INFO S@rmede Bollettino informativo della parrocchia di S. Antonio
Domenica 30 settembre, il sole deve ancora spuntare, ma nella piazza di Sarmede vi è un piccolo fermento, auto che arrivano, scaricano persone e ripartono. Gente che cammina veloce nel buio e raggiunge un pullman che sta scaldando i motori. Ore 05.30 si parte, destinazione Loreto nelle incantevoli Marche. Anche noi della redazione del Giornalino non potevamo non partecipare, dobbiamo assolutamente documentare la visita al nostro Arcivescovo, il nostro Don Fabio, che da quasi un anno è li che opera la sua missione.
Ci contiamo: 53 pellegrini e due autisti in viaggio verso questo rinomato luogo di culto.
Il viaggio scorre tranquillo, qualche chiacchiera sussurrata per non disturbare la maggior parte dei viaggiatori che sono ancora assopiti, fino alla tappa obbligatoria per un po’ di ristoro e per bere un caldo caffè che ci augura il buon giorno. E poi … dolci colline, il calmo mare Adriatico sullo sfondo e … Loreto.
Scesi, subito l’ingresso al Duomo, perché sta per incominciare la funzione e non la si può assolutamente perdere, dato che a celebrarla c’è il nostro compaesano.
La chiesa è gremita e purtroppo il nostro gruppo viene suddiviso. Incominciano i canti ed assistiamo incantati all’inizio della Santa Messa. Escono i chierichetti, escono i parroci ed infine per ultimo, ecco il nostro Arcivescovo. Rimaniamo stupefatti e ci chiediamo come fa, con la sua figura così esile, indossare quella veste che comporta tanta responsabilità: è il Pastore e la guida di molti confratelli e molte consorelle, ma soprattutto di una moltitudine di fedeli provenienti da ogni dove.
I nostri interrogativi vengono interrotti dalla interessante omelia che ci induce a mille riflessioni… non è cambiato, non importa ove sia, non importa che stola indossi, ma il suo stile è inconfondibile: è il nostro Don Fabio.
La sua umiltà ci fa gioire quando a fine funzione si lascia scappare con un certo orgoglio, di essere felice per la visita dei suoi concittadini di Sarmede, venuti a controllare il suo operato e soprattutto “se mi sto comportando bene” che strappa un sorriso a tutti i partecipanti.
Dopo la Santa Messa, ci è gradito partecipare al pranzo presso la Casa dell’Accoglienza e siamo orgogliosi di poter condividere questo lieto momento con il nostro Don Fabio.
Tra chiacchiere, battute, scherzi vari, assistiamo allo scambio dei regali. I coscritti del 1965, coscritti di Don Fabio, si sono preoccupati della sua permanenza in un luogo così lontano da casa ed hanno pensato di non fargli mancare le tradizioni a cui è legato, regalandogli delle morbide e divertenti ciabatte, un caldo plaid ed una borsa dell’acqua calda utile per ogni esigenza ed in ogni circostanza. Don Fabio è entusiasta, gira tra i tavoli, chiacchiera e saluta tutti, vuole avere notizie di Sarmede e dei suoi concittadini, ci racconta del suo operato, dei suoi numerosi impegni, della bellezza dei luoghi e dei marchigiani e ci fa dono di un piccolo souvenir in memoria di questo spensierato giorno.
Purtroppo il tempo scorre veloce ed alcuni impegni improrogabili costringono l’Arcivescovo a salutarci. Saluto che ci arriva dopo la sua santa benedizione.
La nostra visita a Loreto prosegue, molti di noi vanno a visitare il Duomo, la casa di Maria Bambina sita al suo interno, la piazza e le vie di questa deliziosa cittadina.
Conversiamo con i negozianti e gli abitanti e tutti si dimostrano contenti di questo nuovo giovane e sorridente vescovo, tanto che ne siamo fieri.
Arrivano le cinque del pomeriggio ed è ora di ripartire. Il viaggio di ritorno e allietato da canti, barzellette, racconti, ricordi e perché no, anche qualche preghiera che ci accompagna sulla via di ritorno.
Siamo soddisfatti di questa trasferta, di aver visto con i nostri occhi la serietà, l’entusiasmo, l’intensità e la fede con cui Don Fabio sta proseguendo la sua missione e che anche lì, nelle dolci colline marchigiane, è giunta la magia che si respira a Sarmede.
Ringraziamo i coscritti 1965 per aver ideato ed organizzato questa gita che ci ha posto sulle tracce dell’Arcivescovo Don Fabio.
Mara Tavian
LUMEN CHRISTI
O Notte Beata
tu sola hai meritato
di conoscere i tempi e l'ora
in cui Cristo è risorto dagli inferi.
Di questa notte è stato scritto:
la notte splenderà come il giorno,
e sarà fonte di luce per la mia delizia.
O notte veramente gloriosa,
che ricongiunge la terra al cielo
e l'uomo al suo creatore!
VEGLIA PASQUALE
Liturgia della Luce
Il Cristo ieri e oggi
Il santo mistero di questa notte sconfigge il male,
lava le colpe, restituisce l'innocenza ai peccatori,
la gioia agli afflitti.
Ti preghiamo dunque, Signore,
che questo cero, offerto in onore del tuo nome
per illuminare l'scurità di questa notte,
risplenda di luce che mai si spegne.
Salga a te come profumo soave,
si confonda con le stelle del cielo.
Lo trovi acceso la stella del mattino,
quella stella che non conosce tramonto:
Cristo, tuo Figlio, che risuscitato dai morti
fa risplendere sugli uomini la sua luce serena
e vive e regna nei secoli dei secoli.
Amen.
“Nell’eucarestia nasce e rinasce la gioia”.
Programma Settimana eucaristica
Domenica 8 aprile: ore 15,00 a Sarmede S.Messa solenne di apertura con il vescovo Corrado. Saranno presenti i ragazzi della prima comunione.
