La cera è la sostanza grassa che le api operaie, ad un’età compresa tra i 10 e i 18 giorni, secernono da ghiandole situate tra gli anelli dell’addome. A contatto con l’aria le goccioline solidificano e le api le modellano per costruire il favo e chiudere le celle una volta riempite di miele o di giovani larve. Durante la lavorazione la cera, inizialmente bianca, a contatto con polline e propoli assume il colore giallo con sfumature variabili dal giallo al marrone.
La cera più pura, di colore più chiaro, è quella ottenuta dalla fusione degli opercoli.
La cera è composta da una miscela di oltre 300 sostanze organiche, al tatto è untuosa, spezzandola presenta una struttura granulosa e impastandola, con il calore della mano, assume una consistenza plastica. Ha un punto di fusione tra i 61 e i 66 gradi. In acqua galleggia.
Prima della diffusione della paraffina, della plastica e delle cere sintetiche la cera d’api veniva utilizzata per l’illuminazione, per la scultura, la scrittura, la pittura, nelle pratiche religiose e nella medicina. Oggi viene utilizzata in campo cosmetico e farmaceutico, ma per la maggior parte degli impieghi la cera d’api è stata soppiantata da sostanze più economiche e viene generalmente riutilizzata dall'apicoltore per la costruzione dei fogli cerei su cui le api andranno a costruire le cellette del favo. Resiste tuttavia una produzione limitata di candele ed oggetti ornamentali. Se vi capita di trovarne, magari girando per i mercatini, vi consiglio di acquistarne almeno un pezzo da tenere sulla scrivania… rilascia un leggero profumo, dolce, molto piacevole e mai invadente.
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