Così dice il Signore che ti ha fatto, che ti ha formato dal seno materno e ti soccorre:
«Non temere,….poiché io verserò acqua sul suolo assetato, torrenti sul terreno arido.
Verserò il mio spirito sulla tua discendenza, la mia benedizione sui tuoi posteri;
cresceranno fra l'erba, come salici lungo acque correnti.
Questi dirà: «Io appartengo al Signore», quegli si chiamerà Giacobbe;
altri scriverà sulla mano: «Del Signore», e verrà designato con il nome d'Israele».
Non siate ansiosi e non temete.
DAL VANGELO SECONDO MATTEO 11, 16-19
IN QUEL TEMPO, GESÙ DISSE ALLE FOLLE:
«A CHI POSSO PARAGONARE QUESTA GENERAZIONE? È SIMILE A BAMBINI CHE STANNO SEDUTI IN PIAZZA E, RIVOLTI AI COMPAGNI, GRIDANO:
“VI ABBIAMO SUONATO IL FLAUTO E NON AVETE BALLATO,
ABBIAMO CANTATO UN LAMENTO E NON VI SIETE BATTUTI IL PETTO!”.
È VENUTO GIOVANNI, CHE NON MANGIA E NON BEVE, E DICONO: “È INDEMONIATO”. È VENUTO IL FIGLIO DELL’UOMO, CHE MANGIA E BEVE, E DICONO: “ECCO, È UN MANGIONE E UN BEONE, UN AMICO DI PUBBLICANI E DI PECCATORI”.
MA LA SAPIENZA È STATA RICONOSCIUTA GIUSTA PER LE OPERE CHE ESSA COMPIE».
Non siamo mai contenti. Se qualcuno ci propone una vita di fede rigorosa e ascetica, basata sulla penitenza e la mortificazione, la fuggiamo perché la crediamo insostenibile e cupa. Se, invece, qualcuno mette l'accento sull'aspetto più gioioso della fede, la consideriamo troppo semplice e poco seria. Così è accaduto con Gesù, accusato di essere un mangione e un beone e di frequentare pessime compagnie. Ma anche Giovanni Battista era stato duramente criticato per la sua condotta di vita troppo austera... Ma cosa vogliamo veramente? Forse, dobbiamo ammetterlo, non lo sappiamo nemmeno noi. Vorremmo avere dei risultati senza faticare. Vorremmo essere graditi a Dio ma siamo molto più preoccupati di essere graditi agli uomini. Vorremmo essere santi ma senza convertirci. E avere una vita che fili via liscia senza problemi, facendo di Dio una specie di assicuratore. Smettiamola di fare come i bambini, prendiamo sul serio questo Dio che, solo, ci prende davvero sul serio. Il problema è che non abbiamo davvero il coraggio di convertirci per accogliere l'inaudito di Dio!
Se un regalo di Natale vogliamo preparare al Signore, quest’anno, potrebbe proprio essere il proposito di essere meno lamentosi, di riscoprire la gratitudine per tutto ciò che siamo, abbiamo e facciamo, smettendola di essere sempre imbronciati con tutti e riconoscendo i nostri limiti e le nostre responsabilità. Così, ad esempio, potremmo uscire dall’orribile pantano in cui la nostra società italiana si è infilata, fatto di rabbia e di scontentezza, tutti sempre pronti ad accusare gli altri sorvolando sulle proprie mancanze…
SIGNORE, MOLTE PERSONE NEGANO LA TUA PRESENZA E LA TUA ESISTENZA DAVANTI ALLA DOLOROSE CONTRARIETÀ DELLA VITA. RENDITI LORO COMPAGNO DI VIAGGIO, MAGARI ATTRAVERSO LA NOSTRA MEDIAZIONE, INSEGNANDOCI AD ESSERE LORO AMICI UMILI E SINCERI.
SIGNORE, NON SI INORGOGLISCE IL MIO CUORE E NON SI LEVA CON SUPERBIA IL MIO SGUARDO; NON VADO IN CERCA DI COSE GRANDI, SUPERIORI ALLE MIE FORZE. IO SONO TRANQUILLO E SERENO COME BIMBO SVEZZATO IN BRACCIO A SUA MADRE, COME UN BIMBO SVEZZATO È L'ANIMA MIA. SPERI ISRAELE NEL SIGNORE, ORA E SEMPRE. (SAL.130,1-3) PREPARAMI IL CUORE AL TUO NATALE!
DAL VANGELO SECONDO MATTEO 10, 28-33
IN QUEL TEMPO, GESÙ DISSE AI SUOI DISCEPOLI: «NON ABBIATE PAURA DI QUELLI CHE UCCIDONO IL CORPO, MA NON HANNO POTERE DI UCCIDERE L'ANIMA; TEMETE PIUTTOSTO COLUI CHE HA IL POTERE DI FAR PERIRE E L'ANIMA E IL CORPO NELLA GEENNA.
