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Passi scelti
1.
Historia dell'origine di tutte le religioni - Polo Morigia - 1581
(p.194)
Dei Preti Regolari detti i Gesuiti
Cap. LXXVII
Non voglio mancare che ora non vi dica qualcosa dei preti gesuiti, e io che non solo voi, ma molti
altri saranno contenti di saperlo, e volendo io immaginare di loro, bisogna che io dica prima chi fu il
suo fondatore, e cosicché sappiate chi fosse, vi faccio certa, che egli fu Ignazio da Loyola nobile
spagnolo. Perciò che il padre di lui, che fu Beltramo era Signore legittimo di Loyola, e fu quello che
illustrò la famiglia Loyola. Parimente sua madre fu nobilissima e si chiamava Marina di Sone.
Questo luogo è in quella parte della Spagna detta Cantabria, che noi italiani chiamiamo la Provenza
di Spagna. La madre di lui partorito cinque fanciulle e otto maschi, dei quali l'ultimo del suo felice
parto fra Ignazio, il quale passato che ebbe l'età fanciullesca fu mandato dai suoi genitori nella
Regia corte dell'immortale Ferdinando vero Cattolico Re di Spagna, e qui esercitandosi nel
maneggiare le armi, attendeva tuttavia ad acquistarsi onore e gloria, e non essere meno degli altri
suoi fratelli, e altri gentiluomini. Occurse poi che andando egli una volta alla guerra della città di
Pompeiopoli, la quale è capo del Regno di Navarro, fu percosso da una palla di bombarda, nella
gamba destra, e nella sinistra da una pietra caduta dalla muraglia, il quale fu fatto prigioniero da
Francesi, E dopo liberato si fece portare alla sua patria, e sempre dimostrò in questa così grave
infermità un animo intrepido, gravando sia il male, e da medici si dubitava il suo fine, si confessò, e
armandosi dei santissimi sacramenti della Cattolica Chiesa. Non passo molto che miracolosamente
come fu tenuto per l'intercessione dei santi apostoli Pietro e Paolo, fu dalla morte liberato. Il che
prima standosene a letto non leggeva se nonna libri profani, gli furono poi i dati da un suo familiare
dei libri spirituali in lingua spagnola, l'uno conteneva, l'uno conteneva la vita del nostro Signor
Gesù Cristo, l'altro la vita santi. Laonde leggendo assiduamente questi libri, operando lo Spirito
Santo, cominciò a combattere contro dei propri sensi e avvincere se medesimo. Non passó molto che terminò di
andare a visitare Terrasanta, e si partì da casa sua andandosene a Monserrato, dove vi è quel
glorioso tempio della Santissima madre di Dio tanto nominato non solo nella Spagna, ma ancora per
tutta la cristianità, dove stanno i monaci di San Benedetto e qui confessandosi Ignazio di tutti i suoi
peccati, E raccomandandosi con quella maggior di vocazione che più può alla Santissima vergine
Maria, depose i suoi vestimenti e vestitosi di un vestimento di sacco, cingendosi di una fune, senza
niente in capo, e scalzo di una gamba rispetto all'altra, che teneva fasciata per non essere ancora
guarito. Cominciò poi a digiunare e darsi all'orazione, e ad altre opere di pietà, mendicando il vivere
di porta in porta. Navigò poi a Gerusalemme e visitò tutti quei devoti luoghi, ebbe molte visioni
divine, patì molte persecuzioni e disagi. Gli piacque poi di ritornare in Spagna e comincio a dare
opera alle lettere nella città di Barcellona, il che non passo molto che divenne sufficientemente
dotto e faceva e di molte opere ad aumento del colto di Dio, E della Santa fede, e aveva adunati
molti discepoli al dispregio del mondo. Divenne il pensiero di abbandonare la Spagna e andarsene
nella Francia dell'anno 1528 giunse a Parigi nel mese di febbraio e cominciò a dare opera agli studi
della filosofia, e poi della teologia, il ché patì molti disagi per essere egli povero e mendicava il
vivere. Non resterò di dirvi che era nell'età dei 35 anni quando si diede alla teologia, laonde a
Parigi faceva molto frutto esortando i secolari a confessarsi e comunicarsi spesso E attendere le
feste alle cose di Dio, il quale ebbe con se sei compagni e tre che di già aveva in Spagna, dei quali
Pietro Fabbro, Salmereone, Simon Roderico, Nicolò Bobbadilla, e Alfonso Salmerone erano i primi
dei quasi cinque erano Spagnoli, due Francesi, e altri due Savoglini, e di questi ve ne erano tre
