QUARTIERE MUSULMANO
Il quartiere Musulmano (Suq al-Qattanin) è quello più vasto ed abitato della città. Situato a nord est della spianata del Tempio, l'aggira fino a raggiungere il Quartiere ebraico dopo essersi affiancato, ad ovest, al Quartiere cristiano.
Fu realizzato nel 1336 per volere del sultano al-Nair Mohammad e dell'emiro Tankiz al-Nasiri.
E' un quartiere medievale dal grande fascino per quello stile mamelucco rimasto indenne, sebbene molto degradato. Vi erano botteghe, bagni turchi ed un caravanserraglio. Abbandonato nel XIX sec. fu riaperto nel 1947 ed oggi appare ronzante di suoni e colori con le infinite botteghe dei suoi mercati, anche coperti. Si accede alla zona dalla porta di Damasco, una delle più belle della città.
Molte architetture Cristiane della Via Dolorosa (Via Crucis) sono state erette in questo quartiere con una convivenza alquanto precaria se non fosse per i commerci che questa percorrenza talvolta induce.
La CUPOLA della ROCCIA sulla spianata del Tempio.
Sul Monte Moria, area della spianata voluta da Erode ed area del Primo e del Secondo Tempio, nel 691 il Califfo Abd El Malik fece costruire un grandioso Santuario ottagonale, con una imponente cupola. Su quel luogo i Musulmani credono che Maometto sia asceso al cielo sul suo cavallo alato. Per gli Islamici è considerato il terzo sito più sacro al mondo.
Alla roccia nera, conservata all'interno dell'Edificio religioso, oltre alla memoria di Maometto, è legato anche il nome di Abramo che qui stava per sacrificare suo figlio Isacco partorito da Sara (o, secondo i musulmani, Ismaele partorito da Agar).
La struttura ottagonale dell'edificio con la Cupola ricoperta d'oro e con marmi e maiolica blu che lo rivestono interamente, ne fanno una vera magnificenza che si scorge da molto lontano. La cupola ha un diametro di oltre 20 metri ed è alta da terra mt. 35,30.
All'oro esterno della Cupola ne corrisponde (insieme al colore rosso) altrettanto internamente nelle decorazioni, anche musive, degli artisti bizantini che le realizzarono. Pare di ubriacarsi in questa luce ossessiva, ma ammirare questa bellezza di colonne, marmi e pavimento d'oro, realizzata nel 1994, non è consentito agli appartenenti alle altre religioni se non con molte limitazioni.
Nel corso dei secoli, nonostante abbia resistito a molti terremoti, guerre e quant'altro, la Cupola fu comunque restaurata più volte. L'opera più recente fu realizzata nel 1998, grazie al re giordano Hussein II che vendette una sua casa a Londra per finanziare l'acquisto di 80 kg. d'oro indispensabili per ricoprire la Cupola ormai degradata.
Dalla vasta spianata si domina tutta Gerusalemme ed in particolare la Valle del Cedron ed il Monte degli Ulivi, e lungo il suo perimetro meravigliosi edifici arabi fanno da sfondo al cielo.
Moschea Al-Aqsa (El Aska)
(Moschea più lontana)
Prima di raggiungere la sommità della spianata appare la Moschea Al Aska tutta rivestita di marmo bianco e con la cupola a nervature rivestita d'argento. Appartiene ad un grande complesso polifunzionale.
Non solo è considerata la più grande moschea del paese ma per i Musulmani è anche il luogo più sacro.
Poche ed incerte le notizie che riguardano le sue origini. Sembra sia sorta,in legno, sopra preesistenze bizantine a sua volta erette sopra un edificio erodiano.
L'edificio fu edificato fra il 705-715 per volere del califfo el Walid. L'aspetto attuale si deve ad interventi effettuati dal califfo az-Zahir a partire dal 1033.
I Templari (Ordine del Tempio) la trasformarono e la estesero facendone la loro sede ed utilizzandola come residenza.
Fu proprio nelle immediate vicinanze del Tempio di Salomone (I Tempio), luogo sacro anche per gli Ebrei, che nacque nel 1129, dopo la I^ Crociata (1096), l'ordine dei Cavalieri Templari con l'intento di salvaguardare i Pellegrini che si recavano in Terrasanta.
Riconquistato il Complesso Templare da Saladino (1187) fu riconvertito in Moschea ed abbellito. Anche sotto Solimano e durante tutto il periodo ottomano si ebbero notevoli interventi dopo terremoti ed incendi.
Nel 1938 le colonne di marmo interne vennero sostituite con altre in marmo donate da Mussolini, mentre il soffitto in legno fu restaurato grazie al re arabo Faruk.
L'interno, con colonne, mosaici, legno dorato e tappeti, è a 7 navate e lo spazio (mt. 90x60) può contenere 5.000 persone.
Nel 1951 durante la preghiera del venerdì qui venne ucciso re Abdullah di Giordania.