DUE PASSERI NON SI VENDONO FORSE PER UN SOLDO? EPPURE NEANCHE UNO DI ESSI CADRÀ A TERRA SENZA CHE IL PADRE VOSTRO LO VOGLIA.
QUANTO A VOI, PERFINO I CAPELLI DEL VOSTRO CAPO SONO TUTTI CONTATI; NON ABBIATE DUNQUE TIMORE: VOI VALETE PIÙ DI MOLTI PASSERI!
CHI DUNQUE MI RICONOSCERÀ DAVANTI AGLI UOMINI, ANCH'IO LO RICONOSCERÒ DAVANTI AL PADRE MIO CHE È NEI CIELI; CHI INVECE MI RINNEGHERÀ DAVANTI AGLI UOMINI, ANCH'IO LO RINNEGHERÒ DAVANTI AL PADRE MIO CHE È NEI CIELI».
Gesù incoraggia i suoi, mandati ad annunciare il Regno, operai nella messe inviati a consolare il gregge senza pastore. Essenzialità, comunione, credibilità... sono queste le condizioni di cui Gesù ha parlato nei giorni scorsi. Oggi, però, Gesù rassicura i suoi davanti all'eventualità della persecuzione e dell'incomprensione che potranno incontrare (tutt'altro che impossibile): se il Maestro è stato duramente contestato e rifiutato anch'essi possono incappare nella stessa sorte. Ma non hanno da temere: Dio conosce i suoi, li sostiene, li protegge come protegge gli uccellini che si librano nell'aria... Oggi il cristianesimo è diventata la religione più perseguitata al mondo; ogni anno sono migliaia i fedeli che vengono uccisi a causa della loro fede e ciò che spaventa è che questo feroce odio contro i cristiani è in crescita anche nei paesi civili e democratici, là dove la Chiesa viene accusata di ogni nefandezza e di ostacolare il “progresso”. Teniamo duro, allora, il Signore ci sostiene.
Gesù incoraggia i suoi a uscire allo scoperto, a testimoniare nella luce, a non vergognarsi mai della propria fede, che è credere in Cristo Gesù, sperare fortemente nelle sue promesse, amare con la forza che viene da Lui. "Non abbiate paura", ripete più volte. E apre i cuori alla piena fiducia in un Padre del quale siamo figli. Se è così tenero da "prendesi cura dei piccoli passeri", quanto più penserà, dunque, a noi!
A TE CONSEGNO, SIGNORE, OGNI POSSIBILE TIMORE. MI FIDO DI TE, PERCHÉ TU SEI MIO PADRE.
NON TI CHIEDO, SIGNORE, LA "PARLANTINA" FACILE, ABUSATA E STUCCHEVOLE, CIRCA LA MIA FEDE. TI CHIEDO PERÒ DI CONCEDERMI UNA PAROLA FRANCA, A TEMPO E LUOGO, IL CORAGGIO DELLE MIE CONVINZIONI TESTIMONIATE SOPRATTUTTO CON LA VITA.
SIGNORE, PERDONA SE IL VOLTO DELLE NOSTRE COMUNITÀ, DELLE NOSTRE CHIESE HA DIMENTICATO I TUOI TRATTI E ASSOMIGLIA PIÙ AD UN MONUMENTO CHE NESSUNO PIÙ VA A VISITARE.
DAL VANGELO SECONDO MATTEO 11, 28-30
IN QUEL TEMPO, GESÙ DISSE:
«VENITE A ME, VOI TUTTI CHE SIETE STANCHI E OPPRESSI, E IO VI DARÒ RISTORO. PRENDETE IL MIO GIOGO SOPRA DI VOI E IMPARATE DA ME, CHE SONO MITE E UMILE DI CUORE, E TROVERETE RISTORO PER LA VOSTRA VITA. IL MIO GIOGO INFATTI È DOLCE E IL MIO PESO LEGGERO».
Il Signore offre ristoro, ci chiede di andare da lui per trovare pace all'ansia del nostro cuore, al tormento della vita, al desiderio inespresso che non ci permette mai di essere totalmente realizzati. Andiamo da lui proprio perché da nessun'altra parte troviamo riposo, nessuno riesce a colmare la nostra sete di infinito. E il suo giogo è leggero. Esiste un giogo, certo, esiste un percorso da seguire, una regola da osservare, una misura da sperimentare. Abbiamo bisogno di tutta la vita per riuscire a orientare decisamente e definitivamente la nostra esistenza verso il bene del Vangelo e la fatica che facciamo, che a volte sembra tanta, è nulla rispetto al tanto bene che riceviamo dal frequentare il Signore. Il Signore ci colma il cuore e ci rende dolce e semplice osservare le parole che ci portano verso il bene. In questo tempo di avvento, tempo di silenziosa preghiera e di accoglienza, come Maria, come il Battista vogliamo fare ordine nel nostro cuore, vogliamo creare uno spazio in cui Dio possa ancora nascere e crescere. E ci fidiamo del Signore e di quanto egli ci propone: da lui vogliamo andare per trovare senso al nostro percorso.
