Riflessioni sul Rock della prof.ssa Lucia Addante

Più volte nella vita mi son chiesta che cosa fosse la cultura. Quando avevo la vostra età, la cultura per me era ciò che s’impara a scuola. Ma nonostante continui ancora oggi a pensare che la scuola sia fondamentale nella crescita culturale di ciascuno di noi, e che il dono più grande che può farvi un insegnante sia quello di stimolare la vostra curiosità e farvi appassionare alla cultura, crescendo, ho capito che la cultura è fuori e non dentro un’istituzione. Ho capito che la cultura è pari alla vostra fame di sapere e, se oltre ad essere affamati di conoscenza, sarete anche sufficientemente folli da agire senza lasciarvi condizionare da quello che pensano gli altri, non sarete solo uomini colti ma sarete pronti a cambiare il mondo.

Quando avevo 14 anni e la maggior parte dei miei coetanei ascoltava la musica leggera italiana e la discomusic in voga in quegli anni, rimasi colpita dalle note di una canzone cantata da un cantautore rock canadese di nome Neil Young, sconosciuto alla quasi totalità dei miei amici. Fu una delle esperienze più importanti della mia adolescenza: mi rivelò per la prima volta la persona che avrei voluto essere. E’ per questo che oggi posso dire che il rock mi ha cambiato la vita, così come l’ha cambiata a milioni di persone in tutto il mondo. Il rock ha cambiato il mio modo di pensare, il mio modo di vivere, di essere, ed è diventato così fortemente significativo e così vitalmente necessario, che è come una casa da abitare, un clima che si respira, un gergo proprio con cui identificarmi e comunicare. Se siamo qui adesso è perché crediamo nella forza ispiratrice della musica rock, nella sua capacità di farvi percepire emozioni e di farvi scoprire chiaramente tutto il potenziale che ognuno di voi ha dentro. Perché quello che siamo e che siete voi oggi lo dobbiamo anche alla musica e alla controcultura del rock, essenza autentica del mondo giovanile di tutti i tempi, contestatrice di regole prestabilite, di convenzioni sociali, di quei costumi morali che volevano che una donna fosse solo moglie e madre, che un uomo di colore fosse relegato ai margini della società e che l’omosessualità fosse una malattia da debellare. Perché il rock è la musica del cambiamento. E si evolve continuamente anche in rapporto con i mutamenti sociali e culturali: diventa inno alla pace quando Bob Dylan scrive una canzone come “Blowin’ in the wind” contro la guerra in Vietnam; diventa caritatevole quando il 13 luglio 1985 il megaconcerto Live Aid convoca alla solidarietà con l’Africa più di un miliardo e mezzo di spettatori in 152 nazioni; e si trasforma in avanguardia tecnologica quando nel 1986 Peter Gabriel crea il videoclip di “Sledgehammer” vincitore di 9 MTV AWARDS. Ma il rock è soprattutto immortale, immortale come lo sono i Rolling Stones, la band inglese formata da musicisti “giovani” di quasi settant’anni che continuano ancora oggi ad essere il simbolo della trasgressione giovanile!

E se per voi questo non è abbastanza, se pensate che questa musica non vi appartenga, se vi sentite troppo moderni per la musica rock, allora aprite le orecchie e fatela entrare dentro di voi, nella vostra anima. La sentirete danzare, vibrare, esultare, e non vi sarete mai sentiti così vivi come oggi!!!

Prof. ssa Lucia “Rocky” Addante