Con la proclamazione dello Stato di Israele, nel 1948, il monte del Tempio rimase nella zona musulmana (est) ma dal 1967, con la Guerra dei 6 giorni tutta Gerusalemme è governata da Israele che ha però concesso, per il Monte del Tempio, alla Fondazione islamica Waqf (Islamic Waqf Trust) una piena indipendenza dal Governo Israeliano, anche se quest'ultimo continua a mantenere il diritto di libero accesso per motivi di sicurezza.
E' da rilevare che da entrambe le fazioni, ebraica e musulmana, si sono avuti episodi di molestia ed intolleranza, anche gravi, giacché il Muro occidentale della spianata è il Muro del pianto dove pregano gli ebrei.
Nel 1990 un gruppo estremista ebraico che voleva ricostruire l'antico Tempio in questo luogo, giunse ad attaccare la Moschea che fu difesa dai Palestinesi musulmani. Ma anche dalla Moschea si sono registrati lanci di sassi sui sottostanti fedeli ebrei.
Guerre, intifade, attriti che continuano perennemente, inutilmente e spesso tragicamente. E' difficile per noi capire e comprendere e sarà ancor più difficile per loro vivere in una promiscuità senza confini, che, si, esistono ma si intersecano in connubi sconosciuti. Chissà mai quando finirà?
QUARTIERE EBRAICO
Situato a sud ovest della città, dove sorgeva in antico la città alta di Gerusalemme che fu distrutta da Tito nel 70 d.C., il Quartiere ebraico era ed è per gli Ebrei un luogo privilegiato della città (soprattutto nella parte nord) perché da qui si può ammirare il Monte del Tempio. Non a caso gli Ebrei ortodossi che vi abitano, circa 600 famiglie, pur di abitare vicino al Muro Occidentale (Kotel) sono disposti all'esborso di grosse cifre per l'acquisto di una abitazione. Anche oggi l'area risulta intrigante per quel suo groviglio di vicoli dove archi e pietra sono imperanti e gironzolare nelle sue stradine è un continuo stupore. Il luogo ha un che di medievale e di molto antico anche se in realtà molto è stato ricostruito dopo il 1967 quando sono iniziati anche imponenti scavi archeologici nella gran parte di Gerusalemme.
Uno di questi ha riportato alla luce alcune colonne bizantine molto deteriorate del cardo romano e poi sostituite. Rimaneggiato in epoca crociata, il cardo fu ridotto di dimensione e fra le colonne vennero inserite alcune botteghe. Gli scavi della zona hanno inoltre evidenziato che l'intera area fu abitata da tempi remoti lasciando stratificazioni di epoche diverse.
Dopo la distruzione di Gerusalemme, su quel sito, i romani costruirono la colonia di Aelia Capitolina dalla quale i Giudei furono banditi. Potevano accedervi solo come Pellegrini. Bando che si allentò in epoca bizantina. Da quel momento alcuni israeliti iniziarono a riabitare le case a ridosso del Muro occidentale. Questo Muro è tutto ciò che rimane del Tempio di Salomone.
Nel 1948 quando nella contrapposta guerra fra Palestinesi ed Israeliani i primi si aggiudicarono il controllo militare della zona est e del centro storico di Gerusalemme, gli Ebrei furono costretti ad andarsene nel quartiere occidentale perché il loro fu ridotto in rovina.
Ma nel 1967, con la guerra dei Sei giorni, Israele ha ripreso il controllo della città che, sebbene aleatorio, ancora perdura. Probabilmente questa conquista totale di Gerusalemme è il motivo centrale della continua belligeranza fra Palestina ed Israele. Successivamente al 1967, inoltre, le case arabe prospicienti il "Muro del pianto" furono abbattute per far posto al piazzale sul quale transitano e pregano fedeli, pellegrini e, perché no, anche turisti.
Muro Occidentale o MURO del PIANTO
(Kotel ha-Ma‘aravi)
Per mezzo di una passerella coperta, alquanto provvisoria, scendemmo nel piazzale dove insiste un lungo, alto muro di pietra. E'quello che noi conosciamo come Muro Occidentale appartenuto al Primo Tempio, quello di Salomone e che sostiene la soprastante Spianata delle Moschee. Probabilmente il Muro risale all'epoca di Erode ma gli Ebrei vi si recano in preghiera ricordando la distruzione del Tempio.
Il Primo Tempio fu costruito da Salomone per ottemperare il desiderio del padre, re David, nel X sec. a.C.
Distrutto dai Babilonesi nel 586 a.C. fu ricostruito il Secondo Tempio dal 536 al 515 a.C. Restaurato nel 164 a.C. da Giuda Maccabeo e ampliato da Erode verso il 19 a.C. fu terminato nel 64. d.C. e distrutto da Tito alcuni anni dopo, nel 70 d.C.
E' considerato uno dei luoghi più sacri della storia ebraica perché nel Tempio era custodita "l'Arca del patto" andata perduta. Non solo per questo gli Ebrei continuarono e continuano a venerare questo Muro con sacralità ma anche perché qui, sulla Pietra Divina (shethiyan) - Santo dei Santi-, iniziò la Creazione del Mondo.