Andiamo a lui perché lui solo può colmare la nostra sete di bene, il nostro grido di luce intima ed assoluta. Andiamo a lui in questo percorso di avvento che ci permette di ridefinire quale Dio vogliamo far nascere nella nostra vita. Andiamo a lui proprio perché sappiamo che lui solo può darci sollievo e ristoro. La fede è cammino, dinamismo, cambiamento. Se restiamo dove siamo non incontreremo Dio. Andiamo!
SIGNORE, QUEL “VENITE” COSI CALDO DI AMORE UMANO - DIVINO, TU LO RIVOLGI ANCHE A NOI, A ME. DAMMI DI ACCOGLIERLO CON UN CUORE DILATATO NELLA FEDE, CHE DIVENTA SERENITÀ DI GIORNI VISSUTI IN TE E CON TE.
DAL VANGELO SECONDO MATTEO 18, 12-14
IN QUEL TEMPO, GESÙ DISSE AI SUOI DISCEPOLI:
«CHE COSA VI PARE? SE UN UOMO HA CENTO PECORE E UNA DI LORO SI SMARRISCE, NON LASCERÀ LE NOVANTANOVE SUI MONTI E ANDRÀ A CERCARE QUELLA CHE SI È SMARRITA?
IN VERITÀ IO VI DICO: SE RIESCE A TROVARLA, SI RALLEGRERÀ PER QUELLA PIÙ CHE PER LE NOVANTANOVE CHE NON SI ERANO SMARRITE. COSÌ È VOLONTÀ DEL PADRE VOSTRO CHE È NEI CIELI, CHE NEANCHE UNO DI QUESTI PICCOLI SI PERDA».
Questo vuole il Padre: che nessuno vada perduto, mai. Tanto meno i piccoli, quelli sconfitti dalla vita, o travolti dalla tenebra. Dio vuole la salvezza, la propone, la offre, è venuto sulla terra per indicarla con forza. Perché, allora, molti che si dicono cristiani parlano sempre del Padre come di un severo giudice pronto a coglierci in fallo? Fa festa per coloro che riesce a recuperare, per tutti quelli che riesce a riportare nell'ovile. A volte, purtroppo, abbiamo la sensazione che le percentuali si siano rovesciate: un'unica pecora è rimasta nell'ovile e molti, come soluzione, propongono di alzare lo steccato perché non scappi pure lei! Come figli di questo pastore, come pecore appassionate di tanta attenzione, siamo chiamati ad uscire per camminare e cercare le tante pecore che non sanno davvero chi sia Dio. E avere il coraggio di osare, di ridire il Vangelo con chiarezza, di fuggire la tentazione di porre condizioni a chi è fuggito e di cercare di capirne le ragioni. Fedeli al Vangelo, come è il pastore, a non perdere nessuno. Facendo festa per ogni uomo per ogni donna che scopre la bellezza del Dio che viene.
Prepariamoci in questo tempo di attesa, tempo di silenzio e preghiera, di notti passate a vegliare - a lasciar nascere dentro di noi questa nuova e sconcertante notizia: Dio desidera salvarti, sei la gioia del tuo Dio. La nostra giornata diventa luce, diventa serena quotidianità, spazio interiore che prende coscienza della grandezza del cuore di Dio...
Vieni a cercarmi, Signore, nelle strade in cui smarrisco la serenità, vieni a cercarmi, pastore buono, e conducimi a casa, ne ho tanta nostalgia. Marana tha, vieni Signore Gesù!
SIGNORE SONO PICCOLO.
CREDO FORTEMENTE CHE TU MI STAI AMANDO COSÌ COME SONO E STAI ANCHE AIUTANDOMI A DIVENTARE COME IL TUO “BENE” MI VUOLE. SALVAMI DA QUALSIASI SCORAGGIAMENTO: TI AFFIDO LA MIA VITA, QUELLA DEI MIEI FRATELLI E SORELLE “PICCOLI”, PER I QUALI TU HAI DATO IL FIGLIO PER ECCELLENZA A NOSTRA REDENZIONE E SALVEZZA.
DAL VANGELO SECONDO LUCA 5, 17-26
UN GIORNO GESÙ STAVA INSEGNANDO. SEDEVANO LÀ ANCHE DEI FARISEI E MAESTRI DELLA LEGGE, VENUTI DA OGNI VILLAGGIO DELLA GALILEA E DELLA GIUDEA, E DA GERUSALEMME. E LA POTENZA DEL SIGNORE GLI FACEVA OPERARE GUARIGIONI.
ED ECCO, ALCUNI UOMINI, PORTANDO SU UN LETTO UN UOMO CHE ERA PARALIZZATO, CERCAVANO DI FARLO ENTRARE E DI METTERLO DAVANTI A LUI. NON TROVANDO DA QUALE PARTE FARLO ENTRARE A CAUSA DELLA FOLLA, SALIRONO SUL TETTO E, ATTRAVERSO LE TEGOLE, LO CALARONO CON IL LETTUCCIO DAVANTI A GESÙ NEL MEZZO DELLA STANZA.
