La Tiara papale, detta anche Triregno, è il copricapo extra-liturgico che ogni Papa indossa durante la cerimonia dell'incoronazione.
La tiara, simbolo proprio del papa, in origine era un semplice copricapo conico.
Nel XVI secolo prese la forma ovoidale e arrotondata che le è propria anche oggi. Fu di smalti diversi fino al XV secolo, quando fu esclusivamente d’argento e d’oro. Il più antico esempio di scudo papale timbrato da una tiara si trova in un manoscritto di Mathieu Paris (1250, ma l’uso della tiara in araldica si affermò solo nella prima metà del XIV secolo.
L’origine della tiara può riconoscersi nel cosiddetto Camelaucum o phrygium, un berretto conico di stoffa bianca di provenienza frigia, che passò dall’Oriente a Roma, dove fu considerato un simbolo di libertà, e di cui i papi cominciarono a servirsi fin dal IV secolo. Senza fondamento sembra tuttavia essere la leggenda che vede Silvestro I (314-335) il primo pontefice ad indossarla, dopo averla ricevuta dall’imperatore Costantino dopo l’editto di Milano (313), proprio come segno della libertà di culto.
In origine la tiara veniva dunque portata senza le corone. Tuttavia è ignoto il primo papa che inserì in questo copricapo la prima corona: alcuni fanno il nome di Simmaco (498-514), altri di Leone III (795-816), altri ancora di Niccolò I (858-867). E’ certo che in un inventario del Tesoro papale, datato 1295, si fa menzione di una tiara con una sola corona, come quella indossata da papa Innocenzo III (1198-1216).
S’ipotizza che la seconda corona sia stata aggiunta da Bonifacio VIII (1294-1303) nel 1298 a simbolizzare la sovranità spirituale. Sotto il suo pontificato, la tiara papale fu arricchita di gemme e da due corone. Forse con Clemente V (1305-1314), fu aggiunta una terza corona. Per questo motivo il copricapo, da allora, fu chiamato anche triregno. La data è confermata da un inventario datato 1315 in cui si fa menzione di una tiara con tre corone. Clemente V fu il primo ad indossare il triregno.
La prima rappresentazione di una tiara con tre corone è nella statua di Benedetto XII (+1342), i cui resti sono conservati nel Museo di Avignone in Francia.
A partire dal XIII secolo, dal triregno pendono due infule (vitte, caudae), completamente nere fino al XV sec. in seguito frangiate d’oro e caricate ciascuna di una crocetta pure d’oro.
Dal XVI secolo la tiara fu sormontata da un piccolo globo crociato d’oro, indicante l’universo.
Quando i papi assunsero il potere temporale sullo Stato Pontificio, la corona fu decorata con pietre preziose per sembrare più simile ad una corona principesca.
Non tutte le fonti però riconducono a questa cronologia. Una cronologia alternativa suggerisce che la prima corona sia stata aggiunta nel 1130, quale simbolo di sovranità sui territori dello Stato Pontificio. Bonifacio VIII, nel 1301, aggiunse la seconda corona, al tempo del confronto con Filippo il Bello, re di Francia, con l'intento di dimostrare che la sua autorità spirituale era superiore a qualsiasi altra civile. Benedetto XII nel 1342 infine aggiunse la terza corona a simbolizzare la superiorità dell'autorità morale del Papa rispetto ai monarchi civili, e inoltre voleva riaffermare il possesso d’Avignone.
Da allora tutti i papi l’hanno regolarmente indossato.
Papa Paolo VI, come tutti i papi che l'avevano preceduto, ricevette una tiara alla cerimonia d’incoronazione. Alla fine del Concilio Vaticano II, scese dal trono papale nella Basilica di San Pietro e, con gesto inaspettato e significativo, depose il triregno sull'altare quale gesto simbolico d’umiltà e di rinuncia a qualsiasi potere di natura politico-umana. Da allora, nessuno dei suoi successori ha portato più il triregno.