Lunedì 9 aprile Ore 15,30 ad Anzano: adorazione eucaristica per i chierichetti (in vista del palio) Ore 20,30 a Cappella: adorazione eucaristica e confessioni
Martedì 10 aprile Ore 8,30 a Sarmede: S.Messa e adorazione (con possibilità di confessioni) Ore 20,30 ad Anzano: adorazione e confessioni
Mercoledì 11 aprile Ore 8,30 a Sarmede: S.Messa e adorazione (con possibilità di confessioni) Ore 20,30 a Sarmede (salone parrocchiale): catechesi eucaristica con don Gianluigi Papa
Giovedì 12 aprile Ore 20,30 ad Anzano: adorazione e confessioni
Venerdì 13 aprile Ore 8,30 a Sarmede: S.Messa e adorazione (con possibilità di confessioni) Ore 20,30 a Cappella: adorazione e confessioni
Sabato 14 aprile Ore 21 ad Anzano: veglia per i giovani Ore 22 ad Anzano: adorazione eucaristica per tutta la notte
Domenica 15 aprile Ore 7,30 ad Anzano: lodi e conclusione dell’adorazione Ore 12,30 a Pinidello: ritiro per i ragazzi della prima comunione
Domenica 22 aprile Ore 15,30 a Cappella: S.Messa e unzione degli infermi
Mostra dei miracoli eucaristici di Carlo Acutis
Dal 5 al 29 aprile Sarà dislocata nelle tre chiese parrocchiali.
Per prenotazioni delle visite 0438580548
principio e fine
Alfa
e Omega
a Lui appartengano il tempo e i secoli.
A Lui la gloria e il potere
per tutti i secoli in eterno.
Per mezzo delle Tue sante piaghe gloriose
ci protegga e ci custodisca il Cristo Signore
La luce del Cristo che risorge glorioso
disperda le tenebre del cuore e dello spirito
Con Suor Armida
Con don Mario
EDIZIONE NO. 36 GIUGNO 2017
Poi feste, pranzo, cena. Canti, fuochi d’artificio , battimani. Con qualche inciso, come la fuga dagli invitati, in complicità con una sorella, per dar un quarto d’ora di sollievo ai piedi stretti nelle scarpe nuove.
Poi l’attività: un anno a Oderzo, 42 due anni al Collegio Balbi di Pieve di Soligo (di cui 32 anche come parroco di Campea) e infine nell’Unità Pastorale di Anzano, Cappella e Sarmede.
EDIZIONE NO. 35 APRILE 2017
DONO DI PAPA FRANCESCO
Alessia, Antonina, Andrea, Beatrice, Giulia S., Giulia C., Leonardo, Matteo, Maria, Marika con la loro catechista Virna, il vescovo e don Riccardo
La Santa Cresima- una riflessione…
L’1 ottobre di quest’anno io e alcuni miei amici abbiamo ricevuto il sacramento della Cresima.
Ci è stato spiegato che la Cresima consiste in un entrata definitiva, e da noi voluta, alla Chiesa Cattolica.
Durante l’ultimo ritiro spirituale abbiamo letto un testo in cui la protagonista era in ansia per ciò che sarebbe avvenuto dopo il giorno della sua cresima. Non sapeva se avrebbe continuato la sua vita cristiana normalmente oppure se si sarebbe avvicinata o allontanata dalla chiesa.
Quando Papa Francesco ha saputo che la nostra chiesa di Sarmede, dedicata a Sant’Antonio da Padova, non aveva, e forse, non ha mai avuto una statua a lui dedicata, ha pensato di fare cosa gradita e di farcene avere una.
Ecco che dal Vaticano arriva a Sarmede, via corriere, il dono del Santo Padre per noi. E in una serata prefestiva di febbraio i parrocchiani si trovano nel centro della navata questa bellissima statua di Sant Antonio da Padova.
Quando ho saputo del regalo graditissimo, ho pensato che un gesto così dolce ci impone di contraccambiare. Il nostro apprezzamento per la vicinanza dimostrata dal Papa lo possiamo dimostrare con quello che il Santo Padre ci chiede con gentilezza di fare per lui: PREGARE.
Io personalmente penso di essermi avvicinata leggermente di più al cattolicesimo: infatti vado con più piacere e voglia a messa e ascolto con più attenzione l’omelia perché so di poter imparare qualcosa per la mia vita quotidiana.
Giulia Salvador
Insomma se davvero vogliamo mostrare la nostra riconoscenza dobbiamo invadere il Paradiso con le nostre preghiere in favore del Pontefice, che non significa solo mettersi in ginocchio ore e ore, ma parlare a cuore aperto con il Signore, e questo si può fare anche mentre laviamo i piatti o tagliamo l’erba.
EDIZIONE NO 36 GIUHNO 2017
Eva
Rimpianti? Sì, tanti. Quando un regista gira un film, se una scena risulta male, viene rifatta. In 55 anni, tante mie scene sono venute male e mi piacerebbe rifarle, ma proprio non si può riavvolgere il nastro della vita, il tempo scorre sempre in una direzione. È come succede a tutti: in una lunga memoria si susseguono pagine di ogni tipo: insuccessi, incomprensioni, tragedie, assieme a giorni felici, cortesie e piaceri ricevuti, amici, persone meravigliose capaci di farmi, senza parole, delle prediche di fronte alle quali le mie mi sembrano una miseria.
Il Collocamento vicino al Battistero
Domenica 5 Marzo 2017 al temine della Santa Messa, la comunità di Sarmede ha partecipato con devozione al collocamento di una nuova statua all’intero della nostra chiesa. Infatti la statua di Sant’Antonio da Padova, dono prezioso dal Santo Padre, è stata collocata nel suo posto definitivo, vicino al Battistero, luogo adatto per ricordare questo Santo protettore dei bambini.
Ho fatto qualche cosa di buono? Me lo chiedo spesso. Spero di sì,
anche se si poteva far meglio.