VEDENDO LA LORO FEDE, DISSE: «UOMO, TI SONO PERDONATI I TUOI PECCATI». GLI SCRIBI E I FARISEI COMINCIARONO A DISCUTERE, DICENDO: «CHI È COSTUI CHE DICE BESTEMMIE? CHI PUÒ PERDONARE I PECCATI, SE NON DIO SOLTANTO?».
MA GESÙ, CONOSCIUTI I LORO RAGIONAMENTI, RISPOSE: «PERCHÉ PENSATE COSÌ NEL VOSTRO CUORE? CHE COSA È PIÙ FACILE: DIRE “TI SONO PERDONATI I TUOI PECCATI”, OPPURE DIRE “ÀLZATI E CAMMINA”? ORA, PERCHÉ SAPPIATE CHE IL FIGLIO DELL’UOMO HA IL POTERE SULLA TERRA DI PERDONARE I PECCATI, DICO A TE – DISSE AL PARALITICO –: ÀLZATI, PRENDI IL TUO LETTUCCIO E TORNA A CASA TUA». SUBITO EGLI SI ALZÒ DAVANTI A LORO, PRESE IL LETTUCCIO SU CUI ERA DISTESO E ANDÒ A CASA SUA, GLORIFICANDO DIO. TUTTI FURONO COLTI DA STUPORE E DAVANO GLORIA A DIO; PIENI DI TIMORE DICEVANO: «OGGI ABBIAMO VISTO COSE PRODIGIOSE».
Quante cose ci paralizzano nella vita! La paura, lo scoraggiamento, alcuni lati del nostro carattere, le inevitabili delusioni dello scorrere del tempo, una malattia, il peccato… A volte abbiamo la drammatica impressione di essere persi, di non essere in grado di cambiare, di non poter far nulla: la nostra piccola vita è segnata, non abbiamo sbocchi. In quei momenti dobbiamo pregare che il Signore ci regali degli amici come quelli del vangelo di oggi, che ti caricano in e ti portano davanti a Cristo, strattonando un po’ gli altri. Amici veri, che sanno di cosa hai bisogno, che sanno che non è di un cambiamento di abitudini o di città o di lavoro che necessiti, ma di una liberazione interiore, profonda. Hai bisogno di essere rinnovato nel tuo intimo, redento, perdonato. Abbiamo bisogno di poterci riconciliare con noi stessi, con i nostri sbagli, con il nostro peccato. Abbiamo bisogno di voltare pagina, sì, ma nel nostro modo di vedere le cose. E così, quando incontriamo Cristo, il nostro sguardo cambia, la nostra vita decolla. Siamo gli stessi, eppure il nostro è un cuore redento e perdonato e diventiamo capaci di amare.
O SIGNORE AIUTACI, A SENTIRCI "PARALIZZATI NELL'ANIMA", A SENTIRE FORTEMENTE IL BISOGNO DI TE, DEL TUO PERDONO! AIUTACI A TROVARE "AMICI", E AD "ESSERE AMICI" CHE MATERIALMENTE PORTANO A GESÙ, L'UNICO CHE PUÒ GUARIRE IN PIENEZZA LA NOSTRA VITA! PREPARAMI IL CUORE AL TUO NATALE!
SIGNORE, RENDIMI ATTENTO A SOLIDARIZZARE CON ALTRI NELL'ESERCIZIO DELLA MIA FEDE, PERCHÉ IL MONDO CREDA CHE SIAMO UNA REALTÀ FORTE IN TE.
DAL VANGELO SECONDO LUCA 3, 1-6
NELL’ANNO QUINDICESIMO DELL’IMPERO DI TIBERIO CESARE, MENTRE PONZIO PILATO ERA GOVERNATORE DELLA GIUDEA, ERODE TETRÀRCA DELLA GALILEA, E FILIPPO, SUO FRATELLO, TETRÀRCA DELL’ITURÈA E DELLA TRACONÌTIDE, E LISÀNIA TETRÀRCA DELL’ABILÈNE, SOTTO I SOMMI SACERDOTI ANNA E CÀIFA, LA PAROLA DI DIO VENNE SU GIOVANNI, FIGLIO DI ZACCARÌA, NEL DESERTO.
EGLI PERCORSE TUTTA LA REGIONE DEL GIORDANO, PREDICANDO UN BATTESIMO DI CONVERSIONE PER IL PERDONO DEI PECCATI, COM’È SCRITTO NEL LIBRO DEGLI ORACOLI DEL PROFETA ISAÌA: «VOCE DI UNO CHE GRIDA NEL DESERTO:
PREPARATE LA VIA DEL SIGNORE, RADDRIZZATE I SUOI SENTIERI!
OGNI BURRONE SARÀ RIEMPITO, OGNI MONTE E OGNI COLLE SARÀ ABBASSATO;
LE VIE TORTUOSE DIVERRANNO DIRITTE E QUELLE IMPERVIE, SPIANATE.