Nel 1964 il Pontefice volle mettere in vendita la tiara e darne il ricavato ai poveri. Il cardinale Spellman la chiese e l’acquistò. Essa è oggi esposta nella Basilica dell’Immacolata Concezione a Washington.
La decisione di abbandonare l'uso di questo appariscente simbolo del papato, fu molto contrastato dai Cattolici tradizionalisti, molti dei quali ancora continuano una campagna a favore del suo ripristino.
Papa Giovanni Paolo I non volle l'incoronazione, sostituendola con una cerimonia che fu chiamata "Solenne inizio del Ministero Petrino" e decise di ignorare la menzione all'incoronazione fatta da Paolo VI nella sua Costituzione Apostolica del 1975, Romano Pontifici Eligendo, "Infine il Pontefice sarà incoronato dal Cardinale Protodiacono e, entro un tempo conveniente, prenderà possesso della Patriarcale Arcibasilica Lateranense, secondo il rito prescritto".
Nell'omelia per l'inizio del pontificato, Giovanni Paolo II ripeté che lui, come il suo predecessore, non ha voluto né l'incoronazione né la tiara, e aggiunse: "Non è il tempo, infatti, di tornare ad un rito e a quello che, forse ingiustamente, è stato considerato come simbolo del potere temporale dei Papi".
E quando, nella sua Costituzione apostolica del 1996, Universi Dominici Gregis, rivide le regole per l'elezione del Papa, tolse ogni riferimento all'incoronazione papale sostituendola con il termine "inaugurazione".
Come nel documento di Paolo VI, la terminologia è descrittiva, non normativa. Inoltre, egli non stabilisce alcuna regola riguardo alla forma della "cerimonia d’inaugurazione del pontificato", che potrebbe anche essere nella forma di un’incoronazione. In ogni modo, il Papa non è vincolato a nessun cerimoniale fatto dai suoi predecessori, e può liberamente cambiarlo.
In occasione della festività di San Pietro e Paolo, il 29 giugno d’ogni anno, si usa rivestire della tiara e dei paramenti pontificali la famosa statua bronzea di San Pietro nella Basilica di San Pietro per onorare l'Apostolo di cui i papi si dichiarano successori.
Sebbene non sia più usata quale simbolo del potere papale, la tiara continua ad essere rappresentata sulla Bandiera vaticana e nello stemma della Santa Sede.
Simbologia
Non vi è alcuna certezza riguardo alla simbologia delle tre corone del Triregno, lo si comprende dalla miriade di vecchie e nuove interpretazioni che si sono andate sviluppando e che ancora sono proposte. Secondo un’interpretazione le tre corone simboleggiano il triplice potere del Papa, così com’era espresso nella vecchia formula dell’incoronazione papale, che fin dal 1596 designava il papa: "Padre dei principi e dei re, rettore del mondo e vicario in terra di Cristo".
Altri ancora lo hanno associato con la triplice missione di Cristo, che è "Sacerdote, Profeta-Maestro, Re".
Un'altra interpretazione tradizionale era che le tre corone si riferissero alla "Chiesa Militante sulla terra", la "Chiesa Purgante dopo la morte e prima del Paradiso", e alla "Chiesa trionfante nella ricompensa eterna".
Il triregno non era usato per le celebrazioni liturgiche, come la Messa, (per tali funzioni il Papa, come gli altri vescovi, indossa una mitra) ma le processioni solenni e nelle occasioni in cui il Papa era portato a spalla dal gruppo dei sediari sulla sedia gestatoria, una sorta di trono mobile il cui uso fu abolito da Giovanni Paolo II subito dopo la sua elezione nell'ottobre 1978. Anche il suo predecessore, Giovanni Paolo I, decise inizialmente di non usarla, ma fu costretto a ripristinarla, quando gli fu detto che la folla non poteva vederlo senza esser sollevato con la sedia. Inoltre, il triregno era usato per gli atti giuridici solenni, ad esempio, quando il papa parlava ex cathedra (usando l’Infallibilità papale). Era indossato anche quando il Papa, da Piazza San Pietro, impartiva la tradizionale benedizione Urbi et Orbi, a Natale e a Pasqua, la sola cerimonia che prevedeva l'uso della tiara.