EDIZIONE NO. 35 APRILE 2017
La Croce Quaresimale
Un gruppo di ragazze e ragazzi, si era preso come impegno quello di realizzare una croce in legno da fissare sul “campanile”. La croce è stata illuminata con delle luci colorate e a ogni colore è stato attribuito il seguente significato:
Don Riccardo, con i chierichetti in processione, si è recato in fondo alla chiesa, invitando tutti i presenti a pregare Sant’Antonio perché interceda per noi presso il Signore e ringraziando Dio per il dono ricevuto dal Papa.
In questo modo finalmente anche la nostra parrocchia ha colmato un vuoto che vedeva la mancanza di una rappresentazione del Santo Patrono, tanto venerato da tutti gli abitanti, grazie alla sensibilità di Papa Francesco, venuto a conoscenza della nostra situazione.
-il giallo rappresenta l’amicizia tra noi cristiani e Gesù.
-il blu ricorda il cielo, la dimora del Signore.
-il verde la speranza portata a noi da Gesù.
-il celeste simboleggia la purezza della Madonna (la mamma che ci viene affidata proprio ai piedi della croce).
-il magenta esprime da dignità, la regalità e la potenza di Dio.
-il rosso è il sangue di Gesù versato per noi e per la nostra salvezza.
-il bianco, rappresenta la resurrezione. Il passaggio dalla morte alla vita che è la pasqua del Signore.
D’ora in poi sarà più semplice per tutti gli Antonio e le Antonia, nonché i Toni, Tonin e le Antonietta della nostra comunità, insieme a tutti i parrocchiani, rivolgere preghiere, suppliche e richieste di intercessione al loro protettore.Antonella
Si poteva vedere questa croce di notte durante tutto il periodo quaresimale.
Un caloroso ringraziamento a questi volenterosi che, sicuramente, hanno offerto un prezioso servizio a tutta la nostra comunità.
Fabio R.
EDIZIONE NO. 34 DICEMBRE 2016
EDIZIONE NO. 34 DICEMBRE 2016
NOZZE D'ORO
NUMERO 33 – EDIZIONE SPECIALE – ESTATE 2016
alternative...
NUMERO 33 – EDIZIONE SPECIALE – ESTATE 2016
alternative...
musica
perle e colori
gufetto
scenografia
legno
cornici
basket 1
basket 2
ore 16.00 merenda
EDIZIONE NO. 32 MARZO 2016
GIUBILEO DELLA MISERICORDIA
PELLEGRINAGGIO DIOCESANO
A ROMA
EDIZIONE NO. 32 MARZO 2016
Il 13 marzo scorso, Sua Santità ha annunciato l‘ Anno Santo straordinario con inizio l’8 dicembre 2015 e conclusione il 20 novembre 2016 con queste parole:
“Cari fratelli e sorelle ho pensato spesso a come la Chiesa possa rendere più evidente la sua missione di essere testimone della Misericordia. È un cammino che inizia con una conversione spirituale. Per questo ho deciso di indire un Giubileo straordinario che abbia al suo centro la misericordia di Dio”.
Dal Papa: Il nostro Vescovo con seminaristi
La prima volta che ho sentito parlare del “Giubileo straordinario della Misericordia” stavo guidando e ascoltavo la radio in maniera distratta; incuriosita, appena possibile, per prima cosa ho cercato di verificare il significato di queste parole.
Le origini del giubileo risalgono all’Antico Testamento quando ogni cinquanta anni veniva proclamato l’anno santo che prevedeva il condono dei debiti, la liberazione degli schiavi, la restituzione delle terre a chi le aveva perdute … era quindi un avvenimento atteso con particolare gioia e trepidazione per le fasce più deboli della società. La Chiesa Cattolica ha attribuito un significato profondo basato sul sacrificio di Cristo morto per liberare gli uomini dalla schiavitù del peccato e del male: l’Anno Santo, o Giubilare, offre la possibilità per convertirsi, è un’occasione di perdono per chi osserva le particolari condizioni indicate dal Papa.
Le seguenti foto in questo articolo: “Pellegrinaggio Giubilare alla chiesa Cattedrale delle foranie Pedemontana Vittorio Veneto e Sacile”
il Papa dice inoltre questo non è “tempo per la distrazione, ma al contrario per rimanere vigili e risvegliare in noi la capacità di guardare all’essenziale”. È un’epoca “per la Chiesa di ritrovare il senso della missione che il Signore le ha affidato il giorno di Pasqua: essere segno e strumento della misericordia del Padre”. Il Papa ha risposto così a tutti i possibili quesiti sull’Anno santo straordinario: “Una domanda è presente nel cuore di tanti: perché oggi un Giubileo della Misericordia? Semplicemente perché la Chiesa, in questo momento di grandi cambiamenti epocali, è chiamata a offrire più fortemente i segni della presenza e della vicinanza di Dio … questo è il tempo della misericordia. È il tempo favorevole per curare le ferite, per non stancarci di incontrare quanti sono in attesa di vedere e toccare con mano i segni della vicinanza di Dio, per offrire a tutti, a tutti - ha ripetuto - la via del perdono e della riconciliazione”.
Durante la visita nella Repubblica Centroafricana, il Pontefice ancora un a volta ha sorpreso tutti e, con un gesto contro ogni tradizione , il 29 novembre, ha aperto la porta santa dell’anno della Misericordia a Bangui, anticipando quella di San Pietro del 8 dicembre che ha dato l’avvio all’anno giubilare nel mondo intero. Il Papa ha così proclamato Bangui “La capitale spirituale della preghiera per la Misericordia del Padre”, una terra che rappresenta tutti i paesi del mondo che soffrono le conseguenze della guerra e che assieme a tutti noi chiede la pace.
Cosa possiamo e dobbiamo fare per vivere intensamente questo momento di grazia?
