Scheda di Animazione GMM 2019
XXVII Giornata Mondiale del Malato
11 febbraio 2019
«Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date» (Mt 10,8)
PROPOSTE PER L’ANIMAZIONE PASTORALE PARROCCHIALE
Nelle Parrocchie, nelle cappellanie e in altri luoghi o contesti, ove possibile, si potranno organizzare incontri di sensibilizzazione e formazione, che attraverso linguaggi diversi, potranno aiutare i partecipanti a riflettere e conoscere tematiche inerenti la malattia, l’assistenza, il servizio, il dolore e la sofferenza.
Nella visita al malato in famiglia da parte del parroco, di altro sacerdote, dei ministri straordinari della Comunione, sarà possibile sottolineare la vicinanza di tutta la Chiesa in questa particolare circostanza della celebrazione della Giornata Mondiale del Malato.
Può essere valorizzata l’Unzione degli Infermi, nelle varie modalità proposte dal Rito e secondo le possibilità della comunità parrocchiale.
Nelle comunità in cui si celebra l’Adorazione Eucaristica, nell’appuntamento in prossimità dell’11 febbraio sarà possibile proporre per la riflessione e la meditazione alcuni dei testi qui presentati, o approfondimenti tratti dalla scheda teologico-pastorale.
Si propongono in questa scheda spunti e alcuni canali di trasmissione per intavolare gruppi di riflessione e approfondimento. Vengono anche riproposte alcune preghiere da utilizzarsi con i malati, con i loro familiari o con gli operatori sanitari.
Per approfondire la riflessione è possibile utilizzare la scheda teologico-pastorale.
Per l’animazione liturgica si può fare riferimento alla scheda liturgica.
L’uso della “cartolina” con la preghiera e l’immagine della Lavanda dei piedi può favorire la riflessione sia sulla attenzione al malato e al mondo della salute come parte integrante della missione della Chiesa, sia sulla celebrazione mondiale della Giornata.
I. Per gruppi di persone adulte
Si possono prevedere dei momenti di riflessione (accompagnata dalla preghiera della Giornata) a partire da alcuni testi del magistero che fornirebbero elementi essenziale di confronto.
La proposta potrà arricchirsi attraverso la visione di film tra quelli proposti nell’elenco sottostante.
a. Per la riflessione personale o comunitaria
Pregando, posso amare i poveri - Madre Teresa di Calcutta.
Un giorno Madre Teresa parlò con un seminarista. Guardandolo con i suoi occhi limpidi e penetranti gli chiese: “Quante ore preghi ogni giorno?”. Il ragazzo rimase sorpreso da una simile domanda e provò a difendersi dicendo: “Madre, da lei mi aspettavo un richiamo alla carità, un invito ad amare di più i poveri. Perché mi chiede quante ore prego?”. Madre Teresa gli prese le mani e le strinse tra le sue quasi per trasmettergli ciò che aveva nel cuore. Poi gli confidò: “Figlio mio, senza Dio siamo troppo poveri per poter aiutare i poveri! Ricordati: io sono soltanto una povera donna che prega; pregando, Dio mi mette il suo Amore nel cuore e così posso amare i poveri. Pregando!”.
Ritorno alla Vita! - Simona C.
Ero stesa su un letto, in terapia intensiva, lottavo per vivere, avevo gli occhi chiusi e pregavo intensamente il Signore, milioni di anime volevano portarmi con loro, ma io volevo tornare dalla mia adorata figlia di un anno.
Mentre mi dilaniavo, per il dolore fisico, il mio cuore si aprì… e fui felice di donare tutte le mie sofferenze al Signore, come Lui fece sulla croce, per il bene dell’umanità… e fu proprio in quel momento che provai “il sollievo della sofferenza”… Il Signore fu Misericordioso con me e mi donò di nuovo la Vita!
La mia esperienza mi ha avvicinato di più al Signore e mi ha fatto capire che anche nelle sofferenze più profonde ci potrà essere un piccolo sollievo se solo il nostro cuore si aprisse totalmente al Signore!
Catechismo della Chiesa Cattolica
I numeri 1500-1532 sono specificamente dedicati alla malattia e al Sacramento dell’Unzione degli Infermi.
I numeri 2284-2301 sono dedicati al rispetto della dignità delle persone.
Altri testi
Altri testi sono proposti nelle sezioni successive: III. Madre Teresa, IV. La preghiera, V. Per gli operatori sanitari.
b. Linguaggio filmico
Si propongono alcuni titoli di film che potrebbero essere visionati al fine di attivare dei cineforum di confronto.