OGNI UOMO VEDRÀ LA SALVEZZA DI DIO!».
Giudaico che pagano. I sette personaggi,- pagani e giudei - che introducono il brano, ci dicono che la storia non sarà più sacra o profana, ma sarà "storia santa" - completezza della storia per tutti coloro che accoglieranno con "cuore contrito e umiliato" la Parola di Dio, Colui che "fattosi carne è venuto ad abitare in mezzo a noi"! E Giovanni viene avvolto da questa Parola nel deserto. "Come" avvenne non lo sappiamo, sappiamo solo il "dove" avvenne: nel deserto. Il deserto è - da sempre - luogo dell'intimità e della prova, luogo che ci indica il cammino, l'esodo, l'uscire da sé: è la via di Dio! E Giovanni sceglie di "abitare" questa condizione di deserto per poter diventare ed essere "voce"!
E' tutto un susseguirsi di titoli altisonanti: "Imperatore", "governatore", "tetrarca"... e invece Dio sceglie Giovanni nel deserto per manifestare la sua Parola. Non sa che farsene della potenza, dell'orgoglio delle nazioni. E' nel deserto che Giovanni si scontra con la Parola. Nel deserto del silenzio e della spogliazione, nel deserto della sofferenza e della solitudine possiamo, paradossalmente, ritrovare la Parola. Per accogliere questa Parola che viene, sembra dirci Giovanni, questo Dio misterioso occorre spianare la strada, dipanare un sentiero dentro il nostro quotidiano. Ecco allora un programma concreto di lavori in corso: raddrizzare i sentieri, riempire i burroni, spianare le montagne. Raddrizzare i sentieri: un pensiero semplice, lineare, senza troppi giri di testa. Riempire i burroni delle nostre fragilità. Ognuno di noi porta delle tenebre nel cuore: l'importante è che non ci parlino, l'importante è non dar loro retta. Spianare le montagne. In un mondo basato sull'immagine conta più l'apparenza della sostanza.
Gesù, Parola del Padre, si serve della voce del Battezzatore per raggiungere te, me e ogni cuore disponibile. Ci vuol trasformare, a nostra volta, in banditori del messaggio di speranza, di gioia, di liberazione.
Sì, nel deserto della storia di oggi, gridiamo con la nostra vita l'urgenza di preparare la via al Signore in rettitudine e ricerca del bene di tutti.
Deponiamo l'abito dell'apparenza e del perbenismo e indossiamo quello della semplicità e della verità.
"Raddrizziamo i sentieri" lasciamoci cioè plasmare dalla Parola del Signore per avere una mentalità evangelica che converta i nostri atteggiamenti e scelte, Nel concreto della nostra vita, eliminiamo con coraggio i "monti" dell'orgoglio e della vanità, colmando le "valli" del vuoto e dell'insulsaggine riprendendo in mano il nostro Battesimo, in un rinnovato cammino di sequela.
E' a questa condizione che potremo portare nel nostro ambiente Gesù, salvezza per il nostro cuore e per tutti
AIUTAMI SIGNORE A NON SCAPPARE DELLA STORIA, DALLA MIA STORIA PERCHÉ QUESTA È IL TUO DESERTO, LUOGO DELLA TUA PRESENZA, LUOGO NEL QUALE TU "VIENI" NELLA MIA VITA E LA TRASFORMI RENDENDOLA PIÙ UMANA, LIBERANDOLA DA SOGNI DI GRANDEZZA, PURIFICANDOLA, PER POTERMI FARE TUA VOCE!
PREPARAMI IL CUORE AL TUO NATALE!
DAL VANGELO SECONDO MATTEO 7, 21.24-27
IN QUEL TEMPO, GESÙ DISSE AI SUOI DISCEPOLI:
«NON CHIUNQUE MI DICE: “SIGNORE, SIGNORE”, ENTRERÀ NEL REGNO DEI CIELI, MA COLUI CHE FA LA VOLONTÀ DEL PADRE MIO CHE È NEI CIELI.
PERCIÒ CHIUNQUE ASCOLTA QUESTE MIE PAROLE E LE METTE IN PRATICA, SARÀ SIMILE A UN UOMO SAGGIO, CHE HA COSTRUITO LA SUA CASA SULLA ROCCIA. CADDE LA PIOGGIA, STRARIPARONO I FIUMI, SOFFIARONO I VENTI E SI ABBATTERONO SU QUELLA CASA, MA ESSA NON CADDE, PERCHÉ ERA FONDATA SULLA ROCCIA.
CHIUNQUE ASCOLTA QUESTE MIE PAROLE E NON LE METTE IN PRATICA, SARÀ SIMILE A UN UOMO STOLTO, CHE HA COSTRUITO LA SUA CASA SULLA SABBIA. CADDE LA PIOGGIA, STRARIPARONO I FIUMI, SOFFIARONO I VENTI E SI ABBATTERONO SU QUELLA CASA, ED ESSA CADDE E LA SUA ROVINA FU GRANDE».
