Il progetto di creazione di una piattaforma di storytelling digitale per l’Archivio di Pieve Santo Stefano è stato concepito, fin dal principio, come un progetto basato sulla metodologia dello Human Centred Design.
Lo Human Centred Design è un approccio alla progettazione e alla risoluzione di problemi basata sulle persone e, in particolar modo, sugli utenti cui la progettazione si destina. È un tipo di progettazione che coinvolge la prospettiva umana e adotta il punto di vista degli utilizzatori ad ogni passaggio e ad ogni fase di risoluzione dei problemi.
Qual è il problema che stiamo tentando di risolvere?
Stiamo cercando uno strumento per far sì che le persone vengano a conoscenza dell’esistenza dell'Archivio di Pieve Santo Stefano sul territorio nazionale e all’estero e per mettere in valore la dimensione storica e narrativa del suo patrimonio.
Qual è l’impatto che stiamo cercando di avere sulla situazione iniziale?
Stiamo cercando di dare maggiore visibilità all’Archivio di Pieve Santo Stefano proponendo una vetrina di storie accessibili anche a distanza e di alleggerire gli scambi amministrativi che intercorrono tra gli operatori dell’Archivio e gli autori, da una parte, e i lettori dall’altra. Per fornire accesso ai diari (con consultazione a distanza) attualmente sono in effetti necessari molti passaggi che gravano sugli archivisti e possono frenare ricercatori, docenti, curiosi. Inoltre, l’ambizione e l’esigenza dell’Archivio è anche quella di essere presente nelle scuole e stiamo cercando dunque di rendere la piattaforma di storytelling anche uno strumento didattico ad uso di docenti e studenti.
Quali sono le soluzioni possibili al problema iniziale?
Ci sono diverse soluzioni. Tra i concept proposti - la creazione di una piattaforma digitale, l’implementazione di supporti di comunicazione (social, newsletter), la produzione di contenuti (video, trasmissioni radiofoniche, ecc.), di eventi live a destinazione del grande pubblico, ma anche delle scuole (oltre al Premio Pieve, è forte la volontà di organizzare workshops per le scuole) - ci siamo concentrati sulla progettazione di una piattaforma di storytelling digitale. La soluzione che abbiamo considerato più adatta alla problematica iniziale è una piattaforma di storytelling digitale, consultabile a distanza, che possa rispondere a una pluralità di esigenze: dare accesso al patrimonio a distanza, ma anche valorizzarlo attraverso produzioni artistiche e approfondimenti culturali che potrebbero essere ospitati dalla piattaforma e seminari, conferenze, scambi che potrebbero avvenire a distanza sempre all’interno della piattaforma. Ci sono diverse soluzioni possibili anche all’interno della scelta di creare una piattaforma digitale. A chi ci rivolgiamo? Soltanto a un pubblico generico e generalista? Solamente al pubblico scolastico? Ai ricercatori? A tutte queste categorie insieme? E come rispondiamo alle loro esigenze, tutte diverse? Abbiamo optato per la creazione di diversi livelli d’accesso a seconda della tipologia di utente, per rispondere alle esigenze intrinseche di ogni tipologia:
- il primo livello sarà rivolto a un pubblico generalista;
- il secondo livello al pubblico scolastico (strumento di didattica);
- il terzo livello ai ricercatori (digital library).
Di fatto stiamo preparando il terreno per lo sviluppo di tre piattaforme in una, tre livelli diversi che rispando a esigenze e modalità d’uso differenti, a partire però da un’unica homepage.
Qual è il contesto e quali sono gli obblighi che si dovranno affrontare?
Non è semplice per il CDA dell’Archivio di Pieve Santo Stefano trovare l’equilibrio tra la tutela degli autori (proteggere i loro testi da una diffusione massiva e non controllata) e la volontà di condividere e rendere visibile il patrimonio dell’Archivio. Anche per questo si è giunti all’idea di creare diversi livelli d’accesso (il primo senza necessità di login, il secondo con registrazione di username e passoword per il login, il terzo con accredito validato dall’Archivio per un accesso integrale al catalogo). Questo permette di condividere e valorizzare il patrimonio, pur mantenendo un controllo su di esso.
La domanda iniziale era corretta?
Stiamo cercando uno strumento per far sì che le persone vengano a conoscenza dell’esistenza dell'Archivio di Pieve Santo Stefano sul territorio nazionale e all’estero e per mettere in valore la dimensione storica e narrativa del suo patrimonio. Questo strumento potrebbe essere una piattaforma di storytelling digitale, come costruirla?
L’abbiamo riformulata seguendo i principi dello Human Centred Design e la domanda attuale è:
In che modo possiamo far sì che le persone vengano a conoscenza dell’esistenza dell'Archivio di Pieve Santo Stefano sul territorio nazionale e all’estero, intercettando nuove audience, mettendo in valore la dimensione storica e narrativa del suo patrimonio e massimizzando l’impatto presso cittadinanza e istituzioni?
Gli utenti di un prodotto digitale sono mossi da obiettivi e necessità. Progettare per loro, coivolgendoli nella progettazione, significa rispondere a queste motivazioni. Lo scopo delle attività di ricerca dello Human Centred Design è quindi quello di fornire basi solide alla progettazione e ottenere riscontri rispetto alle scelte fatte, scelte che devono rivelarsi coerenti e giustificate dagli obiettivi iniziali.
Per coinvolgere gli utenti potenziali nella progettazione, ci siamo basati su questi strumenti e abbiamo strutturato le seguenti fasi di ricerca:
analisi comparativa (benchmark delle piattaforme di storytelling più interessanti e efficaci in ambito culturale)
individuazione di utenti potenziali (trattati come personas, personaggi ipotetici)
individuazione di scenari di utilizzo della piattaforma (concepiti come scenari possibili)
raccolta dati per identificare gli utenti "reali" della futura piattaforma e capire se essi coincidono con i personaggi ipotizzati
interviste contestuali agli utenti "reali" identificati
interviste contestuali agli addetti ai lavori all'interno dell'Archivio, potenziali gestori della futura piattaforma
questionari agli utenti "reali" identificati
focus group esplorativi condotti con gli utenti "reali" identificati