Durante questo periodo il Papa concede ai fedeli l'indulgenza plenaria, una grazia straordinaria che permette di ottenere la remissione della pena eterna per i peccati commessi. Può essere chiesta , per sé o per un'anima defunta. Per ottenere l'indulgenza plenaria c'è bisogno, però, di un cuore pentito e desideroso di allontanarsi dal peccato. Il giorno della richiesta di indulgenza i fedeli dovranno confessarsi, partecipare alla Santa Messa e fare la comunione. Importante è inoltre il pellegrinaggio, passando attraverso la porta santa, ad una delle grandi Basiliche giubilari, a Roma, in Terra Santa o eccezionalmente come in occasione di questo Giubileo, nelle Chiese designate in ogni Diocesi. Il nostro vescovo Corrado ha aperto quella della Cattedrale di Vittorio Veneto il 13 dicembre 2015. Il rito più conosciuto del Giubileo è proprio l'apertura della porta. Questo rito esprime simbolicamente il concetto che, durante il Giubileo, è offerto ai fedeli un "percorso straordinario" verso la salvezza. Entrare dalla Porta Santa significa scoprire la profondità della misericordia del Padre che cerca ognuno personalmente. Un Padre che chiede a noi di non giudicare e di non condannare ma di perdonare e di donare amore e perdono senza misura.
E’ un Giubileo straordinario, cioè al di fuori delle scadenze normali. E’ stato indetto solo dopo quindici anni circa dall’ultimo, risalente all’anno 2000. Infatti , a partire dal 1300, il giubileo ordinario si celebra ogni 25 anni.
La parola misericordia per noi normalmente è il sentimento generato dalla compassione per la miseria morale o spirituale degli altri. Ma per Papa Francesco questa parola ha un significato ben più ampio e profondo! Secondo il Papa infatti: “La misericordia divina è una grande luce di amore e di tenerezza, è la carezza di Dio sulle ferite dei nostri peccati …. Se nel nostro cuore non c’è la misericordia, la gioia del perdono, non siamo in comunione con Dio, anche se osserviamo tutti i precetti. Perché è l’amore che salva, non la sola pratica dei precetti. E’ l’amore per Dio e per il prossimo che dà compimento a tutti i comandamenti”…
EDIZIONE NO. 31 DICEMBRE 2015
COSA SI IMPARA NEL CONFESSIONALE
Riflessioni sulla visita del segretario di Papa Francesco
Fondamentale è, infine, la visita e l'aiuto ai fratelli nel bisogno, che siano essi anziani, carcerati o infermi: saranno le opere di misericordia (corporali: dar da mangiare agli affamati, dar da bere agli assetati, vestire gli ignudi, alloggiare i pellegrini, visitare gli infermi, visitare i carcerati e seppellire i morti; spirituali: consigliare i dubbiosi, insegnare a chi non sa, ammonire i peccatori, consolare gli afflitti,perdonare le offese, sopportare pazientemente le persone moleste e pregare Dio per i vivi e per i morti) a mostrare quanto davvero il nostro cuore sia cambiato e aperto al prossimo.
La nostra diocesi ha organizzato un pellegrinaggio giubilare a Roma in pieno periodo natalizio dal 28 al 30 dicembre, guidato dal vescovo Corrado con la partecipazione del Seminario per un totale di 110 pellegrini. Anch’io, vincendo le iniziali perplessità e paure per eventuali attentati e rassicurata dalle ingenti misure di sicurezza presenti in tutti i luoghi sensibili, ho deciso di partecipare. (continua a p.6)
Mons. Fabian presiede la S. Messa
del giorno di tutti i morti il 2 novembre
Confessarsi, che fatica!
Bisogna ammetterlo la maggior parte di noi non ama confessarsi; se lo si fa è perché crede che sia giusto farlo e tira un respiro di sollievo quando ha svolto questo “dovere” dicendo: “Beh, per questo anno sono a posto!”
La grande maggioranza delle persone che frequenta la chiesa, mi risulta, si trova a disagio ad andare a confessarsi, anche perché non sa cosa dire, come una lista della spesa, sono sempre le stesse cose: non dico le preghiere, ho saltato la Messa, mi sono arrabbiato, ho detto qualche bugia o parolaccia, porto rancore per tizio, Caio e Sempronio - e così via. Molti di noi, se il confessore è un sacerdote che conosciamo, non diciamo proprio tutto, per non fare brutta figura; per i “veri” peccati andiamo dai frati perché non ci conoscono. Ma dai, ditemi se non è così!
Il segretario personale di Papa Francesco, Mons. Fabian ogni volta che viene a trovarci, ed è la terza volta, si barrica dentro il nostro confessionale. C’è da chiedersi: perché lo fa? Potrebbe benissimo fare altro qui con noi - ma no, è sempre e ostinatamente lì nel confessionale, e questo ci fa capire che la “confessione” è importante e se una cosa è importante qualcosa da essa si impara per forza.
Prima di tutto si impara che alla base dei più “insignificanti” peccati c’è sempre qualcosa che non va. Ed è questo che il confessore ci tira fuori da noi, il vero problema dentro di noi. Per quelli tra di noi più “timidi” o “riservati”, spaventa l’idea che il confessore possa minimamente scavare nel nostro intimo e ciò porta a una maggiore chiusura in noi stessi. Che peccato! Perché non è proprio così. Prima di tutto il confessore non scava nel nostro intimo, ma mette a fuoco alcune cose che noi abbiamo lasciato deliberatamente sbiadire, per evitare di vederle chiaramente e permetterci così di dimenticarle! Invece se noi ci lasciamo guardare dentro, possiamo, come un calcolo ai reni, togliere quel fastidioso sasseto che ci disturba il cuore e la mente. Per questo “intervento” il posto migliore è il confessionale.
Tuttavia la confessione non è una seduta psicologica, ma spirituale; quel sasseto che ci disturba tanto, si dissolve come neve al sole, perché è una cosa che Gesù ci ha dato e promesso:
“… a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi”. (Giovanni 20: 22-23)
La remissione dei peccati non è il solo dono che riceviamo gratuitamente nel confessionale; infatti qui acquisiamo anche la capacità di essere onesti con noi stessi, poiché di fronte al sacerdote ci intimidiamo e siamo tentati (e a volte lo facciamo davvero) di non dire proprio tutto; diciamo delle mezze verità - per es. il “non sono stata gentile con una persona” in effetti spesso nasconde che gliene abbiamo dette di tutti i colori, oppure l’abbiamo ignorata, ed invece di dare un segno di appartenenza, l’abbiamo evitata e se avessimo potuto l’avremmo anche fatta sparire dalla nostra vista per sempre!
