Italia, Europa, Mondo

di Alessandro Maria Leone, Leonardo Tonelli, Flavio Citro, Lorenzo Fazioli, Giacomo Gherardi e Luca Marchetti

COVID-19 IN ITALIA

In questo ultimo periodo l’Italia sta attraversando una grave crisi sanitaria a causa del Covid-19 che ha provocato anche una perdita economica senza precedenti. Molti economisti prevedono un calo del 15% del Pil nazionale. Esso ha causato anche un tasso di disoccupazione altissimo, solo nella regione del Veneto sono rimaste senza lavoro 50 mila persone, ma la situazione in Italia è pressoché simile. In una intervista a ”il messaggero”, l’associazione Coldiretti ha dichiarato che da inizio “lockdown” sono saliti di oltre un milione i nuovi poveri che hanno bisogno di aiuto per portare a tavola il cibo necessario al sostentamento della famiglia.

Settori economici con perfomance peggiori

Settori economici con performance migliori

COVID-19 IN EUROPA

Il numero dei morti di coronavirus in Spagna è preoccupante. Per l'emergenza del coronavirus, il municipio di Pamplona ha deciso di sospendere la celebrazione delle tradizionali feste di San Firmino, anche se non ha escluso di poter tonare sulla decisione "a seconda di come evolveranno gli avvenimenti", come si legge nel comunicato. "Ad oggi sembra tuttavia difficile che possano svolgersi quest'anno". E' la prima volta in due secoli che i "Sanfermines" - caratterizzati dai tipici "encierros", le corse dei tori nelle strade, e le corride e con una notevole affluenza turistica anche dall'estero - vengono sospesi a causa di un'epidemia.

I giorni scorsi sembrava portare speranza la riduzione, seppur lieve, dei nuovi decessi ogni 24 ore e dei nuovi contagi. La riduzione c’è stata, ma adesso preoccupa la situazione di stallo: da una settimana i dati sono simili a quelli del giorno precedente, senza che si apprezzi una ulteriore riduzione. Prima invece la riduzione giorno dopo giorno portava ottimismo e speranza.

E’ anche vero che il ministero sta riorganizzando i dati e negli ultimi giorni anche alcune regioni, come la Catalogna, hanno fatto dei cambi nel metodo di conteggio di casi e deceduti. Il Ministero della Salute spagnolo include ora nel conteggio anche positivi asintomatici rilevati dai nuovi test rapidi che da giorni vengono realizzati nel paese. Sanidad avvisa che queste cifre non sono quelle dei casi totali ma solo delle persone positive al coronavirus rilevate.

Le regioni spagnole più colpite

Tra le comunità autonome, quella di Madrid resta la regione più colpita con 52.946 contagi e 7.132 morti

In Catalogna i dati parlano di 39.943 casi confermati di coronavirus e 3.879 morti. Molto colpite anche le due Castiglie: in Castiglia-La Mancia 16.349 casi e 1.913 morti, in Castilla y León 15.293 casi e 1.429 morti (dati del 20/04/2020).

Ormai le proroghe dello stato di emergenza in Spagna e quindi del periodo di confinamento continuano a succedersi ogni due settimane. L’orizzonte temporale finora era il 26 aprile, data fino alla quale era stato prorogato il confinamento nel paese. Era però evidente da giorni che sarebbe stato nuovamente prorogato.

Gran Bretagna, paura per una seconda ondata.

Il principe Filippo rompe il silenzio.

Nel Regno Unito c’è preoccupazione per un nuovo picco e intanto dalla Famiglia Reale arrivano i ringraziamenti per chi lotta contro il virus

Il premier inglese Boris Johnson “è molto preoccupato” per una seconda ondata di Covid 19. Lo riferisce una fonte di Downing Street, per cui sembra che Johnson sia favorevole alla proroga del lockdown.