Le schede complete di ciascun film per la presentazione e per la valutazione pastorale, di cui si riporta la sintesi tra [ ], sono pubblicate su www.cnvf.it.
The most beautiful day – (2017) Regia di Florian David Fitz [complesso, problematico, con qualche criticità].
Wonder – (2017) Regia di Stephen Chbosky [consigliabile, problematico, ha valore educational].
Tutti i nostri desideri – (2012) Regia di Philippe Lioret [consigliabile, semplice, con qualche criticità].
La mia vita senza di me – (2004) Regia di Isabel Coixet [discutibile, comunque problematico, con qualche criticità].
Un medico, un uomo – (1992) Regia di Randa Haines [raccomandabile, realistico].
Risvegli – (1991) Regia di Penny Marshall [raccomandabile, realistico].
II. Per i gruppi di bambini, preadolescenti, giovanissimi e giovani
a. Testimonianze
Si potranno proporre la lettura di biografie e/o di testimonianze di uomini e donne, riconosciuti dalla tradizione ecclesiale, che sono stati impegnati nel campo dell’assistenza agli ammalati. In ciascuno di loro sarà possibile far emergere il carattere della “gratuità” del loro impegno di vita.
Camillo de Lellis; Carlo Gnocchi; Damiano di Molokai (padre Damien de Veuster); Gianna Beretta Molla; Gigi Ghirotti; Giovanni Calabria; Giovanni di Dio (Juan Ciudad); Giuseppe Cottolengo; Giuseppe Moscati; Jean Vanier; Luigi Novarese; Oreste Benzi; Teresa di Calcutta.
Mentre la figura di Chiara Luce Badano è esemplare per il rapporto con la malattia.
Oltre a questi, possono essere valorizzate figure di Sante e Santi del mondo della sanità le cui opere siano presenti localmente.
Attraverso l’apposito campo di ricerca, nel canale YouTube di TV2000 (www.youtube.com/ user/Tv2000it/) sono reperibili diversi materiali riferiti ai Santi sopra citati.
b. Per adolescenti e giovani: linguaggio musicale
Si possono prevedere dei momenti di riflessione a partire da alcuni testi di canzoni che, opportunamente ascoltati, fornirebbero elementi essenziali di confronto.
Autore - Titolo del brano
Biagio Antonacci - Dolore e forza
Franco Battiato - La cura
Simone Cristicchi - Ti regalerò una rosa
Luciano Ligabue - Il giorno di dolore che uno ha
Fiorella Mannoia - Che sia benedetta
Negramaro - Attenta
Laura Pausini - Se non te
Vasco Rossi - Un senso
c. Per adolescenti e giovani: animazione
È possibile proporre, in occasione della Giornata Mondiale del Malato – avente come filo conduttore la disponibilità ad agire gratuitamente perché gratuitamente si è stati amati – l’animazione da parte del gruppo adolescenti e/o giovanile di una Liturgia celebrata in una struttura di cura o di ricovero (utilizzando la scheda liturgica predisposta per la Giornata).
Tale proposta di animazione può assumere, in accordo con la Direzione della struttura, cadenza mensile.
d. Per giovani: inserimento nel volontariato sanitario
Alcuni enti, strutture o istituzioni sanitari o socio-sanitari di ispirazione cristiana possono essere coinvolti nella proposta di un impegno all’interno dei gruppi di volontariato in ambito sanitario.
e. Per giovani: promozione della donazione
In collaborazione con le Associazioni, in prossimità della Giornata Mondiale del Malato è possibile promuovere una campagna per la donazione del sangue e/o del midollo osseo.
f. Per universitari nelle discipline mediche, farmaceutiche, sanitarie
Gli studenti universitari di discipline mediche, farmaceutiche, sanitarie possono essere coinvolti con un invito mirato ad approfondire i contenuti della scheda teologico-pastorale predisposta, commentata da un professionista del settore che possa portare la propria esperienza sul campo.
g. Racconti
Si potranno proporre la lettura di racconti come quelli sotto riportati e avviare uno scambio di opinioni.
Sul tema della guarigione: Alla clinica del Signore
(adattata da Qumran.net)
Sono stato nella clinica del Signore per farmi dei controlli di routine e ho constatato che ero ammalato. Quando il Signore mi misurò la pressione, ha visto che avevo la Tenerezza bassa. Nel misurarmi la temperatura, il termometro registrò 40º di Ansietà. Mi fece un elettrocardiogramma e la diagnosi fu che avevo bisogno di diversi bypass di Amore, perché le mie arterie erano bloccate dalla Solitudine e non irroravano il mio cuore vuoto. Andai in Ortopedia, dato che non potevo camminare al fianco del mio fratello, e non potevo dargli un abbraccio fraterno, perché lo avevo fratturato inciampando nell’Invidia. Mi riscontrò anche una Miopia, dato che non potevo vedere al di là delle cose negative del mio prossimo.