Forse esagero, ma qualcosa di più si può sempre dire, perché in fin dei conti va a vantaggio nostro; in altre parole la nostra sincerità ci permette di affrontare la verità ed essere onesti con noi stessi fino in fondo, dando inoltre al confessore la possibilità di suggerire una soluzione concreta ad un problema e sinceramente trovo che ci siano pochi confessori che non sono in grado di farlo- considerando che la confessione non è solo un fattore umano, ma la ispirazione ad un confessore viene trasmessa immancabilmente dallo Spirito Santo come disse Gesù dopo la sua Resurrezione:
“…alitò su di loro e disse: ‘Ricevete lo Spirito Santo;’” (Giovanni 20: 22)
Una confessione sincera e completa solleva il cuore e ci consente di fare pace con noi stessi, perché già perdonati prima da nostro Signore. Risultato: la confessione è un guadagno per ognuno di noi. Provare per credere.
Grazie Mons. Fabian.
Eva
EDIZIONE NO 31 DICEMBRE 2015
EVENTI VARI
S. Messa: Apertura anno catechistico dove viene affidato alle/ai catechiste/i il mandato di tale insegnamento 04.10.2015
13° Anniversario della consacrazione della chiesa
durante il quale viene concesso di baciare l’altare 3.11.2015
Don Luca Martorel, nipote della cuoca del asilo Mafalda,
viene in visita alla parrocchia di Sarmede 17.10.2015
Festa di Ogni Santi: Con la partecipazione di Mons. Fabian,
secretario personale di Papa Francesco
EDIZIONE NO 30 SETTEMBRE 2015
EDIZIONE NO 30 SETTEMBRE 2015
GLI INGREDIENTI DI UNA PAZZIA BY FRANCESCO D’ASSISI
Le serate passavano in fretta tra un video e l’altro di Just Dance, esibizioni della Corrida e momenti di condivisione attorno ad un falò.
Tutto questo lo dobbiamo anche a don Riccardo, che ci ha accompagnato in questa avventura condividendo con noi questi bei giorni; ci ha dato una bella testimonianza sulla sua vocazione e il coraggio che serve per affrontare certe decisioni, ma ci ha mostrato anche il suo lato più giocherellone giocando a palla-telo, a pallavolo e partecipando ai nostri momenti di divertimento. È stato una guida preziosa con le sue parole e un esempio per tutti noi. Grazie don!
Questa esperienza ci ha arricchito di valori, emozioni e sentimenti che durante l’anno sono difficili da provare, presi dalle mille attività frenetiche, di studio e di sport che riempiono le nostre giornate; abbiamo riscoperto la figura di San Francesco, che pur essendo vissuto quasi 900 anni fa, è pur sempre attuale: il suo messaggio di carità cristiana, pace, amore e speranza ci ha colpiti profondamente e ci ha dato la forza di affrontare al meglio le difficoltà che possiamo incontrare nella vita di tutti i giorni.
È un’esperienza che consigliamo a tutti i ragazzi e le ragazze che leggeranno questo articolo!
Michele, Stefania ed Emilia
FESTA DEGLI ALPINI
CHIESETTA REGINA DELLA PACE
CASTELIR 12 LUGLIO 2015
Avete mai sentito la storia di quel ragazzo nato ad Assisi 850 anni fa? Si chiamava Francesco ed era figlio di un ricco mercante di stoffe. Viveva la sua vita spendendo il denaro di suo padre per divertirsi, organizzando feste e banchetti con gli amici.
Aveva tutto quello che poteva desiderare, ma si rese conto che la sua vita non aveva un senso.
Decise quindi di abbracciare i valori cristiani, dedicando sé stesso agli altri; aiutava persino i lebbrosi, guadagnandosi la fama di ‘pazzo’ per il suo comportamento e i suoi gesti così strani.
La sua ‘Pazzia’ può essere riassunta in 5 ‘ingredienti’, che i nostri ragazzi hanno scoperto durante il Campo Scuola che si è tenuto, come ogni anno, alla casa Alpina di Auronzo di Cadore.
Ogni giorno attraverso attività, riflessioni di gruppo e giochi, abbiamo aggiunto un nuovo ingrediente facendoci scoprire la figura di questo Santo, che ha reso un po’ pazzi pure noi.
Abbiamo messo alla prova la nostra Perfetta Letizia andando a bussare alle porte delle case di Auronzo e chiedendo cortesemente agli abitanti se volessero recitare un Padre Nostro tutti insieme.
Abbiamo ricevuto parecchi sì e abbiamo condiviso dei bei momenti con queste persone; ci sono stati anche dei no, che però non ci hanno scoraggiato, e ci hanno dimostrato come si sentiva Francesco quando le sue idee venivano rifiutate.
Il secondo ingrediente che abbiamo trattato è quello della Preghiera. Come San Francesco abbiamo scoperto l’importanza della preghiera e dell’ascolto di Dio, per questo ci siamo confessati e segretamente abbiamo affidato ad un pezzo di carta i nostri peccati; abbiamo poi bruciato i foglietti di carta come segno di pentimento.
Abbiamo poi affrontato il tema della Bontà. Dopo la preghiera del mattino, come tutti i giorni, gli animatori hanno introdotto il tema con una scenetta, questa volta prendendo spunto dalla leggenda del lupo di Gubbio, in cui San Francesco con la sua bontà ha conquistato e trasformato perfino un lupo «grandissimo, terribile e feroce». I ragazzi hanno scoperto che anche in ognuno di loro può nascondersi un lupo, ma hanno anche capito l’importanza di questo valore tanto caro al nostro Francesco.
