizopodi, che significa "piedi a forma di radici".
ref: 1) Zoologia degli invertebrati, Ruppert & Barnes. Piccin; 2) https://arcella.nl/
fig.1 Nebela Kosakyan et al., 2016
fig.2 Dactylosphaerium Hertwig & Lesser, 1874
fig.3 Galeripora Ehrenberg, 1832
fig.4 Trinema Łuców et al., 2024
fig.5 Galeripora Ehrenberg, 1832
fig.6 Vahlkampfia Chatton & Lalung-Bonnaire, 1912
fig.7 Metachaos Schaeffer, 1926
fig.8 Nebela Kosakyan et al., 2016
fig.9 Centropyxis Stein, 1857
fig.10 Trichamoeba Fromentel, 1874
fig.11 Rhizamoeba Smirnov et al., 2016
fig.12 Centropyxis Stein, 1857
fig.14 Quadrulella Kosakyan et al. 2016
fig.15 Quadrulella Kosakyan et al. 2016
fig.16 Polychaos Schaeffer, 1926
fig.17 Thecamoeba Fromentel, 1874
fig.18 Thecamoeba Fromentel, 1874
fig.19 Thecamoeba Fromentel, 1874
fig.20 Thecamoeba Fromentel, 1874
fig.21 Thecamoeba Fromentel, 1874
fig.22 Polychaos sp. si ciba di un desmide del genere Cosmarium sp.
fig.23 Thecamoeba Fromentel, 1874
fig.24 Il guscio vuoto di Galeripora sp. al cui interno si alloggiano cianobatteri del genere oscillatoria.
fig.25 Il guscio vuoto di Galeripora sp. al cui interno si alloggiano cianobatteri del genere oscillatoria.
fig.26
fig.27 Centropyxiella Valkanov, 1970
fig.28 Quadrulella Kosakyan et al. 2016
fig.29 Hyalosphenia (Stein, 1857) Schulze 1877
fig.30 Centropyxiella Valkanov, 1970
fig.31
fig.32 Cryptodifflugia Penard, 1890
fig.33
fig.34 Quadrulella Cockerell 1909
fig.35 Quadrulella Cockerell 1909
fig.36 Difflugia Leclerc, 1815
fig.37Centropyxiella Valkanov, 1970
fig.38 Cryptodifflugia (?) Penard, 1890
fig.39 Gibbocarina galeata Penard, 1890
fig.40 Difflugia Leclerc, 1815
fig.41
fig.42 Quadrulella Cockerell 1909
fig.43 Frammento di Quadrulella Cockerell 1909
fig.44 Frammento Centropyxiella Valkanov, 1970
fig.45 Difflugia Leclerc, 1815
fig.46 Metachaos Schaeffer, 1926
fig.47 Thecamoeba si ciba di un desmide
fig.47 Thecamoeba si ciba di un cianobatterio
fig. 48 Lesquereusia Schlumberger (1845)
fig. 49 Lesquereusia Schlumberger (1845)
fig.50 Metachaos Schaeffer, 1926
fig.51 Scissione di Euglypha Dujardin, 1841
vid. 1
vid. 2
Eliozoi
I protozoi sferici detti eliozoi sono presenti nei corpi d'acqua, per lo più lentica, dove si possono rinvenire galleggiando oppure più comunemente sul fondo tra i detriti. Le specie che abitano il fondo sono dotate di un peduncolo che li ancora ai detriti. I loro pseudopodi, fini come aghi, sono detto assopodi e si irradiano dalla superficie del corpo. Ogni assopodio contiene un bastoncello assiale centrale. Il corpo degli eliozoi consta di una sfera ectoplasmatica esterna definita cortex, sovente molto vacuolata, e di una parte interna definita medulla composta da endoplasma molto denso che contiene i nuclei dei bastoncelli assiali. I lungi assopodi servono all'animale per alimentarsi, infatti ogni bastoncello contiene degli enzimi emessi che a contatto con la preda la paralizzano iniziando la digestione già durante la cattura.
ref: 1) Zoologia degli invertebrati, M. La Greca. UTET; 2) https://arcella.nl/
fig.1 Heliozoa Haeckel 1866
fig.2 Heliozoa Haeckel 1866
fig.3 Myriophrys Haeckel, 1866
fig.4 Myriophrys Haeckel, 1866
fig.5 Heliozoa Haeckel 1866
fig.6 Heliozoa Haeckel 1866
fig.7 Acanthocystis Carter, 1863
fig.8 Acanthocystis Carter, 1863
fig.9 Heliozoa che ha catturato e si sta cibando di un rotifero.
fig.10 Acanthocystis Carter, 1863
fig.11 Heliozoa Haeckel 1866
fig.12 Raphidiophrys Archer, 1867
fig.13 Heliozoa Haeckel 1866
fig.14 Acanthocystis Carter, 1863
fig.15 Acanthocystis Carter, 1863
fig.16 Acanthocystis Carter, 1863
fig.17 Heliozoa che ha catturato e si sta cibando di un ciliato.
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