Quando dissi di essere Sordo, il Signore mi diagnosticò che avevo tralasciato di ascoltare ogni giorno la sua Voce. Dopo consulenza gratuita ecco la terapia che mi è stata prescritta:
• al mattino: 1 pillola di riconoscenza;
• prima del lavoro: 1 cucchiaio di pace;
• durante il giorno ad ore alterne: 1 pillola di pazienza e 1 di umiltà;
• prima di coricarmi: 1 capsula di coscienza tranquilla;
• come tonificante e per rinvigorire l’organismo: un versetto del Vangelo al giorno, e uno secondo necessità!
Sul tema della gratuità: Regalare la felicità
(Piero Ferrucci, La forza della gentilezza, Oscar Mondadori 2005)
Un’antica storia mediorientale racconta di un uomo così buono e disinteressato che Dio decide di premiarlo. Chiama un angelo, e gli dice di andare da lui e domandargli che cosa vuole: qualsiasi desiderio sarà esaudito. L’angelo compare all’uomo gentile e gli comunica la buona notizia. Ma l’uomo gentile risponde: «Io sono già felice. Ho già tutto ciò che desidero».
L’angelo gli fa capire che con Dio bisogna avere tatto: se ci fa un regalo, è meglio accettare. Allora l’uomo gentile risponde: «Va bene: voglio che tutti quelli che entrano in contatto con me si sentano bene. Però non voglio saperne nulla».
Da quel momento dove l’uomo gentile passava, le piante avvizzite rifiorivano, gli animali più malandati si riavevano, i malati guarivano, gli infelici venivano sollevati dai loro terribili fardelli, chi litigava faceva la pace e chi aveva un problema riusciva a risolverlo. Ma tutto questo avveniva dietro di lui, nella sua scia, senza che egli ne sapesse niente. Non c’erano da parte sua né orgoglio per il bene compiuto né aspettative di alcun genere.
Ignaro e contento, l’uomo gentile camminava per le vie del mondo regalando la felicità.
Sul tema del dolore: Il segreto della bilancia
(adattata da Qumran.net)
Un uomo gravemente ammalato fu accolto in una comunità e messo in una grande stanza insieme a molti altri ammalati. Ma poco dopo essere deposto sul suo giaciglio, chiamò a gran voce il superiore. “In che luogo mi avete portato?”, protestò. “Le persone che ho dintorno ridono e scherzano come bambini! Non sono certo ammalate come me!”.
“A dire la verità lo sono molto più di lei”, rispose il superiore, “ma hanno scoperto un segreto che oggi pochissimi conoscono o a cui, pur conoscendolo, non credono più.”
“Quale segreto?” domandò l’uomo.
“Questo!”, rispose un anziano dal letto confinante. Estrasse dal comodino una piccola bilancia, prese un sassolino e lo depose su un piatto; subito l’altro si alzò. “Che stai facendo?”, chiese l’uomo.
“Ti sto mostrando il segreto! Questa bilancia rappresenta il legame che esiste fra uomo e uomo. Il sassolino è il tuo dolore che ora ti abbatte. Ma mentre abbatte te, solleva l’altro piatto della bilancia permettendo ad un altro di gioire. Gioia e dolore si tengono sempre per mano. Ma bisogna che il dolore sia offerto, non tenuto per sé; allora fa diventare come bambini e fa fiorire il sorriso anche in punto di morte”.
“Nessuna scienza giustifica quello che tu dici!”, fu la riflessione dell’uomo. “Appunto per questo c’è in giro tanto dolore vissuto con amarezza. Qui non è questione di scienza ma di fede. Perché non entri anche tu nella bilancia dell’amore?”.
L’uomo accettò la strana proposta. E fu così che, una volta guarito, rivisse istanti di gioia, non poté non pensare alla sofferenza degli altri. E si sentì legato agli uomini di tutto il mondo da un sottile filo d’oro.