Un altro ingrediente è stato quello della Povertà, quel giorno era proibito dire mio. Attraverso l’attività del Banchetto Mondiale, in cui per prima cosa i ragazzi e gli animatori venivano divisi in 6 gruppi, che rappresentavano 6 zone geografiche del mondo; attraverso un gioco è stato spiegato che ogni paese contribuisce alla produzione mondiale con materie prime e prodotti finiti diversi e che c’è uno squilibrio tra Nord e Sud del mondo. Nella seconda parte del banchetto i gruppi hanno continuato l’attività durante il pranzo: è stato distribuito il cibo in base alle reali possibilità delle popolazioni per cui i paesi più ricchi avevano fin troppo, mentre i più poveri avevano solo una ciotola di fagioli.
Questa attività ha impressionato molto gli animati, facendogli capire le disuguaglianze e le ingiustizie che devono sopportare i paesi del terzo mondo.
L’ultimo ingrediente che abbiamo trattato è stato quello del Coraggio, tramite la figura di San Francesco si è cercato di far capire quanto sia difficile portare avanti un progetto quando gli altri ti giudicano e ti prendono in giro.
Ovviamente non sono mancati momenti divertenti e di spensieratezza: i tornei di pallavolo, ping-pong e calcio balilla, i giochi senza frontiere, la caccia al tesoro notturna con tanto di animatori travestiti da frati, lebbrosi e mercanti, e la mitica Alce Rossa.
Domenica 5 luglio c’è stata la giornata dei genitori; tutti insieme siamo andati sul Monte Piana, dove è stata celebrata la messa in una chiesetta. Abbiamo ammirato il favoloso paesaggio, preso un po’ di sole e giocato a carte. Una volta rientrati abbiamo giocato a pallavolo e ad Alce Rossa, facendo tornare bambini i genitori.
Come ogni anno c’è stata un’escursione: questa volta siamo andati a rinfrescarci le idee alle Cascate delle Pile, dove abbiamo scoperto un’altra veste del nostro Don: il suo lato più avventuroso. È stata una passeggiata immersa nel verde; abbiamo cantato e abbiamo fatto riposare i piedi nelle fresche acque del torrente ammirando la natura tanto apprezzata da San Francesco.
EDIZIONE NO 28 APRILE 2015 Pagina 5
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LA NOSTRA MESSA IN TELEVISION
Gemellaggio dei giornalini: ”Il Campanile” della Parrocchia di San Pancrazio Martire - Montaner e “INFO S@rmede “della Parrocchia di Sant'Antonio di Padova - Sarmede.
Le redazioni di questi due giornalini parrocchiali si sono scambiati articoli: Ecco il nostro con “LA NOSTRA MESSA IN TELEVISIONE” e affianco quello del “Il Campanile” con “MONTANER NEL CENTENARIO DEL CAMPANILE”.
E’ una delle trasmissioni più antiche della televisione. La prima volta andò in onda il 10 gennaio 1954 dalla basilica di San Simpliciano a Milano, appena sette giorni dopo l’inizio ufficiale delle trasmissione della Rai.
Quest'anno è toccato anche alla nostra parrocchia! Ogni domenica l'emittente Rete Veneta trasmette la Santa Messa da una delle parrocchie della regione, e il 25 gennaio alle 10:00 del mattino, rigorosamente in diretta, si è potuta vedere la messa dalla nostra chiesa arcipretale di Sarmede.
Don Riccardo Meneghel, il nostro parroco, ha celebrato la messa con grande gioia e solennità, tradendo anche un po' di comprensibile emozione. Il coro parrocchiale ha animato la messa con tutti i suoi elementi, dando sfoggio di ottime performance canore, alle quali siamo ormai abituati. Un apporto fondamentale l'hanno dato anche i nostri cari chierichetti, figure essenziali per la realizzazione della celebrazione domenicale.
A rendere "speciale" la Messa di quel giorno, più che le telecamere, è stata la calorosa partecipazione della comunità intera, unita anche per festeggiare una coppia di sposi che festeggiava le nozze d'oro.
La messa in televisione è un'occasione per tutte le persone impossibilitate a parteciparvi di persona per poter esser vicino, forse più vicino, al Signore, è un tempo che si sceglie di dedicare a Gesù, magari nel silenzio della propria casa, o condividendolo con qualcuno, quasi per farlo entrare tra le nostre mura per mezzo del sacerdote chiamato ogni domenica a celebrare in diretta tv, accompagnato però da tutta una comunità, parte fondante della celebrazione.
Vedere la propria chiesa, la propria comunità, in diretta tv fa un effetto strano, straniante quasi, sembra impossibile che quello che si vede sullo schermo stia succedendo a poche centinaia di metri da dove la stai tranquillamente guardando. Ti fa soprattutto rendere conto però di quanto si è fortunati a poter andare ogni domenica in Chiesa, e di quanto a volte ci si prende, con leggerezza, il "lusso" o la libertà di non andarci: dobbiamo ringraziare il Signore di sentire la necessità di tornare a Lui ogni settimana, per incontrarlo; e se si può offrire, tramite la televisione, questa opportunità alle tante persone che invece non possono incontrarlo fisicamente, allora questo mezzo di comunicazione può dire di aver realizzato davvero uno dei suoi scopi.
Laura Nadal
Parrocchia Sant’Antonio di Padova
Sarmede
EDIZIONE NO. 27 DICEMBRE 2014 Pagina 5
LE VOSTRE FOTO
EDIZIONE NO 28 APRILE 2015 Pagina 4
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FEDERICO GAITTO E GAIA PASIN
BATTESIMO 12.1.2014
MONTANER NEL CENTENARIO DEL CAMPANILE
GIACOMO LONGO
BATTESIMO 12.10.2014
La costruzione del nuovo campanile si colloca in un periodo di grande fervore religioso per Montaner, che a partire dal 1872 vide la realizzazione della nuova Chiesa Parrocchiale e della Casa Canonica. Nel 1905 è nominato parroco di Montaner don Antonio Fioretta, veronese e dottore in economia. Sarà lui, insieme alla Commissione, a guidare la comunità montanerese nella costruzione del Campanile, che ebbe inizio nel 1908. L’Architetto Domenico Rupolo predispose il progetto, prevedendo un campanile in stile dorico, tutto in pietra locale a vista, privo di ogni leziosità decorativa, ma solenne e imponente che ben si inseriva, allora come oggi, nel paesaggio circostante.
