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Marc Fornest / The very Many, Installazione a maglie fluide per la triennale di Bruges, 2018

Piano & Rogers, Centro nazionale d'arte e di cultura Georges Pompidou, Parigi, 1977

Daniel Libeskind, Militärhistorisches Museum der Bundeswehr, Berlino, 2011

Frank Gehry, Guggenheim Museum, Bilbao, 2015

nuove cattedrali

Significanti e superamento del modernismo

Da: "La via dei simboli" di Antonino Saggio

L’architettura moderna in tenera età vive un trauma visivo, sanguigno, fin troppo reale che ricorda suprematismi e autoritarismi, l’opposizione alla libertà e al pensiero libero e razionale. La scappatoia viene offerta dalla tecnica, dal boom industriale del dopoguerra che piega il design e richiede ai progettisti di scrollarsi di dosso gli ornamenti del passato in nome di nuove idee e talvolta ideologie meno manifeste e più silenti. L’edificio non può più essere celebrativo o simbolico esso non è altro che manifestazione di un esigenza tecnica e di una visione positivista della società che risponde al bisogno di espansione della città. All’interno di questo contesto si muove Utzon che per primo si fa vettore di un’istanza antica che tramite l’architettura vuole far rivivere la monumentalità e il simbolismo in grado di unire un popolo nell’immagine di un profilo che si staglia nell’orizzonte. Stiamo parlando della Sydney Opera House. Utzon è il primo a sfidare l’iconoclastia della società della macchina rimettendo al centro l’uomo e le sue aspirazioni. La ricerca di un legame con la natura muove questo progetto disegnando delle vele che si stagliano sul mare di Sidney a ricordare il rapporto che quel popolo ha con quell’elemento. Dopo di lui arrivarono altri da Piano a Gerhy da Eisenman a Libeskind fino ai giorni nostri. Nell’era dell’informazione tutto è significativo come se i più accessi dibattiti sulla semiotica degli anni settanta avessero posto le basi per un’ era di significanti, che riescono a dare nuovo valore al segno come veicolo di significato. L’architettura ritorna quindi opera. Gehry con il suo Guggenheim di Bilbao vuole essere chiaro in questo, liberando la forma e decostruendone i riferimenti modernisti. Naturalmente le critiche saranno aspre, ma ormai la “cattedrale” è stata eretta e come fu per Sidney il nuovo museo diventa immediatamente un simbolo della città e di un’epoca. Concludo con le parole dell’articolo, “Nel movimento moderno è rientrata la cattedrale, è rinata la possibilità di fare un'architettura anche simbolica, anche rappresentativa, anche monumentale. E queste parole non si associano alla magniloquenza accademica del potere, ma alla vibrazione di una società locale e globale, che impone un pellegrinaggio per celebrare la nuova religione laica della cultura.”