Su cosa stiamo costruendo la nostra casa interiore? sulla sabbia delle opinioni del mondo o sulla roccia della Parola immutabile di Dio? Spesso, troppo spesso, siamo travolti dalle cose da fare e diamo per assolute una serie di verità che tali non sono. È il mondo a stabilire le nostre priorità, i nostri sogni, i nostri umori. Se avessimo il coraggio infine, di prendere sul serio il vangelo! Di metterlo come fondamenta delle nostre scelte quotidiane! Chiederci, davanti a una scelta, cosa avrebbe fatto Gesù al posto nostro e chiedere allo Spirito di intervenire nel nostro discernimento! Le nostre sono case fragili che costruiscono quartieri fragili che costituiscono grandi città fragili basate sull'opinione, sull'emozione, sulla rabbia, sulla parte oscura che abita in ciascuno di noi! Basta un soffio di vento per ribaltare le nostre opinioni, per cambiare le nostre prospettive. Siamo preda del sentire comune, incapaci, spesso, di avere idee personali. Mettiamoci alla scuola del vangelo, davvero, sul serio. Facciamo in modo che sia la Parola a valutare le nostre scelte a fornire un giudizio credibile e definitivo sul mondo.
Ci prepariamo al Natale ascoltando. Perché dall'ascolto nasce la fede, perché è il Verbo che si fa carne e anche le nostre parole diventano concretezza e manifestano emozioni, sentimenti, passione, decisioni. La Parola instaura relazioni, le rafforza, le mette in crisi. Come posso fare per accogliere davvero il Signore? E farlo nascere in me? E farlo crescere nella mia quotidianità? Il dramma del nostro cristianesimo, spesso, è essere dissociato dalla vita: da una parte la fede, dall'altra le nostre decisioni, i nostri problemi, le nostre relazioni. Se Dio si incarna, se la Parola si fa carne anche in noi la Parola si fa carne, concretezza, decisione, cambiamento, conversione. Su cosa abbiamo costruito la casa della nostra vita? Su quali certezze e convinzioni? Il Signore ci invita a costruire la casa sulla roccia per poter essere saldi anche quando, inevitabilmente, gli eventi della vita ci scuotono nel profondo.
SIGNORE, LA TUA PAROLA È LA VERA RISPOSTA ALLE DOMANDE DI FONDO DEL MIO ESISTERE. DAMMI, PERSEVERANZA NELL'ASCOLTARLA OGNI GIORNO E CORAGGIO NEL METTERLA IN PRATICA SEMPRE: QUANDO È FACILE E QUANDO È DIFFICILE. SEMPRE MI AIUTI LA TUA GRAZIA.
DAL VANGELO SECONDO MATTEO 15, 29-37
IN QUEL TEMPO, GESÙ GIUNSE PRESSO IL MARE DI GALILEA E, SALITO SUL MONTE, LÌ SI FERMÒ. ATTORNO A LUI SI RADUNÒ MOLTA FOLLA, RECANDO CON SÉ ZOPPI, STORPI, CIECHI, SORDI E MOLTI ALTRI MALATI; LI DEPOSERO AI SUOI PIEDI, ED EGLI LI GUARÌ, TANTO CHE LA FOLLA ERA PIENA DI STUPORE NEL VEDERE I MUTI CHE PARLAVANO, GLI STORPI GUARITI, GLI ZOPPI CHE CAMMINAVANO E I CIECHI CHE VEDEVANO. E LODAVA IL DIO D’ISRAELE.
ALLORA GESÙ CHIAMÒ A SÉ I SUOI DISCEPOLI E DISSE: «SENTO COMPASSIONE PER LA FOLLA. ORMAI DA TRE GIORNI STANNO CON ME E NON HANNO DA MANGIARE. NON VOGLIO RIMANDARLI DIGIUNI, PERCHÉ NON VENGANO MENO LUNGO IL CAMMINO». E I DISCEPOLI GLI DISSERO: «COME POSSIAMO TROVARE IN UN DESERTO TANTI PANI DA SFAMARE UNA FOLLA COSÌ GRANDE?».
GESÙ DOMANDÒ LORO: «QUANTI PANI AVETE?». DISSERO: «SETTE, E POCHI PESCIOLINI». DOPO AVER ORDINATO ALLA FOLLA DI SEDERSI PER TERRA, PRESE I SETTE PANI E I PESCI, RESE GRAZIE, LI SPEZZÒ E LI DAVA AI DISCEPOLI, E I DISCEPOLI ALLA FOLLA.
TUTTI MANGIARONO A SAZIETÀ. PORTARONO VIA I PEZZI AVANZATI: SETTE SPORTE PIENE.