I lavori, eseguiti tutti a mano, con diverse interruzioni e riprese, si conclusero dopo sei anni, con i fondi concessi dalla Latteria Sociale e dalla Cassa Rurale di Montaner. Il 29 Dicembre del 1914 il Campanile con le nuove Campane venne solennemente inaugurato. Per i montaneresi fu un momento di grande valore, un ulteriore importante traguardo era stato raggiunto. Le Tre Nuove Campane, fuse dalla Fonderia Colbachini di Bassano del Grappa, pesavano rispettivamente: la 1° q.li 18, la 2° q.li 12.5 e la 3° q.li 8.5. Questo primo concerto, considerato di pregio, venne requisito dagli Austriaci nel 1918. Le campane torneranno a suonare a Montaner solo nel 1922 al termine della guerra. L’attuale concerto, identico a quello originale del 1914, è stato fuso nel 1949 dalla Fonderia De Poli di Vittorio Veneto.
FRANCESCO PIANCA
BATTESIMO 12.10.2014
FRANCESCO GALLO
BATTESIMO 12.10.2014
SPOSI: FEDERICA BATTISTUZ E GIANFRANCO DAL CIN
6.9.2014
Uscito indenne dal terremoto del 1936, il campanile sarà seriamente danneggiato da quello del 1976, che causò la rotazione della cupola sui pilastri. Il restauro, realizzato subito dopo, risolse tutti i problemi statici. In questa occasione vennero rimossi i quattro pinnacoli posti attorno alla cupola.
A distanza di cento anni, pur godendo di “ottima salute”, il Campanile necessita ora di alcuni interventi, per cui la Parrocchia sta predisponendo un progetto di restauro che riguarderà il rifacimento della copertura della cupola, il consolidamento e l’impermeabilizzazione dei cornicioni in pietra e della cella campanaria. In secondo stralcio si provvederà alla pulizia esterna di tutta la torre.
Il 28 dicembre 2014 Montaner ha celebrato solennemente il Centenario del Campanile, con la Santa Messa, e subito dopo la commemorazione e benedizione di una lapide da parte del nostro Parroco don Raffaele, insieme a Padre Athenagora Rettore del Monastero Ortodosso, alla presenza del nostro Sindaco, del Prefetto di Treviso e del Presidente di Banca Prealpi. È seguito il Banchetto del Centenario presso la Sede degli Alpini e nel pomeriggio la Piazza del paese si è animata con gli artigiani di Montaner in abiti tradizionali, il Mercato dell’Artigianato, i giochi per i bambini, la dimostrazione della produzione del formaggio e lo stand nel Capannone con musica e il Brindisi finale. Facevano da sottofondo le Campane con il suono dei “Terzi” e delle “Allegrezze” come da tradizione.
Tutte le fotografie dell’evento e il video ufficiale sono visibili sul sito Montaner d’Italia, sul sito della nostra Parrocchia e sulla stesse pagine Facebook.
Damiano Gava
Parrocchia di San Pancrazio Martire-Montaner
EDIZIONE NO. 26 SETTEMBRE 2014
Pagina 5
EDIZIONE NO. 27 DICEMBRE 2014 Pagina 4
28 SETTEMBRE 2014
DISCORSO DI BENVENUTO
Gruppo Piccozza ha vinto il Campo Scuola 2014.
Alle prese con il Torneo di Calcetto.
Oggi la nostra comunità è in festa; dopo Anzano e Cappella Maggiore è Sarmede che accoglie il nuovo parroco. Ed è per questa grande gioia che il primo sentito e profondo ringraziamento va al Signore, che ci permette di vivere momenti così forti per la nostra fede e si rivela con il dono di un nuovo pastore: se Don Riccardo oggi è qui è perché lo Spirito Santo lo ha scelto ed ha parlato al suo cuore di noi.
E’ doveroso ringraziare inoltre, il nostro vescovo Corrado per la sua attenzione, considerazione e discernimento nei confronti delle tre parrocchie della nostra unita pastorale per la nomina proprio di don Riccardo.
Con viva e sincera emozione porgo quindi a nome del consiglio pastorale parrocchiale il più sentito benvenuto a Don Riccardo come nostro parroco.
Un saluto a tutti i sacerdoti, in particolare a quelli originari di Sarmede, terra che è stata fertile per le vocazioni, un saluto al Sindaco, ai presidenti e rappresentati delle varie associazioni ed enti che condividono con noi qui, oggi, questo momento così significativo per la nostra Parrocchia
A don Mario Borga va la nostra gratitudine per aver scelto di rimanere a camminare insieme con don Riccardo.
Con umiltà e semplicità vogliamo esprimerle, don Riccardo, il nostro affetto fraterno e tutta la nostra comprensione per il suo nuovo e oneroso incarico non privo di problemi e di difficoltà. Alcune di esse sono correlate al nostro essere tre parrocchie singole ma impegnate nella sfida di un sostanziale cambiamento di mentalità e di approccio ad una vita di collaborazione e comunione fraterna dove ciascuno è chiamato alla corresponsabilità.
Insieme a Lei desideriamo crescere e proseguire nella reciproca conoscenza, fiducia e paziente accoglienza dei tempi e delle diversità di ciascuno.
Le chiediamo di sostenerci nel nostro percorso di fede, soprattutto nelle fasi della vita in cui è più forte la sete di spiritualità e il bisogno di mediazione fra noi e Dio.
La nostra comunità cercherà di raccogliere l’appello che papa Francesco ha rivolto a tutti i fedeli:
«Siate vicini ai vostri sacerdoti con l'affetto e con la preghiera, perché siano sempre pastori secondo il cuore di Dio»..