Sacerdoti. Laonde l'anno 1537 vennero nella nostra Italia, e giunsero in Venezia alle 8 di Gennaio e
qui stettero alquanto tempo, e a mezza Quaresima andarono a Roma. Non vi starò a dire il gran
frutto che fece Ignazio con i suoi compagni, non solo in Spagna, Francia, Venezia, e altrove,
neanche le persecuzioni che egli patì, né come fu ordinato Sacerdote, e i suoi compagni: ben vi dirò
come avvicinandosi a Roma entrò in un Tempio abbandonato, e datosi solo all'orazione vide una
bella visione di Gesù Cristo, il quale gli disse. Ego inquit, vobis Romae propitius ero. Da questa
visione ( trattandosi fra essi loro come vanno nominare la congregazione) terminò Ignazio di
chiamarla Ignazio di Loyola, ma la società di Gesù Cristo e però Gesuiti vengono detti. Fermatosi in
Roma alquanto tempo, e essendo già noti al gran Pontefice Paolo Terzo, e molti Prelati e popoli, il
Pontefice li trattenne in Roma, perciocché l'animo loro era di fare il passaggio di Terra Santa e
predicare a quei popoli la fede di Cristo. Fermatosi adunque, non passò troppo che molti tratti dal
buon odore di questi Religiosi, si fecero di questa congregazione, onde veduto che la cosa
aumentava, cominciarono a trattare della approvazione dell'ordine, e l'anno della venuta del nostro
Redentore in carne umana 1540 il 28 di Ottobre, Paolo Terzo Farnesio sommo Pontefice gliela
confermò, e di già vi erano state molte opposizioni. Ottenuti che ebbero dalla Sedia Apostolica la
conferma del suo ordine, si diedero più sicuramente a predicare sui Pergami l'Evagelio, e a
dichiarare le Epistole di San Paolo, E a tenere pubbliche scuole per ammaestrare nelle lettere, e
buoni costumi i giovani, oltreché ancora tengono a dozzina molti figliuoli dei cittadini tanto il mese,
per ammaestrarli e fargli le spese. Laonde fu poi fatto Ignazio Preposito Generale, apparendo a tutti
che egli fosse il più meritevole di quel grado, e terminò la festa Feria più prossima all'io. Calende di
maggio d'andare con la sua compagnia a visitare le sette chiese di Roma. Pervenuti che furono alla
gran chiesa di San Paolo, confessatosi l'uno l'altro fecero tutti la sua processione, cominciato da
Ignazio il primo, il quale avendo detto la Chiesa di San Paolo, confessatosi l'un l'altro fecero tutti la
sua processione, cominciando prima da Ignazio, il quale avendo detto la Messa, quando si volse
comunicare da una mano teneva la catena con il corpo del nostro signore Gesù Cristo, Dall'altra la
forma delle parole della professione, il che voltandosi a tutti pronuncia con Chiara voce le parole
dei suoi voti in lingua Latina dicendo: io Ignazio di Loyola prometto all'onnipotente Iddio e al
sommo Pontefice suo vicario in terra, in presenza della sua vergine madre, e tutta la corte celestiale,
e in presenza della compagnia, perpetua povertà, castità e obbedienza, secondo la forma del vivere
dichiarato nella bolla della società del nostro signore Gesù Cristo, e le sue costituzioni dichiarata in
essa bolla, e che si dichiareranno: E ancora prometto ubbidienza al sommo pontefice circa l'esser
mandato, si contiene nella bolla, e ancora prometto di avere cura che i fanciulli siano ammaestrati
negli ammaestramenti della fede, secondo quella bolla, e costituzioni. Il che tutti gli altri con questa
maniera di parole fecero la loro però flessione, fuori che mutarono alcune parole immutabili: e poi
ricevettero la Santissima comunione. Non posso tre anni che il medesimo pontefice vedendo che
questa congregazione cresceva mirabilmente di nuovo la confirmò, e ciò fu l'anno 1543 il 14 Marzo,
l'anno del Giubileo 1550.
[...] E finalmente è stata confermata nel sacro Concilio Tridentino, come si ha nella
ventesimaquinta sessione, al capitolo decimo sesto. Altro non mi occorre a dire di questa Società
per essere per se stessa chiara, e nota oramai (per così dire) a tutto il mondo, e chi desidera di sapere
la vita di Ignazio suo primo fondatore, e delle egregie opere che gli fece, e di molti altri uomini
riguardevoli di questa Società, legga l'opera del Reverendo Don Pietro Ribadeneira de la medesima
Società, intitolata, Vita Ignatij Loyolae, societatis Iesu fondatoris.
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