Invito alla Giornata del Malato per la diocesi di Chiavari

Diocesi di Chiavari - Ufficio di Pastorale della Salute

XXVI GIORNATA MONDIALE DEL MALATO

11 e 16 febbraio 2020

«Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro» (Mt 11,28)

Consolati da Cristo per essere noi stessi consolazione degli afflitti

Carissimo/a,

come tutti gli anni proponiamo per la “giornata del malato” in diocesi la celebrazione della Santa Messa in cattedrale alle 15,30. La celebrazione sarà Domenica 16 febbraio. La data propria della giornata mondiale è il giorno 11 febbraio, data della ricorrenza della prima apparizione di N.S. a Lourdes, ma da molti anni abbiamo l'uso di celebrare una domenica vicino a tale data.

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Alcuni spunti, quasi dei titoli di piste di riflessione che un po' liberamente traggo dal messaggio del Santo Padre per la giornata:

Parte del messaggio rivolta non solo ai malati ma a tutti

Questa parte del messaggio è rivolta, in particolare, ai malati, ma anche a chi vive la condizione di fragilità umana e quindi è rivolta proprio a tutti

Andare a Gesù. “Venite a me”: Gesù si rivolge a chi è afflitto e sofferente con questa espressione. A tali persone, emarginate ed oppressi dal peso della legge Lui si rivolge con parole che hanno donato speranza, offrendo non nuove leggi, ma la sua persona che è misericordia che ristora.

Consolati diventiamo consolatori. Facendosi debole, sperimentando l'umana sofferenza Gesù è stato consolato dal Padre e diventa consolatore. Per essere consolatori possiamo noi stessi, in Gesù, fare lo stesso percorso: tutti viviamo la condizione di fragilità umana e proprio in questo viviamo la possibilità di prenderci cura gli uni degli altri.

Dal curare al prenderci cura: nel percorso di guarigione non possiamo puntare solo sulla integrità corporea, ma ad una “guarigione umana integrale”. Così potremmo prenderci cura non solo di corpi “guasti”, ma di persone e famiglie che hanno giovamento di una cura certo dei sintomi fisici, ma anche della cura di relazioni, affetti, pensiero, intelletto, spiritualità.

La chiesa, locanda del buon Samaritano: Gesù non ha dato ricette a chi è stanco ed oppresso, a chi è infermo, ma ha donato a chi è in questa condizione uno sguardo preferenziale: il dono della Sua vita è “terapia”. E c'è la “locanda”, una comunità di feriti che, curati, continua a prestare le cure del buon Samaritano.


Parte del messaggio rivolta in particolare agli operatori sanitari

Gli operatori sanitari: qui si apre un passaggio abbastanza lungo rivolto a loro. Il papa dice che gli operatori sanitari rendono presente alla persona malata il Cristo che cura a partire dalla loro competenza professionale [e non solo a partire dalla confessionalità, ndr].

Il malato non cessa di essere persona: agli operatori il papa ricorda di non mettere mai in secondo piano la dignità umana, non dimenticando che viene sempre prima il sostantivo “persona” rispetto all'aggettivo “malata”.

La vita è sempre sacra. “Ricordiamo che la vita è sacra, appartiene a Dio, pertanto è inviolabile e indisponibile”, “va accolta, tutelata, rispettata e servita dal suo nascere al suo morire”.

Obiezione di coscienza: ancora agli operatori i Francesco dice: “In certi casi, l’obiezione di coscienza è per voi la scelta necessaria per rimanere coerenti a questo alla vita e alla persona”. Questo è un tema delicato e, come pastori, in sede di confessione, direzione spirituale e formazione dovremmo essere in grado di sostenere e consigliare i nostri fedeli che sono operatori sanitari (e non solo loro).


Parte del messaggio solo parzialmente rivolto all'Italia (scenari di guerra, scelte politiche e risorse)

Ricordiamo che il messaggio del papa è rivolto a tutte le chiese del mondo, quindi alcuni passaggi diventano poco comprensibili se li applichiamo pari pari alla situazione italiana.

Scenari di guerra: l'aggressione ai luoghi di cura è spesso parte delle strategia bellica, purtroppo.

Il potere politico: il papa sottolinea che c'è chi pretende di manipolare l’assistenza medica a proprio favore, limitando la giusta autonomia della professione sanitaria.

I poveri ed i volontari: spesso chi è povero, ovviamente con problematiche differenti a seconda dei Paesi, non può accedere alle cure, cosa che è un vero attentato alla giustizia sociale. Spesso sono le figure preziose dei volontari a dare risposte in queste situazione di carenza.

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Ti chiediamo di invitare i malati a partecipare alla messa in cattedrale. Ti ricordo che le pubbliche assistenze sono disponibili ad accompagnare chi non avesse mezzi propri, previo accordo.

Ti sarà possibile partecipare alla concelebrazione? Sarà importante coinvolgere in modo particolare come gli anni passati anche i ministri straordinari della Comunione (che esercitano così spesso il loro ministero di comunione con le persone malate) sia circa la partecipazione alla Celebrazione in Cattedrale che l'invito alla partecipazione per gli ammalati. Puoi aiutarci ad invitare i ministri straordinari della Comunione della tua parrocchia?

Ti ricordiamo che sul sito diocesano della Pastorale della Salute trovi materiale utile (messaggio del papa, Sussidio CEI, Scheda liturgica, manifesti diocesani, ecc).

Grazie.

Don Mario Cagna

Chiavari, 9 gennaio 2020



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