Fatti un esame di coscienza ... 

... e conoscerai i limiti della tua memoria.

Nicola De Pisapia

Dipartimento di Psicologia e Scienze Cognitive, Università di Trento

Pubblicato su Frontiers in Psychology un nostro studio sull'esame di coscienza, un'antica pratica contemplativa che consiste nell'esaminare prima di addormentarsi gli eventi salienti della giornata appena trascorsa. Lo studio ha mostrato come lo svolgere questa pratica per due settimane con l'ausilio di una applicazione digitale porti ad essere più consapevole dei limiti delle proprie capacità di memoria, riguardo la vividezza e la coerenza dei ricordi degli eventi trascorsi. La maggiore consapevolezza di sé, supportata dalle pratiche contemplative, può voler dire maggiore consapevolezza dei limiti della propria mente.

L'esame di coscienza è una pratica contemplativa che consiste nell'esaminare quotidianamente le azioni compiute durante la giornata. Sebbene questa pratica sia diffusa in una varietà di tradizioni contemplative in diverse aree geografiche e periodi storici, attualmente non esiste uno studio scientifico che ne esamini gli effetti. 

Solitamente, il praticante esegue questo esercizio la sera prima di addormentarsi (esame serale), e poi subito dopo il risveglio ricapitola la sequenza degli eventi della giornata passata (esame mattutino). In alcune varianti, durante l'esame mattutino, il praticante esamina anche le azioni che intende compiere il giorno stesso.

Questa pratica ha una lunga tradizione storica in tutto il mondo, e in particolare nelle culture occidentali e orientali. Le variazioni dell'esame di coscienza sono descritte come praticate nella Scuola Pitagorica nel VI secolo a.C., nello Stoicismo del periodo ellenistico e romano antico, ad esempio, come descritto da Epitteto o dall'imperatore Marco Aurelio, ma anche negli insegnamenti buddisti tibetani classici, nonché negli esercizi spirituali cristiani di Sant'Ignazio di Loyola. Come per altre pratiche contemplative, è importante sottolineare che diversi background culturali pongono l'accento su diversi aspetti della pratica dell'esame di coscienza (nel pitagorico, ad esempio, l'accento è posto sulla formazione della memoria, mentre nel cristianesimo lo scopo è quello di verificare la conformità ai precetti morali), ma per il resto la procedura nell'esecuzione di questo esercizio rimane abbastanza costante. 

Un excursus storico completo di questo esercizio contemplativo si può trovare in: De Pisapia N. (2020) Verso una neuropsicologia culturale delle pratiche contemplative: il caso dell’esame di coscienza. Capitolo de “Meditazione, mindfulness e neuroscienze. Percorsi tra teoria e ricerca scientifica” A cura di: Arianna Palmieri e Marcello Ghilardi. Mimesis Edizioni 

Gli elementi costitutivi dell'esame di coscienza sono: 

(1) vanno praticati in prossimità del sonno, come fase fondamentale della nostra giornata in cui si consolidano le esperienze fatte e l'individuo si prepara a nuove attività; 

(2) c'è un riesame degli episodi salienti del giorno precedente e una contemplazione del loro valore in termini di un quadro etico di riferimento entro il quale l'individuo desidera crescere e migliorarsi; 

(3) c'è una preparazione più consapevole per ciò che l'individuo farà nel giorno a venire, secondo i valori che coltiva.

Questa pratica contemplativa differisce notevolmente dalle forme contemporanee di meditazione mindfulness (ad es. quella di Kabat-Zinn), in cui lo scopo principale è dirigere l'attenzione sul momento presente, e quindi non sul passato né sul futuro. In particolare, in uno dei suoi principali esercizi di mindfulness training, la pratica meditativa consiste nel focalizzare l'attenzione sulle sensazioni corporee legate all'atto di respirare. Questo è molto diverso dall'esame di coscienza, dove il focus è invece sull'esercizio della memoria retrospettiva e prospettica durante gli esami serali e mattutini.

Date queste premesse, la costanza nella presenza di questa pratica per il miglioramento personale nella storia del pensiero orientale e occidentale indica la centralità della tecnica. Sembrerebbe, quindi, che questa pratica possa essere di enorme interesse nello studio della diversità delle esperienze e delle pratiche contemplative. Al contrario, a nostra conoscenza, non esiste attualmente alcuna ricerca scientifica sugli effetti comportamentali e psicologici di questa pratica. Lo scopo del presente studio è stato condurre una prima indagine esplorativa sui possibili effetti e contribuire a gettare le basi per la ricerca futura nel campo emergente degli studi contemplativi.

In questo studio abbiamo quindi esaminato gli effetti di un programma di due settimane di questa pratica che i partecipanti hanno eseguito utilizzando un'applicazione digitale sviluppata ad hoc per questo esperimento. Un gruppo di controllo ha svolto un'attività della stessa durata, anche con il supporto di un'applicazione digitale, ma che consisteva nell'ascolto di brani audio di un romanzo letterario italiano. Le misurazioni effettuate da entrambi i gruppi prima e dopo il periodo di due settimane consistevano in autovalutazioni della capacità di meta-memoria, ovvero consapevolezza e conoscenza dei propri processi di memoria. I risultati hanno mostrato che i partecipanti hanno riportato una diminuzione significativa di due proprietà della loro meta-memoria dopo l'allenamento, in particolare la vividezza e la coerenza. 

Un'altra piccola scoperta riguarda un aumento significativo della percezione da parte dei partecipanti di sviluppare lucidità nei loro sogni. Nessun altro cambiamento significativo è stato riscontrato tra i due gruppi. In particolare, non abbiamo trovato differenze in altre caratteristiche della meta-memoria, nessuna differenza nella memoria prospettica o retrospettiva e nessuna differenza nei cambiamenti nei livelli di stress. 

Questi risultati, sebbene preliminari, suggeriscono che un periodo relativamente breve di allenamento mentale utilizzando l'esame di coscienza può rendere le persone più severe nel giudizio sulle proprie capacità di memoria, e possibilmente più consapevoli meta-cognitivamente, cioè relativamente a ciò che esse sanno su come funziona la loro mente. Si tratta comunque di uno studio solo preliminare, per una pratica contemplativa che invece può essere molto complessa nei suoi risvolti, e pertanto altri design sperimentali o protocolli sono necessari per una interpretazione più completa.

04/05/2022