Documento del Consiglio d'Istituto

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Documento approvato all’unanimità

dal Consiglio dell’Istituto “De Amicis – Laterza”

(Bari, 16/01/2012)

In un periodo di crisi e scarsità di risorse economiche da destinare alla spesa pubblica bisogna avere la lungimiranza di guardare oltre l’immediato. Esistono luoghi simbolici per una città, per un quartiere, che sono da salvaguardare in quanto tali, perché carichi di storia, memoria, utili a rafforzare quel radicamento comune che sempre più si va perdendo, la cui dismissione implica mancanza di cura e ascolto nei confronti di una comunità.

A Bari è stato creato l’Istituto Comprensivo “De Amicis-Laterza”, che nasce dalla fusione di scuole con identità e funzioni diverse nel quartiere, proprio perché da questa operazione complessa potesse scaturire nuovo slancio verso l’espansione, stando alle parole degli Assessori Losito [1] e Sasso che l’hanno fortemente voluto.

Al contrario, ora si viene a sapere che si sta cercando di cambiare la destinazione dei locali di uno di questi plessi storici per renderlo - in via transitoria - sede della Circoscrizione (in attesa della sede definitiva di San Marcello) tentando una vera e propria operazione di “ridimensionamento”, in nome di un mero risparmio di spesa.

L’Istituto Comprensivo verrebbe così privato di un bene inestimabile, strategico e insostituibile per tutta un’area del nostro quartiere, mentre intanto l’attacco alla nostra scuola, con relativo desiderio di un suo ridimensionamento da parte di istituzioni che dovrebbero tutelarci e sostenerci, è nei fatti: circolano sempre più insistenti voci relative “alla chiusura della Carlo Del Prete” che stanno dissuadendo moltissimi genitori dall’iscrivere qui i propri figli, per timore di un futuro incerto, il che comporterà perdita di personale e posti di lavoro nonché disagi per i bambini rimasti.

Non possiamo credere che dietro questa operazione ci sia malafede; speriamo che si tratti solo di gravi errori di “comunicazione”, anche se ciò è imperdonabile per chi riveste ruoli pubblici e da cui ci si aspetterebbe supporto nei confronti di una comunità scolastica viva e piena di meravigliose risorse umane e culturali, che è ora assediata da una diffusione di notizie infondate, divulgate in modo poco accorto, senza rispetto per il lavoro e l’impegno di chi sta operando con passione in funzione di un’espansione quantitativa e qualitativa degli alunni.

La Circoscrizione è un’istituzione la cui efficacia dipende dal valore e competenza delle persone elette (è sotto gli occhi di tutte che alcune, come la Sesta, sono molto attive ed efficienti, mentre altre fanno poco e ottengono risultati scarsi). Una scuola è invece un presidio culturale e sociale di respiro ben più ampio, che non dipende dagli umori elettorali ma crea cittadini consapevoli e competenti, prima che elettori.

E’ una visione miope credere che una scuola sia un luogo in cui la progettualità educativa si strutturi ancora sull’unità “classe” ben delimitata da un unico spazio fisico, che dovrebbe essere l’aula. Al contrario, una scuola moderna, di portata europea, ha spazi ampi e mobili, cangianti, da usare per attività di gruppo, laboratoriali, per un apprendimento di tipo cooperativo e trasversale, che vada ben oltre la didattica frontale, ultima desolante spiaggia a cui approdare quando si è compressi in spazi piccoli e asfittici.

Per questo noi oggi chiediamo alle istituzioni cittadine più risorse per riqualificare i nostri spazi e ampliare la nostra comunità, perché la scuola possa continuare ad essere quella fucina di attività pedagogiche e culturali che da sempre la caratterizza e restare un presidio inestimabile e inalienabile per il quartiere in vista di un futuro di più ampio respiro.

Infine ricordiamo che la nostra scuola ha accolto volentieri per anni gli uffici dell’anagrafe, proprio per venire incontro ai bisogni degli abitanti della zona.

Chiedere di più è davvero pensare in piccolo e senza amore.

[1] L’Assessore Fabio Losito ha spiegato le motivazioni che lo hanno spinto a proporre l’accorpamento delle nostre scuole: «Gli istituti comprensivi esistono in tutta Italia da anni e rappresentano una garanzia proprio per la continuità didattica. […]Non si tratta di un piano di razionalizzazione, ma di riordino. L'esigenza di procedere in questa direzione non nasce dal bisogno di risparmiare, in quanto il Comune non risparmierà un Euro, ma da quello di restituire dignità ad un segmento del percorso educativo, tanto delicato, come quello delle scuole secondarie di primo grado (ex medie) e di riequilibrare una situazione che trovo a tratti imbarazzante. L'ambizione è quella di riconnettere tra di loro gli Istituti, ad oggi ossessionati dalla competizione e offrire ai territori un punto di riferimento che possa accompagnare i bambini dall'infanzia all'adolescenza. Il percorso che ci ha portato ad elaborare la proposta è stato ampiamente partecipato ed il risultato finale è tutt'altro che ragionieristico. Le scelte sono state compiute con la volontà di ridurre al massimo l'impatto in termini di discontinuità. L'auspicio è che con la collaborazione di tutte e tutti si possa riuscire a migliorare l'assetto della rete scolastica nella nostra città.»