Attacchi di Panico

Attacchi di Panico


Nella cura degli attacchi di panico il paziente svolge un ruolo attivo nella soluzione del proprio problema. Insieme al terapeuta, si concentra sull’apprendimento di modalità di pensiero e di comportamento più funzionali alla cura degli attacchi di panico. Ciò nell’intento di spezzare i circoli viziosi del disturbo.

Per panico e agorafobia, una cura a base di terapia cognitivo comportamentale è altamente raccomandabile e di prima scelta. Sostanzialmente è controindicato affidarsi ai farmaci o ad altre forme di psicoterapia senza intraprendere questa forma di trattamento. L’intera comunità scientifica ha infatti dimostrato essere la più efficace per la cura del disturbo di panico.

Nella terapia si utilizzano strategie verbali volte a modificare i pensieri catastrofici automatici (es., mi verrà un infarto, sverrò, ecc.). Questo fa si che col tempo la persona impari a non aver paura delle sensazioni fisiche di ansia. Non avendone paura, imparando a conviverci semplicemente aspettando che passino, si evita l’escalation di ansia che porta al panico.

Alle strategie verbali si associano tecniche volte a modificare i comportamenti problematici che mantengono il disturbo. In primis occorre contrastare gradualmente la tendenza ad evitare le situazioni temute (cioè quelle da cui non c’è immediata via di fuga). Serve inoltre aiutare il soggetto ad esporsi alle sensazioni fisiche che lo allarmano (es. tachicardia) attraverso esercizi in seduta e la ripresa di attività che vengono evitate. Ad esempio, si accompagna il paziente in un percorso in cui prendere un caffè, salire le scale di corsa, praticare sport, ecc., devono tornare a far parte della sua vita. Infine è necessario abbandonare gradualmente i cosiddetti “comportamenti protettivi”, che danno illusoria sicurezza. Prima di tutto il farsi accompagnare da altri, ma anche il portarsi dietro le gocce di ansiolitico, la bottiglietta d’acqua o il cellulare.

Infine possono essere utili tecniche di rilassamento e sopratutto strategie che aumentino la capacità del soggetto di accettare le emozioni negative.

Prima di tutto occorre recuperare la libertà di muoversi in autonomia e ottenere un senso di padronanza sul fenomeno panicoso. Poi la terapia può procedere lavorando su elementi storici che hanno reso vulnerabile il soggetto. Sono quindi importanti la ricostruzione della storia di vita, dei legami significativi, delle relazioni sentimentali e sociali. Vengono presi in esame eventuali traumi, compresa la prima esperienza di un attacco di panico.