E… Per molti rimarrà solo una bella fiaba. Ma se un domani tu dovessi incontrare un ammalato che sa sorridere, un infelice capace di gioire, un handicappato che ha fiducia nella vita, ricordatelo: probabilmente hai incontrato qualcuno che conosce il segreto della bilancia…
III. I papi celebrano Madre Teresa di Calcutta
Viene proposta la lettura delle due Omelie tenute da Papa San Giovanni Paolo II e Papa Francesco in occasione rispettivamente della beatificazione e della canonizzazione di Madre Teresa. Se ne riporta qui un accenno.
a. Dall’Omelia di Papa Giovanni Paolo II
19 ottobre 2003 per la beatificazione di Madre Teresa di Calcutta
“Chi vuol essere il primo tra voi sarà il servo di tutti” (Mc 10,44). Queste parole di Gesù ai discepoli, risuonate poc’anzi in questa Piazza, indicano quale sia il cammino che conduce alla “grandezza” evangelica. È la strada che Cristo stesso ha percorso fino alla Croce; un itinerario di amore e di servizio, che capovolge ogni logica umana. Essere il servo di tutti!
Da questa logica si è lasciata guidare Madre Teresa di Calcutta, Fondatrice dei Missionari e delle Missionarie della Carità, che oggi ho la gioia di iscrivere nell’Albo dei Beati. Sono personalmente grato a questa donna coraggiosa, che ho sempre sentito accanto a me. Icona del Buon Samaritano, essa si recava ovunque per servire Cristo nei più poveri fra i poveri.
Nemmeno i conflitti e le guerre riuscivano a fermarla.
Il testo integrale si trova in: http://w2.vatican.va/content/john-paul-ii/it/homilies/2003/ documents/hf_jp-ii_hom_20031019_mother-theresa.html
b. Dall’Omelia di Papa Francesco
4 settembre 2016 per la Santa Messa e canonizzazione della Beata Madre Teresa di Calcutta
Madre Teresa, in tutta la sua esistenza, è stata generosa dispensatrice della misericordia divina, rendendosi a tutti disponibile attraverso l’accoglienza e la difesa della vita umana, quella non nata e quella abbandonata e scartata. Si è impegnata in difesa della vita proclamando incessantemente che «chi non è ancora nato è il più debole, il più piccolo, il più misero». Si è chinata sulle persone sfinite, lasciate morire ai margini delle strade, riconoscendo la dignità che Dio aveva loro dato; ha fatto sentire la sua voce ai potenti della terra, perché riconoscessero le loro colpe dinanzi ai crimini – dinanzi ai crimini! – della povertà creata da loro stessi. La misericordia è stata per lei il “sale” che dava sapore a ogni sua opera, e la “luce” che rischiarava le tenebre di quanti non avevano più neppure lacrime per piangere la loro povertà e sofferenza.
Il testo integrale si trova in:
https://w2.vatican.va/content/francesco/it/homilies/2016/documents/ papa-francesco_20160904_omelia-canonizzazione-madre-teresa.html
IV. Per la preghiera
Preghiera per la XXVII Giornata Mondiale del Malato
Padre di misericordia, fonte di ogni dono perfetto, aiutaci ad amare gratuitamente il nostro prossimo come Tu ci hai amati.
Signore Gesù, che hai sperimentato il dolore e la sofferenza, donaci la forza di affrontare il tempo della malattia e di viverlo con fede insieme ai nostri fratelli.
Spirito Santo, amore del Padre e del Figlio, suscita nei cuori il fuoco della tua carità, perché sappiamo chinarci sull’umanità piagata nel corpo e nello spirito.
Maria, Madre amorevole della Chiesa e di ogni uomo, mostraci la via tracciata dal tuo Figlio, affinché la nostra vita diventi in Lui servizio d’amore e sacrificio di salvezza in cammino verso la Pasqua eterna.
Amen.
Preghiera per affidare un malato a Dio e per sostenerlo con la nostra preghiera
O Signore Gesù, durante la tua vita sulla nostra terra hai mostrato il tuo amore, ti sei commosso di fronte alle sofferenze e molte volte hai ridato la salute ai malati riportando nelle loro famiglie la gioia.
Il nostro caro/La nostra cara (nome…) è (gravemente) ammalato/a, noi gli siamo vicini con tutto ciò che è umanamente possibile.
Però ci sentiamo impotenti: veramente la vita non è nelle nostre mani.
Ti offriamo le nostre e le sue sofferenze e le uniamo a quelle della tua passione.
Fa’ che questa malattia ci aiuti a comprendere di più il senso della vita, e concedi al nostro/alla nostra (nome…) il dono della salute perché possiamo insieme ringraziarti e lodarti per sempre.
Amen.