La decisione in realtà era stata già presa dal ministro degli Esteri Dominic Raab nei giorni scorsi, in supplenza dello stesso Johnson che è ancora convalescente:Boris Johnson è stato infatti l’unico Primo Ministro ad essere stato contagiato dal Coronavirus, che lo ha obbligato a ritirarsi dallo scenario politico nelle ultime settimane. Il premier britannico era risultato positivo lo scorso 26 marzo ed era stato poi ricoverato in ospedale in terapia intensiva. Dimesso dal St. Thomas Hospital, non è tornato subito al lavoro e ora sta dirigendo il Paese indirettamente dalla sua casa di campagna dove sta trascorrendo la convalescenza.

Nel frattempo il principe Filippo, marito della Regina Elisabetta, ringrazia tutti quelli che stanno combattendo contro la pandemia: “Mentre ci avviciniamo alla settimana mondiale dell’immunizzazione, ho voluto riconoscere il lavoro vitale svolto da così tanti per affrontare la pandemia; dagli operatori sanitari, medici, scientifici, alle università e istituti di ricerca, uniti per proteggerci dal Covid 19”.

Il Duca di Edimburgo torna così a parlare dopo 3 anni di silenzio, da quando si era ritirato dalla vita pubblica, nel maggio del 2017. Ma prima di lui a rompere il silenzio è stata Elisabetta II nello storico discorso fatto alla Nazione il 5 aprile scorso: “Quelli che verranno dopo di noi potranno dire che i britannici di questa generazione sono stati forti come ogni altra”. La regina d’Inghilterra ha invocato lo spirito della Seconda Guerra mondiale, l’eroica resistenza degli inglesi, in questo messaggio eccezionale che, nella storia del Regno Unito, è avvenuto solo in altre tre occasioni, nella guerra contro il nazismo, nella guerra del Golfo e alla morte di Diana.

Elisabetta ha da poco compiuto 94 anni, celebrati senza alcun festeggiamento, per la prima volta nella sua lunga vita da Regina.

Coronavirus, Von der Leyen: "Lanciamo piattaforma europea per la condivisione dei dati scientifici"

«La pandemia di coronavirus ci pone di fronte a molte nuove sfide. Per sconfiggere questo virus, abbiamo bisogno di un vaccino, metodi di trattamento migliori e test su larga scala. Per questo, abbiamo bisogno di ricerca. Gli scienziati di tutto il mondo hanno già prodotto una vasta conoscenza del coronavirus. Ma nessun ricercatore, laboratorio o paese può trovare la soluzione da solo. Questo è il motivo per cui vogliamo aiutare gli scienziati ad accedere ai dati e condividerli con gli altri. Attraverso confini, discipline e sistemi sanitari. Pertanto, lanciamo oggi la "piattaforma dati Covid 19 Ue". I ricercatori saranno in grado di archiviare, condividere e analizzare un'ampia varietà di risultati sul coronavirus su questa piattaforma. Entro pochi giorni, prevediamo di caricare migliaia di sequenze di Dna e decine di migliaia di articoli di ricerca». Così la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen.


COVID-19 NEL MONDO

A causa della pandemia da covid-19 gran parte dei paesi industrializzati ha dovuto bloccare la maggioranza delle attività produttive, il cosiddetto lockdown. Ciò ha determinato gravi danni al sistema economico mondiale che avranno effetti per un lungo periodo di tempo. Secondo il FMI-Fondo Monetario Internazionale, questa pandemia creerà la peggior depressione economica dal 1930, con un calo mondiale del PIL-Prodotto Interno Lordo, che è la somma dei beni e dei servizi prodotti dai paesi del mondo, del 3% nel 2020, con una possibile ma incerta leggera crescita nel 2021. Secondo le analisi del FMI nel prossimo biennio la perdita complessiva di PIL globale potrebbe essere di circa 9 mila miliardi di dollari, superiore alla somma delle economie di Giappone e Germania. «È pertanto una crisi veramente globale -sostiene Gita Gopinath, capo economista dell’FMI- poiché nessun paese è risparmiato con impatti «particolarmente forti» per i paesi che dipendono «dal turismo, dai viaggi, dall’ospitalità e dall’intrattenimento» come l’Italia per esempio.