L'occasione più conosciuta in cui il triregno era usato, era l’incoronazione papale, una cerimonia di sei ore che vedeva il papa portato a spalla, fino al luogo dell'incoronazione, sulla sedia gestatoria con alcuni attendenti che lo osannavano con flabelli (grandi ventagli in piume di struzzo). Tradizionalmente, l'incoronazione avveniva nella Basilica di San Pietro o nell'immediata vicinanza.
Pallio
Fino ad oggi la Tiara era comparsa solo nello stemma papale; ma già dall’attuale pontificato, papa Benedetto XVI, lo ha abolito definitivamente. Nello stesso tempo ha ripristinato per se l’uso del Pallio, la tipica insegna liturgica dei Sommi Pontefici, presente molto spesso in antiche raffigurazioni papali.
Il Sommo Pontefice può indossare il Sacro Pallio in tutte le celebrazioni della Santa Messa, invece gli arcivescovi metropoliti indossano il Sacro Pallio solamente nella propria arcidiocesi nei giorni ed occasioni specificati dal Pontificale Romanum e nella festa dell'Immacolata e di San Giuseppe, (aggiunte da Leone XIII).
Il pallio, nella sua forma presente, è una stretta fascia di stoffa, larga circa cinque centimetri, tessuta in lana bianca, incurvata al centro così da poterlo appoggiare alle spalle sopra la pianeta e due lembi pendenti davanti e dietro così che, vista sia davanti sia dietro, il paramento ricordi la lettera "Y". È decorato con sei croci nere o rosse di seta, una su ogni coda e quattro sull'incurvatura, è incrociato sulla spalla sinistra ed è guarnito, davanti e dietro, con tre spille d'oro e gioielli.
Queste ultime due caratteristiche sembrano essere un ricordo dei tempi in cui il pallio era una semplice sciarpa piegata a doppio e appuntata con una spilla sulla spalla sinistra.
Secondo alcune interpretazioni, il pallio rappresenta l'agnello portato sulla spalla da Gesù e sta ad indicare che il Papa ha ricevuto l'incarico di guidare il gregge a Lui affidatogli.
Le due strisce terminali di seta nera simboleggiano gli zoccoli della pecora.
I Palli sono confezionati con la lana di due agnelli bianchi allevati dai Padri Trappisti dell'Abbazia delle Tre Fontane.
Gli agnelli sono benedetti nella basilica di Sant'Agnese sulla Nomentana il 21 gennaio, giorno commemorativo della martire romana titolare della predetta chiesa. Il papa benedice gli agnelli, tradizionale simbolo della Santa, la cui lana servirà per confezionare il Pallio. La secolare tradizione della benedizione si ripete tutti gli anni il giorno della festa di Sant’Angese, Vergine e Martire, morta nel 350 circa e sepolta nella Basilica omonima in Via Nomentana, a Roma.
Le Suore di Santa Cecilia in Trastevere tessono i Palli con la lana degli agnelli appena tosati. Ogni anno, ai Primi Vespri della Solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, il papa benedice i nuovi Sacri Palli che sono custoditi, fino all'anno successivo, in una cassa d'argento dorato, conservata nella cosiddetta «nicchia dei palli» presso la Tomba di San Pietro, sotto l'Altare della Confessione, da dove sono prelevati per essere imposti ai metropoliti, o consegnati ai loro procuratori, dal cardinale proto diacono in nome del Romano Pontefice. Alla cerimonia di benedizione dei Sacri Palli, che avviene negli appartamenti privati del papa, partecipano due padri trappisti, due canonici del capitolo di San Giovanni, il decano del Tribunale della Rota Romana, due "sediari" (anticamente addetti a reggere la sedia gestatoria papale, attualmente personale dell'anticamera pontificia) e due officiali dell'Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice.
Il Pallio non può essere trasferito ad altri, e quando un metropolita muore, deve essere sepolto con lui.