IX

PLASMA WORKS

dALLE GEOMETRIE TOPOLOGICHE AL LANDSCAPE URBANISM

Da: "Information Technology Revolution in Architecture"

Il saggio facente parte della collana "IT Revolution in Architecture" fornisce uno sguardo attento sul lavoro dello studio internazionale Plasma. Esso nasce a Londra nel 1999 dall'incontro di Eva Castro e Holger Kehne che fondano un gruppo poliedrico in grado di confrontarsi in tutto il mondo con progetti di vasta scala, facendo dell' interazione e del confronto costante fra le loro diverse culture di provenienza e di formazione il loro punto di forza. Potrebbero essere definiti Post Born, intendendo con ciò un approccio che si colloca nel solco già tracciato dalla prima generazione di architetti digitali (Eisenmann, Gehry..) e che coglie i loro insegnamenti e li evolve attraverso la loro rilettura nel contesto di una società che ha ormai assimilato e fatto propri quei concetti. Il paradigma digitale non è semplicemente una metodologia strumentale ma una vera e propria espansione e potenziamento del cervello umano, che attraverso la definizione e il controllo di innumerevoli parametri è in grado di simulare in tempo reale una soluzione architettonica perfettibile attraverso la mutabilità e l’adattamento. L’apparato normativo e funzionale si configura come ossatura, nella sua intrinseca connessione, oltre ad essere vera e propria forza generatrice in quanto, appunto, codice genetico di un’architettura fatta di sovrapposizioni di forze. Ed è proprio l’interconnessione la chiave di lettura che ci viene offerta per decifrare questi lavori. Un’ interconnessione tra le parti e all’interno delle stesse che riallaccia il contesto naturale con quello antropizzato attraverso lo spazio progettato, non più inteso come ricerca di ordine all’interno di una natura percepita come dissonante ma, nell’interpretazione e sistemizzazione dei suoi codici con quelli dell’architettura, come ricerca di armonia con essa. Quindi i rapporti tra le dualità si fanno dialettica e spazi in between, tra interno ed esterno tra pubblico e privato e ciò che un tempo era percepito come statico diviene movimento fluido e sensuale. L’autrice riesce a trasmetterci il programma di plasma, oltre che presentando alcune loro opere, facendo spesso parlare lo stesso studio per mezzo di stralci più o meno lunghi che vanno a completare e a rendere attuali le analisi e le riflessioni, le quali in maniera naturale vanno inevitabilmente a indagare il contesto e il significato dell’architettura contemporanea in relazione al mezzo informatico come orizzonte degli eventi in bilico tra un passato cartesiano e un futuro di forme fluide.