Aumentare la creatività 

con la realtà virtuale psichedelica

Nicola De Pisapia

Dipartimento di Psicologia e Scienze Cognitive, Università di Trento

Ora pubblicato su Scientific Reports un nostro studio frutto della collaborazione tra l'Università di Trento, la University of Tübingen e l'Israel Institute of Technology, in cui troviamo che il pensiero creativo aumenta dopo essere stati in ambienti di realtà virtuale che simulano allucinazioni psichedeliche.

Si parla molto di Metaverso - una sorta di universo tecnologico virtuale, per lo più ancora in fase di realizzazione, ma potenzialmente ad un passo da noi, e a cui possiamo accedere grazie a visori di realtà virtuale. Questi strumenti sono in grado di immergerci in simulazioni tridimensionali molto convincenti e - per usare un termine tecnico - immersive. In un ambiente di realtà di virtuale la persona si sente realmente presente all'interno dell'ambiente simulato, e dunque è come se fosse immersa in esso. Nel Metaverso è anche possibile avere un proprio corpo virtuale, o avatar. Questo corpo digitale può essere fatto come noi (a seguito ad esempio di uno scan fotografico del nostro volto e del nostro corpo), oppure può essere completamente diverso da noi, come accade nell'omonimo film di James Cameron del 2009. Il Metaverso è da pensare come un momento futuro di questa tecnologia che è già presente oggi, ma che si perfezionerà sempre più - ed in cui le persone potranno trasferirsi volontariamente svolgendo - in completa immersione - attività che già attualmente svolgono "bi-dimensionalmente" navigando sul web, come incontrare e parlare con persone, acquistare oggetti, lavorare, studiare, partecipare a conferenze, e così via, ma in realtà virtuale guadagnando la tridimensionalità, l'immersione, il realismo, la flessibilità dell'identità.  

Le possibilità offerte da questi ambenti virtuali sono ancora tutta da esplorare, con ovvie domande e problematicità anche da un punto di vista etico; ad esempio, cosa accadrebbe se una bambina trascorresse molte ore al giorno in realtà virtuale? Non è inoltre per nulla chiaro cosa accade alla coscienza umana nel momento in cui viene trasferita in ambienti virtuali in condizioni speciali, come ad esempio per periodi prolungati (come potrebbe accadere se lavorassimo in quella modalità), oppure in ambienti che non simulano, anzi alterano la realtà fisica. Ed è quest'ultimo aspetto che abbiamo cominciato ad esplorare in un nuovo studio ora pubblicato sulla rivista Scientific Reports (link all'articolo in fondo a questa pagina). In questo esperimento abbiamo infatti esplorato cose accade alla mente di persone che sono immerse in ambienti virtuali di tipo psichedelico, ed in particolare ci siamo focalizzati sulle capacità creative e di flessibilità cognitiva.

Storicamente, le sostanze psichedeliche sono note per la loro capacità di modulare la flessibilità cognitiva, che è un aspetto centrale della cognizione umana, il quale consente meglio che in altre specie un adattamento intelligente alle mutevoli esigenze ambientali. Nonostante le prove suggeriscano somiglianze fenomenologiche tra la percezione alterata psichedelica indotta artificialmente e quella reale, mancano ancora prove sperimentali sul fatto che la prima sia anche in grado di modulare la flessibilità cognitiva. Per esplorare questo, abbiamo quindi misurato la flessibilità cognitiva dei nostri partecipanti a seguito dell'immersione in ambienti di realtà virtuale alterati utilizzando l'algoritmo DeepDream, che costruisce visivamente immagini che ricordano le percezioni durante alcuni di stati alterati di coscienza. 

In alto un'immagine non trattata, sotto la stessa immagine rielaborata con DeepDream. 

DeepDream è un programma software creato dall'ingegnere di Google Alexander Mordvintsev. Questo programma utilizza una rete neurale artificiale (intelligenza artificiale, per intenderci) per trasformare un'immagine iniziale e introdurre una sorta di pareidolia algoritmica, cioè creando delle forme visive dotate di senso (ad esempio, animali), ma partendo da forme casuali (ad esempio, il contorno di una nuvola). 

Nella immagine risultante si crea pertanto un aspetto onirico che ricorda un'esperienza psichedelica, in particolare nella propensione a vedere immagini di animali sovrapposte alla realtà ordinaria.

Nelle due immagini a fianco si può vedere come opera l'algoritmo DeepDream: in alto vi è un'immagine non modificata, sotto la stessa immagine appare modificate con l'algoritmo. Come si può vedere, elementi visivi come nuvole, rocce e ombre vengono rielaborati come occhi, nasi, animali, forme a spirale oppure globulari.

Per effettuare lo studio scientifico, i partecipanti sono stati quindi immersi per alcuni minuti in ambienti virtuali tridimensionali processati con DeepDream. Immediatamente dopo sono stati sottoposti a diversi test psicologici che sono andati a misurare le loro capacità creative e le loro capacità di flessibilità cognitiva. La creatività è definibile come la capacità di generare idee nuove e valide (ove naturalmente la "validità" cambia a seconda del contesto in cui la creatività si esprime). La flessibilità cognitiva è invece la capacità delle persone di agire in maniera non automatica, in opposizione cioè alla propensione di seguire schemi preconfezionati di comportamento, adattandosi in maniera flessibile a quello che è richiesto momento per momento nel perseguimento dei nostri obiettivi. 

A seguito di confronti con condizioni di controllo, i risultati hanno chiaramente mostrato che, dopo l'immersione negli ambienti psichedelici simulati in realtà virtuale, gli individui hanno manifestato una ridotta propensione a seguire comportamenti automatici, ed inoltre un aumento delle capacità creative e delle dinamiche caotiche nei loro processi decisionali. In sostanza, l'esperienza immersiva in una realtà virtuale alterata ha migliorato il loro pensiero creativo e la flessibilità cognitiva, presumibilmente a causa di una riorganizzazione nelle dinamiche cognitive che ha facilitato l'esplorazione di strategie decisionali non comuni e ha inibito le scelte automatizzate. 

Questi risultati sembrano indicare dunque un potenziale vantaggio dell'infrangere le nostre aspettative su come dovrebbe apparire il mondo. Il Metaverso potrebbe facilitare questi processi di alterazione delle aspettative in modi che sono ancora tutti da esplorare.

10/03/2022