Il Dio che è nato, il Dio che ancora deve nascere e rinascere nei nostri cuori è il Dio che prova compassione davanti al dolore e alla malattia. Non il Dio asettico e indifferente che dall'alto della sua perfezione guarda annoiato il destino degli uomini e li giudica con severità. Il Dio di Gesù opera e guarisce, restituisce salute e dignità, allarga gli orizzonti, crea nuove dinamiche fra le persone. È lui che interviene, è lui che cambia, è lui che trasforma. E che chiede anche a noi un cambiamento, una conversione. Cambiare la nostra idea su Dio, ad esempio. Da uno che risolve i problemi sfamando la folla a uno che chiede a ciascuno di noi, a tutti, di mettere in gioco ciò che siamo, ciò che abbiamo per poter sfamare la folla. Quanto è difficile credere in un Dio che ci chiede di dargli una mano! Quanto vorremmo (e così spesso facciamo) un Dio che interviene a risolvere i guai che il nostro egoismo ha provocato! Accogliamo il Dio di Gesù con serietà, smettiamola di invocare qualcuno che risolve i problemi invece di aiutarci a riconoscerli. E mettiamo sul piatto quel poco che siamo, perché la nostra generosità sfami ogni cuore.
La presenza di Gesù è sempre un evento salvifico, sia dal punto di vista materiale, come avvenne ai suoi contemporanei, sia da quello spirituale, per noi che ci riceviamo la comunione. Rendiamo dunque grazie a Gesù così vicino a ciascuno degli uomini e così generoso nell'aiutarci sempre.
SIGNORE, AMMIRIAMO LA TUA BONTÀ E LA TUA ATTENZIONE ALLE NECESSITÀ DELLE PERSONE.
«IL SIGNORE È IL MIO PASTORE: NON MANCO DI NULLA...
RINFRANCA L'ANIMA MIA, MI GUIDA PER IL GIUSTO CAMMINO...
DAVANTI A ME TU PREPARI UNA MENSA,...UNGI DI OLIO IL MIO CAPO...
BONTÀ E FEDELTÀ MI SARANNO COMPAGNE TUTTI I GIORNI DELLA MIA VITA,
ABITERÒ ANCORA NELLA CASA DEL SIGNORE PER LUNGHI GIORNI»
DAL VANGELO SECONDO LUCA 10, 21-24
IN QUELLA STESSA ORA GESÙ ESULTÒ DI GIOIA NELLO SPIRITO SANTO E DISSE: «TI RENDO LODE, O PADRE, SIGNORE DEL CIELO E DELLA TERRA, PERCHÉ HAI NASCOSTO QUESTE COSE AI SAPIENTI E AI DOTTI E LE HAI RIVELATE AI PICCOLI. SÌ, O PADRE, PERCHÉ COSÌ HAI DECISO NELLA TUA BENEVOLENZA. TUTTO È STATO DATO A ME DAL PADRE MIO E NESSUNO SA CHI È IL FIGLIO SE NON IL PADRE, NÉ CHI È IL PADRE SE NON IL FIGLIO E COLUI AL QUALE IL FIGLIO VORRÀ RIVELARLO».
E, RIVOLTO AI DISCEPOLI, IN DISPARTE, DISSE: «BEATI GLI OCCHI CHE VEDONO CIÒ CHE VOI VEDETE. IO VI DICO CHE MOLTI PROFETI E RE HANNO VOLUTO VEDERE CIÒ CHE VOI GUARDATE, MA NON LO VIDERO, E ASCOLTARE CIÒ CHE VOI ASCOLTATE, MA NON LO ASCOLTARONO».
Per prepararci al Natale, per ravvivare la presenza di Cristo in noi, siamo chiamati ad entrare nella logica del Padre. Gesù stesso ne è affascinato e stupito: non sono i dotti e sapienti a fare esperienza di Dio, ma le persone semplici, coloro che non si aspettano nulla dalla vita... Non è complicato conoscere Dio, richiede un cuore trasparente e umile, un cuore che sappia porsi con stupore dinanzi al mistero della vita. Beati noi che abbiamo conosciuto il Signore Gesù! Beati noi che abbiamo visto la presenza di Cristo nel manifestarsi dei giorni! Beati noi che crediamo senza avere visto! Proviamo a interrogarci con onestà: cosa saremmo se non avessimo conosciuto il Maestro? Cosa sarebbe di noi? L'avvento è il tempo che ci fa prendere consapevolezza dell'immenso dono che abbiamo ricevuto, della gioia che portiamo nel cuore, del bene che ci è stato donato. Un bene ricevuto e che ancora possiamo ricevere, un dono che cresce anno per anno, di luce in luce, di grazia in grazia. Bene, cercatori di Dio, lodiamo il Signore per ciò che siamo e spalanchiamo il nostro cuore per diventare ciò che il Signore vuole che diventiamo!
Gesù gioisce lodando il Padre, che rivela le sue cose non alle persone erudite o a coloro che presumono di sapere già tutto, ma ai piccoli, ai semplici di cuore, a quelli che non sono complicati o guardano con sufficienza gli altri. Si tratta quindi di mettersi all'ascolto del Signore con umiltà e disponibilità e vivere la sua parola, aprendosi con stupore dinanzi al mistero della tenerezza e della vita.