Preghiera per i malati
Signore, accogli le preghiere e i lamenti di coloro che soffrono e di quanti si adoperano per alleviarne il dolore.
Tu che hai percorso la via del calvario e hai trasformato la croce in segno di amore e di speranza conforta coloro che sono afflitti, soli e sfiduciati.
Dona loro: la pazienza sufficiente per sopportare le lunghe attese, il coraggio necessario per affrontare le avversità, la fiducia per credere in ciò che è possibile, la saggezza per accettare ciò che è rimasto irrisolto, la fede per confidare nella tua Provvidenza.
Benedici le mani, le menti e i cuori degli operatori sanitari perché siano presenze umane e umanizzanti e strumenti della tua guarigione.
Benedici quanti nelle nostre comunità si adoperano per accompagnare i malati, perché accolgano la profezia della vulnerabilità umana e si accostino con umiltà al mistero del dolore.
Aiutaci Signore a ricordarci che non siamo nati felici o infelici, ma che impariamo ad essere sereni a seconda dell’atteggiamento che assumiamo dinanzi alle prove della vita.
Guidaci, Signore, a fidarci di Te e ad affidarci a Te.
Amen.
V. Per gli operatori sanitari: spunti per la riflessione
Per incontri di formazione o di meditazione con gli operatori sanitari, si propone la lettura dei nn. 38 e 39 dell’Enciclica Spe Salvi (di cui qui si trascrive l’inizio del n. 38) e della Nuova Carta degli operatori sanitari, di cui si riportano due paragrafi loro dedicati.
Lettera Enciclica Spe Salvi del Sommo Pontefice Benedetto XVI, nn. 38 e 39
38. La misura dell’umanità si determina essenzialmente nel rapporto con la sofferenza e col sofferente. Questo vale per il singolo come per la società. Una società che non riesce ad accettare i sofferenti e non è capace di contribuire mediante la com-passione a far sì che la sofferenza venga condivisa e portata anche interiormente è una società crudele e disumana.
La società, però, non può accettare i sofferenti e sostenerli nella loro sofferenza, se i singoli non sono essi stessi capaci di ciò e, d’altra parte, il singolo non può accettare la sofferenza dell’altro se egli personalmente non riesce a trovare nella sofferenza un senso, un cammino di purificazione e di maturazione, un cammino di speranza. Accettare l’altro che soffre significa, infatti, assumere in qualche modo la sua sofferenza, cosicché essa diventa anche mia.
Il testo integrale si trova in:
http://w2.vatican.va/content/benedict-xvi/it/encyclicals/documents/ hf_ben-xvi_enc_20071130_spe-salvi.html
Dalla Nuova Carta degli operatori sanitari, nn. 8-9
Pontificio Consiglio per gli operatori sanitari (per la Pastorale della Salute), Nuova Carta degli operatori sanitari, LEV, Città del Vaticano 2016.
8. Nella pratica professionale quotidiana l’operatore sanitario, animato dallo spirito cristiano, scopre la dimensione trascendente propria della sua professione. Essa, infatti, oltrepassa il piano puramente umano del servizio alla persona sofferente, e assume così il carattere di testimonianza cristiana, e perciò di missione. Missione equivale a vocazione, cioè risposta a un appello trascendente, che prende forma nel volto sofferente dell’altro. Questa attività è prolungamento e attuazione della carità di Cristo, il quale «passò beneficando e sanando tutti» (At 10,38). E nel contempo carità diretta a Cristo: è lui l’ammalato – «ero malato» –, sicché egli ritiene rivolte a sé – «l’avete fatto a me» – le cure per il fratello (cfr. Mt 25,31-40). L’operatore sanitario è un riflesso del buon samaritano della parabola, che si ferma accanto all’uomo ferito, facendosi suo “prossimo” nella carità (cfr. Lc 10,29-37). In questa luce, l’operatore sanitario può essere considerato come ministro di Dio, che nella Scrittura è presentato come «amante della vita» (Sap 11,26).
9. La Chiesa considera «il servizio ai malati come parte integrante della sua missione». Questo significa che il ministero terapeutico degli operatori sanitari partecipa dell’azione pastorale ed evangelizzante della Chiesa. Il servizio alla vita diventa così ministero di salvezza, ossia annuncio che attua l’amore redentore di Cristo. «Medici, infermieri, altri operatori della salute, volontari, sono chiamati ad essere l’immagine viva di Cristo e della sua Chiesa nell’amore verso i malati e i sofferenti», ministri della vita.
A cura dell’Ufficio Nazionale per la pastorale della salute della CEI