...all'inizio di questa mia avventura, un vecchio apicoltore mi disse che dovevo usare un po' di fumo se volevo calmare le api e fare dunque tutte quelle operazioni di tecnica apistica, all'interno dell'alveare che in gergo viene detta "visita". Se poi per fare fumo dentro all'affumicatore oltre al combustibile ci si mette a bruciare anche un po' di cera, meglio ancora della propoli grezza, le api si sarebbero calmate di più . Tutto questo al momento mi parve strano; ma lo feci. I risultati furono brillanti, anzi col tempo imparai a non bruciare il cartone come di solito si fa dato che è il combustibile di più facilmente reperimento. Nel cartone non è presente solo cellulosa , ma anche colle, inchiostri e/o altro, Per cui il fumo brucia agli occhi, meglio usare iuta o paglia, più "sane" e non irritano gli occhi. Col fumo le api non mi attaccavano più, quasi non ci fossi. Strano, ma se gli insegnamenti della pratica apistica erano questi, e con questi si raggiungevano gli obbiettivi fissati... perché non fare fumo? Facciamolo. Il dubbio però rimase. Pensa e ripensa , forse con l'aiuto di qualche vocina, arrivai al dunque. "...col fumo le api non si calmano, anzi si agitano ancor di più". ...ma allora perché non pungono. Presto detto. Partiamo da un esempio. Se la tua casa va a fuoco, cosa fai? Chiamo i pompieri, ma nel frattempo cerco di salvare le cose più importanti e preziose. Le api fanno la stessa cosa. Sentono il fumo, l'odore della cera e della propoli che brucia per cui pensano che l'alveare stia andando a fuoco, quindi, allora, anche loro cercano di salvare la cosa più preziosa e cioè il miele.
Si tuffano tutte a succhiare quanto più miele possono per poi scappare. Così facendo non badano più all'apicoltore che si è intrufolato in casa loro. In poche parole, l'apicoltore, con qualche nuvola di fumo, non calma affatto le api , ma le imbroglia simulando un incendio.