PRESENTAZIONE E CONTESTO
Il progetto di creazione di una piattaforma di storytelling digitale per l’Archivio di Pieve Santo Stefano è stato concepito, fin dal principio, come un progetto basato sulla logica dello Human CentredDesign. È per questo che dopo aver identificato le problematiche a cui dovevamo rispondere e dopo aver ipotizzato delle Personas per capire quali tipologie di utenti avrebbero utilizzato la piattaforma - e prima di passare alla fase di ideazione degli scenari d’uso specifici per ogni tipologia di utente - abbiamo indagato e approfondito le abitudini relative alla fruizione di contenuti online degli utenti cui pensiamo che la piattaforma si destini; sia per confermare la loro natura di potenziali utenti e rivolgerci a utenti reali (e non basarci solo su proiezioni), sia per capire in che modo sviluppare una piattaforma che proponga loro contenuti di loro interesse e modalità di interazione per la loro fruizione che rispondano ad esigenze reali ed ai criteri di usabilità degli utenti finali.
PERCHÉ LA USER RESEARCH?
La fase di user research condotta tramite interviste ci ha permesso di riformulare in modo più preciso la domanda iniziale (Come concepire e costruire una piattaforma di storytelling digitale per l’Archivio di Pieve Santo Stefano? è diventato In che modo possiamo far si che le persone vengano a conoscenza dell’esistenza dell'Archivio di Pieve Santo Stefano sul territorio nazionale e all’estero, intercettando nuove audience, mettendo in valore la dimensione storica e narrativa del suo patrimonio e massimizzando l’impatto presso cittadinanza e istituzioni?) e dare dei tentativi di risposta più adatti alle esigenze reali degli utenti cui la piattaforma si destina. E in particolare ci ha permesso di definire meglio l’identità di ogni livello d’accesso e la necessità di declinare la piattaforma attraverso di essi per accedere a tre diverse modalità di fruizione e rispondere a tre diversi tipi di esigenze.
METODOLOGIA: INTERVISTA
Avremmo voluto realizzare delle interviste contestuali, ma a causa della situazione sanitaria, abbiamo optato per un questionario diviso per categorie, inviato via mail, seguito da interviste telefoniche di approfondimento.
PREVISIONI INIZIALI: PERSONAS
Abbiamo inizialmente previsto cinque tipologie di personas (per più dettagli si veda documento specifico sulle personas):
gli over 60 curiosi che si interessano alla cultura
gli insegnanti di scuole medie e scuole superiori
gli studenti di scuole medie e scuole superiori
i ricercatori
gli amministratori di piattaforme editoriali online (per riflettere sul backend)
A queste categorie abbiamo poi aggiunto « gli amici dell’Archivio », i diaristi, i trascrittori di diari, i membri del comitato di lettura, e tutte quelle persone che ruotano attorno al patrimonio di Pieve Santo Stefano e sono fedeli alla mission dell’Archivio. Essi non costituiscono però una categoria a parte, abbiamo dunque trasformato la prima categoria (over 60 che si interessano alla cultura) in una categoria più mista di « curiosi e amici dell’Archivio » senza distinzione d’età, perché alla luce dei risultati ottenuti dalle interviste, al di là dell’età, l’uso che queste diverse tipologie di utenti potrebbero fare della piattaforma è lo stesso. Le funzionalità andrebbero adattate, ma si tratta dunque di tipologie di utenti che possono essere riunite in un unico gruppo.
CAMPIONE
A partire dalle personas identificate, abbiamo raggruppato due/tre utenti per ogni tipologia. Abbiamo dunque intervistato:
2 over 60 curiosi che si interessano di cultura
2 « amici dell’Archivio », una diarista e una trascrittrice di età molto eterogenee
2 insegnanti delle scuole superiori e 1 insegnante delle scuole medie
3 ricercatori di età e discipline eterogenee
2 amministratori di piattaforme editoriali il cui lavoro differiva per dinamiche e ambiti (per poter capire insieme a loro quali sono le funzionalità importanti da prevedere per il backend)
FEEDBACKS INTERVISTE
Abbiamo usato un campione di utenti molto ridotto, non è dunque possibile trarre conclusioni generali. Tuttavia, attraverso le interviste, si delineano alcune tendenze rispetto alle abitudini e ai supporti di lettura, alle pratiche digitali rivolte alla didattica e alla necessità della consultazione di documenti a distanza nell’ambito della ricerca.
Rispetto alle previsioni iniziali, sintetizzate nella tabella precedente, ci siamo resi conto che alcune funzionalità che avevamo previsto sono in realtà superflue e che invece ne sarebbero necessarie alcune che non avevamo immaginato.
In particolare: ci siamo resi conto dell’importanza della dimensione didattica.
FOCUS SULLA DIDATTICA
Sia per le scuole medie che per le scuole superiori, risulta interessante poter utilizzare i diari come fonti per l’insegnamento della Storia, della scrittura autobiografica come supporto per l’insegnamento della Letteratura e per creare percorsi didattici interdisciplinari per materie come Arte e Educazione Civica.
È però necessario sottolineare che per poter utilizzare i diari, sia docenti che studenti hanno di potersi appoggiare su percorsi pronti all’uso che si focalizzino su alcuni contenuti e tematiche precise, in modo da evitare la dispersione.
Per esempio, gli insegnanti (sia delle scuole medie che delle superiori) suggeriscono che un percorso interessante sarebbe quello che porta sui diari della Prima Guerra Mondiale (la guerra di trincea attraverso gli stati d’animo delle persone che l’hanno vissuta, le battaglie personali che avvicinano il vissuto dei protagonisti della storia a quello degli studenti), da affiancare all’insegnamento del medesimo periodo in materie come Storia e Letteratura (Ungaretti. È però difficile per docenti e studenti avere il tempo per reperire quali e quanti, ci vogliono dunque unità didattiche già pronte.
In generale, insegnanti e studenti sottolineano che i libri di testo non riportano documenti sulla vita dei cittadini comuni nelle diverse epoche storiche e i diari potrebbero essere davvero preziosi in questo senso, potrebbero permettere agli studenti di conoscere degli spaccati di vita, un modo particolarmente utile per permettere agli studenti di identificarsi, di sentire la Storia più vicina e di essere dunque maggiormente coinvolti nello studio della materia.
E anche per nel percorso di letteratura italiana, sia alle medie che alle superiori ci sono moduli didattici sulla scrittura autobiografica e i diari sarebbero un supporto particolarmente ricco, ci si potrebbe confrontare con questi testi per verificare le loro conoscenze e approfondire alcune dinamiche di scrittura.
È inoltre importante, e anche questo è stato rilevato sia dai docenti che dagli studenti, lasciarsi trasportare dalla potenza evocativa di questi testi (e accompagnarli con elementi iconografici, audiovisivi, sonori). Sono storie universali e anche gli adolescenti d’oggi possono sentirsi vicini a un adolescente degli anni ’50 e questo può aprire prospettive d’insegnamento e di conoscenza.