L'Avvento è un tempo propizio per prendere coscienza del dono immenso della grazia e della luce divina, ricuperare l'infanzia dello spirito, che ci rende umili e aperti, a fissare il volto di un Bimbo, il Figlio di Dio, che si è reso fragile creatura per riportarci all'innocenza originaria.
O SIGNORE, RENDI TRASPARENTE LA MIA VITA AL TUO AMORE E ALLA TUA LUCE, PERCHÉ POSSA ACCOGLIERTI NELLA SEMPLICITÀ E NELLA CONSAPEVOLEZZE DI ESSERE "PICCOLO" DAVANTI A TE.
DAL VANGELO SECONDO LUCA 21,25-28.34-36
IN QUEL TEMPO, GESÙ DISSE AI SUOI DISCEPOLI:
«VI SARANNO SEGNI NEL SOLE, NELLA LUNA E NELLE STELLE, E SULLA TERRA ANGOSCIA DI POPOLI IN ANSIA PER IL FRAGORE DEL MARE E DEI FLUTTI, MENTRE GLI UOMINI MORIRANNO PER LA PAURA E PER L’ATTESA DI CIÒ CHE DOVRÀ ACCADERE SULLA TERRA. LE POTENZE DEI CIELI INFATTI SARANNO SCONVOLTE.
ALLORA VEDRANNO IL FIGLIO DELL’UOMO VENIRE SU UNA NUBE CON GRANDE POTENZA E GLORIA.
QUANDO COMINCERANNO AD ACCADERE QUESTE COSE, RISOLLEVATEVI E ALZATE IL CAPO, PERCHÉ LA VOSTRA LIBERAZIONE È VICINA.
STATE ATTENTI A VOI STESSI, CHE I VOSTRI CUORI NON SI APPESANTISCANO IN DISSIPAZIONI, UBRIACHEZZE E AFFANNI DELLA VITA E CHE QUEL GIORNO NON VI PIOMBI ADDOSSO ALL'IMPROVVISO; COME UN LACCIO INFATTI ESSO SI ABBATTERÀ SOPRA TUTTI COLORO CHE ABITANO SULLA FACCIA DI TUTTA LA TERRA. VEGLIATE IN OGNI MOMENTO PREGANDO, PERCHÉ ABBIATE LA FORZA DI SFUGGIRE A TUTTO CIÒ CHE STA PER ACCADERE, E DI COMPARIRE DAVANTI AL FIGLIO DELL’UOMO».
Oggi incomincia il nuovo anno liturgico con la prima Domenica di Avvento. Siamo invitati pertanto dalla Chiesa a entrare con piena docilità allo Spirito in questo Tempo di preparazione alla venuta del Cristo nel suo Natale.
Inoltre l'invito accorato alla vigilanza e alla preghiera, che ci viene da Gesù in questa prima Domenica di Avvento, deve farci riflettere su quanto siano centrali nella nostra vita cristiana queste tre parole importanti.
- LA VIGILANZA. Il tempo che scorre veloce nel tran tran abitudinario e nella monotonia dei giorni che passano tutti uguali, porta con sé il rischio di una certa stanchezza fisica e anche interiore, che attenua e addormenta la nostra vigile attenzione, inducendo una specie di torpore e di scoraggiamento spirituale. La vigilanza che ci richiede Gesù in questo tempo di Grazia è una medicina appropriata contro il rischio della tiepidezza spirituale: «Vegliate in ogni momento». L'Avvento è tempo di Vigilanza!
- LA SPERANZA. Io non sono quello che aspettava l'Avvento l'anno scorso... La vita ci cambia, talvolta in positivo, talaltra in negativo. Ma ho assoluto bisogno di fare spazio nel mio cuore alla Speranza di poter cambiare in meglio, grazie all'Uomo Nuovo che viene a salvarmi.
Accendiamo, dunque, la prima candela della corona di Avvento: è la Speranza. L'Avvento è tempo di Speranza!
- LA PREGHIERA. A volte abbiamo l'impressione che il male sia più forte del bene, che l'odio prevalga sull'amore! Oltre che di Speranza, abbiamo bisogno soprattutto di preghiera, una preghiera continua e incessante. L'Avvento è tempo di Preghiera!
È Dio stesso che si impegna con questa parola. È Gesù a parlarci del ritorno glorioso che renderà manifesta la sua definitiva vittoria. Una promessa che pone in stato di attesa, che sollecita ad essere vigilanti, ma anche profeti di speranza.
Sulle tenebre di una storia che sembra cancellare ogni impronta di bene, si è accesa una luce che non si spegnerà mai più. Una luce che è stata affidata alle nostre mani perché la teniamo ben alta, perché sia come un faro che indica ai naufraghi la meta.
COME LE VERGINI SAGGE, VOGLIO VEGLIARE, SIGNORE, CUSTODENDO LA LAMPADA DELLA FEDE E TENENDOLA BEN ALTA PERCHÉ NESSUNO SI SMARRISCA: QUANTO PIÙ LE TENEBRE SONO FITTE, TANTO PIÙ L'AURORA È VICINA!