Ingiustizia sociale

Il sistema sanitario privato non salvaguarda il popolo: negli USA solo 2 persone su 5 hanno un’ assicurazione privata, quindi 140 mln di americani non hanno la possibilità di curarsi curare per motivi economici.

Vari paesi del mondo usufruiscono del sistema sanitario privato.

A differenza dell’Italia e di molti dei paesi che fanno parte dell’Unione Europea, negli Stati Uniti è presente il sistema sanitario privato che non rispetta il diritto di essere curato di ogni cittadino. Questo metodo è stato ideato negli anni ’60 dal presidente Lyndon Jhonson, ancora oggi il sistema sanitario americano si basa su quel sistema, i cittadini possono usufruirne solo se ne hanno le possibilità economiche e se dispongono di una copertura assicurativa.

Successivamente venne unificato dall’ Obamacare nel 2010, che a sua volta è suddiviso in: medicaire e il medicaid.

2 sistemi diversi

Medicaid: venne introdotto nel 1965 è una forma di aiuto per coloro che hanno più difficoltà economiche e fornisce un’ assicurazione parziale rispetto al reddito dichiarato.

Il medicaid copre parzialmente spese dentistiche, radiografie, trattamenti in cliniche psichiatriche, esami e controlli a persone al disotto dei ventuno anni, trasporto di urgenza anche in ambulanza, medicine, attrezzature di vario genere come sedie a rotelle ecc. Il medicaid non assicura trattamenti a tutte le persone povere eccezione fatta per le cure di emergenza.

Medicaire: è un altro fattore del sistema sanitario americano, questo sistema copre essenzialmente gli over 65 e i disabili a prescindere dal reddito dichiarato. Il medicaire si suddivide in due parti: la parte A e la parte B, la parte A riguarda l’ assicurazione ospedaliera, quindi copre le spese di emergenza all’ interno degli ospedali. La copertura è vincolata dalle fasce del reddito del paziente.

L’altra, cioè la parte B, riguarda l’assicurazione medica che copre le spese per altri trattamenti medici.

La parte A e la parte B sono dette original medicaire, perché insieme coprono la maggior parte delle esigenze medico-ospedaliere e sono pensate per una copertura sanitaria di base.

Dopo questa introduzione del sistema sanitario parleremo di ciò che sta succedendo in questo periodo di crisi.

Gli Stati Uniti stanno subendo, come tutto il mondo, un periodo di crisi per via della pandemia COVID-19. Il sistema sanitario privato è conveniente al livello economico per lo stato perché le spese per la sanotà sono ridotte, ma l’unico vantaggio che riscontra un cittadino è la velocità dei soccorsi e la scelta del medico e della struttura ospedaliera. Coloro che non hanno le capacità economiche di curarsi si rendono conto dell’ingiustizia che questo sistema presenta nei loro confronti. È anche molto visibile che uno stato che lo utilizza accetta delle distinzioni sociali che fanno rischiare la vita ai meno abbienti.

Efficienza assoluta

La Repubblica Popolare cinese ha debellato il virus

Come ben sappiamo, Cina è stato il primo paese ad essere colpito dal Coronavirus, ma anche il primo ad uscirne. La sua efficienza non è solo dovuta alla modalità di pensiero e alla cultura del popolo cinese, ma anche alla Repubblica Popolare che ne è a capo.

Xi Jinping per combattere il Coronavirus ha usato delle leggi molto restrittive che però hanno permesso al paese di liberarsi dal pericolo nel minor tempo possibile. Oltre a essere stato in grado di combattere il virus senza aver creato una ribellione popolare, il Presidente è anche riuscito a fare un miracolo ingegneristico: è riuscito a far creare un ospedale con circa mille posti letto in 6 giorni.

Con questa emergenza sanitaria si è scoperto che, in uno stato come la Cina, dove una persona unica è al comando, si possono riscontrare anche delle cose positive, perché ciò che viene detto è concepito per essere fatto senza la minima idea di un’eventuale rivolta.

Tuttavia uno stato autoritario presenta molti problemi e gli aspetti negativi sono certamente superiori a quelli positivi nell’avere al governo un solo partito che si ripresenta a ogni elezione.