Dopo la distruzione del Secondo Tempio, sotto la dominazione Bizantina, agli Ebrei era consentito di pregare e piangere (da qui la nostra definizione di "Muro del pianto") in questo luogo, solo una volta all'anno, per commemorarne la distruzione. Andavano però a pregare sulla roccia della spianata ma con l'avvento degli Arabi che eressero la Cupola d'oro, non avendo altra possibilità, iniziarono a pregare lungo il Muro.
Il Muro è considerato una Sinagoga a cielo aperto ed ogni anno, nella ricorrenza della sua distruzione, giungono qui Pellegrini da tutte le parti di Israele e del mondo.
E' accessibile a tutti con distinzioni, una transenna delimita il luogo riservato agli uomini a sinistra od alle donne a destra. Tutti devono vestire decorosamente, secondo certi canoni, per il rispetto del luogo. Nel caso, alle donne viene fornito un fazzoletto di cotone per coprirsi le spalle ed agli uomini, qualora non avessero un cappello, una kippah di carta.
Quando ci andai era un lunedì, che insieme al giovedì risulta particolarmente interessante perché in questi giorni i ragazzi ebrei ricevono il mitzwah (introduzione alla Comunità Ebraica).
Il periodo era concomitante anche con la Festa del Rosh ha Shana, ovvero il più importante dei tre Capodanni ebraici, che ricorda l'anniversario della creazione di Adamo ed Eva. Dopo 10 giorni penitenziali culmina con lo Yom Kippur ovvero "Giorno dell'Espiazione". Un periodo di pentimento e di analisi delle azioni e conseguenti trasgressioni compiute.
Ovviamente, a parte un calendario diverso, con mesi diversi e molto di più, in questa occasione viene intensificato il timore reverenziale che normalmente è dedicato allo Shabbat con digiuni, divieto di lavoro e qualsiasi attività.
Il piazzale era gremito ed a fatica si poteva raggiungere il Muro, ma qualcosa di speciale ed unico mi imponeva di raggiungerlo comunque, non per mettere un bigliettino fra le fessure delle pietre, che non feci, ma perché un qualcosa di spirituale e di unico, nonostante il caos in cui venimmo sommersi, sembrava avvolgere il luogo come se invece di aria circolasse materia. Sensazioni che ho normalmente provato nei silenzi dei miei Cammini, ma in un contesto così inquinato da gente diversa, mi parve una cosa davvero impossibile. Eppure anch'io lo toccai con mani e fronte e riflettei su questo vivere come se il mondo si fosse fermato.
Forse è l'unico modo per vivere in pace la vita, semplicemente accettandola; senza che l'esterno penetri nei nostri sentimenti e nelle nostre azioni.
Fu una sensazione unica che in qualche modo mi riconciliò anche con quel che accadde successivamente al S. Sepolcro.
Una delle cose che mi colpirono furono questi uomini dalle lunghe barbe e dalle treccine-riccioli pendenti dalle tempie, dai larghi cappelli e dai "pastrani" neri e talvolta pesanti in piena estate. Alcuni poi avevano un cappello di pelliccia che mi parve ridicolo oltre che incongruente. Ma loro lo ostentavano con orgoglio di appartenenza.
I capelli e la barba non devono mai essere tagliati perché rappresentano la presenza di Dio nella mente.
Questi praticanti ebrei religiosi sono pagati dallo Stato per studiare, soprattutto la Torah, pregare e fare figli.
Ne occorrono molti, giovani e pieni di entusiasmo per conservare un territorio sempre in guerra.
Un mondo in bianco ed in nero scandisce i loro giorni e non solo per il colore degli abiti che probabilmente si rifà alla luce ed alle tenebre, ma anche per quelle loro certezze ed intransigenze da noi comodamente dimenticate.
Anche sotto il cappello portano il kippah in segno di venerazione e nel mantello o sotto gli abiti indossano 4 frange che corrispondono ai 4 punti cardinali a ricordare che Dio è in ogni luogo.
Questo ricordo dovremmo averlo anche noi, almeno come comportamento morale nella vita.
Qui al Muro, non erano incuriositi dalla nostra presenza, ci "accettavano". Non so come riuscissero ad estraniarsi ed a pregare. Erano tutti con un libro in mano intenti a chissà quali rituali interni. Fu una strana impressione di raccoglimento che raramente ho incrociato nelle nostre Chiese.
E mi stupirono anche molti uomini che, spesso seduti, nella Galleria sotterranea interna, lungo il Muro, fossero intenti alla lettura ed alla preghiera.
Questa Galleria fu scoperta nel 1967 quando gli Ebrei distrussero il Quartiere dei Magrebini, nonostante le proteste dell'Unesco e del mondo intero, per ricavarne il grande piazzale antistante il Muro.
L'uscita dalla Galleria porta di fronte al Convento francescano, alla prima stazione della Via Crucis.
Un piccolo appunto per il quartiere ebraico di Mea Shearim, costruito a metà 1800 a ridosso della città antica. E' un mondo dove sembra che tutto si sia fermato, sia per l'ortodossia intransigente ed estrema dei suoi abitanti dediti allo studio della Bibbia ed ad una totale rinuncia alle comodità ed al benessere, sia per il divieto imposto agli "estranei" di abitarvi e di percorrerlo.