Don Riccardo, noi la affidiamo a Maria, mirabile esempio di “si” al Padre, perché lo sostenga con il suo abbraccio materno e preghiamo il Signore perché accompagni il suo cammino in questo ministero. A nome dei suoi nuovi parrocchiani le dedico la preghiera per il parroco di papa Paolo VI° che meglio manifesta i nostri sentimenti:
Vice Presidente
Elide
ASPETTANDO DON RICCARDO
La sera del 24 luglio scorso verso le nove le campane della nostra chiesa hanno suonato a festa suscitando molta curiosità tra i parrocchiani. Qualcuno però ne aveva intuito il motivo.
Sua eccellenza il vescovo aveva appena annunciato ai Consigli Pastorali Parrocchiali di Anzano, Cappella e Sarmede, riuniti in assemblea, il nome del nuovo parroco che verrà a colmare il vuoto lasciato da don Mario Dall’Arche: don Riccardo Meneghel.
Don Riccardo Meneghel è stato ordinato sacerdote quattro anni fa e compirà 41 anni tra pochi giorni, il 28 settembre, proprio il giorno del suo ingresso a Sarmede.
Comincia la sua esperienza di Parroco con ben tre parrocchie. Lo ringraziamo di aver accettato in spirito di obbedienza questo mandato; egli possiede la capacità, la determinazione, la sensibilità e l’entusiasmo per adempiere pienamente al suo ministero.
La nostra comunità è chiamata ad accoglierlo con l’affetto, la misericordia e la fede che soltanto Cristo può donare.
La nostra comunità è chiamata anche a diventare una grande famiglia e a creare insieme al nuovo parroco un’atmosfera di pace, di collaborazione e partecipazione nella carità.
La nostra comunità è chiamata soprattutto a pregare perché il Signore gli doni la forza e la serenità per superare insieme, parroco e fedeli, le difficoltà che inevitabilmente si presenteranno.
Un pensiero va anche a don Mario Borga. Durante questi mesi è stato sempre disponibile e presente e ci ha invitati a ringraziare il Signore per il dono del nuovo sacerdote e a pregare per lui. Noi tutti gli siamo grati per aver scelto di camminare insieme a don Riccardo, nuovo Arciprete Parroco.
Benvenuto don Riccardo!!
Consiglio Pastorale Parrocchiale
La comunità della Parrocchia di Sant'Antonio di Padova- Sarmede RINGRAZIA S.E. Mons. ILSON MONTANARI, Segretario della Congregazione per i Vescovi, proveniente dalla parrocchia di San Giovanni Battista - Diocesi di Ribeirao Preto (Brasile); per aver donato alla parrocchia di Sarmede il servizio adoperato per la celebrazione della Santa Messa di ingresso. Questa diocesi è in gran parte abitata da fedeli di origini venete.
Preghiera Per il Parroco
Signore, ti ringrazio di averci dato
un uomo, non un angelo,
come pastore delle nostre anime;
illuminalo con la tua luce,
assistilo con la tua grazia,
sostienilo con la tua forza.
Fa' che l' insuccesso non lo avvilisca
e il successo non lo renda superbo.
Rendici docili alla sua voce.
Fa' che sia per noi,
amico, maestro, medico, padre.
Dagli idee chiare,
concrete, possibili;
a lui la forza per attuarle,
a noi la generosità nella collaborazione.
Fa' che ci guidi
con l' amore, con l' esempio;
con la parola, con le opere.
Fa' che in lui vediamo,
stimiamo ed amiamo Te.
Che non si perda nessuna,
delle anime che gli hai affidato.
Salvaci insieme con lui.
Vice-Presidente
Consiglio Pastorale
Parrocchiale - Elide
Foto Ingresso Don Riccardo:
Raffaella
Renata
Eva
EDIZIONE NO. 26 SETTEMBRE 2014
Pagina 4
IL CAMPO SCUOLA 2014 PER “ VIVERE, NON VIVACCHIARE”
Foto: I tipi “loschi” del Campo Scuola.
Anche quest’anno i giovani dell’unità Pastorale di Anzano, Cappella Maggiore e Sarmede hanno vissuto un’intensa settimana di campo scuola ad Auronzo, presso la Casa alpina della parrocchia di Sacile.
Dopo la morte del nostro parroco don Mario Dall’Arche erano tanti i timori e le perplessità di affrontare da soli l’avventura ma non potevamo mancare al tradizionale appuntamento estivo, sapendo quanta dedizione e quante speranze don Mario riponeva su noi giovani.
Siamo partiti in 45 tra ragazzi ed animatori, accompagnati da Padre Stefano, un missionario comboniano tanto caro al nostro don.
Foto: Santa Messa celebrata al rifugio con i genitori.
Tema del campo: “Pier Giorgio Frassati. L’uomo delle otto beatitudini” del quale spiccava un grande poster all’ingresso della casa alpina. La storia della sua vita ci ha consentito di riflettere su tematiche molto profonde con il motto che il beato ripeteva a sé ed agli altri: ”Vivere, non vivacchiare”.
Insieme abbiamo tratto alcune importanti conclusioni. Impegnare il tempo non solo per se stessi ma per gi altri. Saper guardare non solo avanti ma soprattutto “verso l’alto” in modo da costruire un’autentica relazione con Dio, unico riferimento nella vita di ognuno e saper poi rifletterlo nella vita degli altri.
Non sono mancati i momenti di preghiera intensa e di gioia attraverso tornei sportivi e il mitico gioco dell’ Alce Rossa diventati ormai simbolo del campo, in ogni attività erano spontanei i riferimenti al nostro Don Mario, ideatore di queste bellissime esperienze.
Alla domenica, come è tradizione, ci hanno raggiunti i genitori ed insieme abbiamo raggiunto i rifugi Ciareido su Pian dei Buoi e il rifugio Baion e celebrato la santa messa immersi in un paesaggio davvero indimenticabile e suggestivo.
Il campo scuola si è concluso con la vittoria del gruppo PICOZZA, ma la vera vittoria è stata la gioia che traspariva ogni giorno sul volto dei ragazzi.
Non sappiamo – caro Don – se siamo stati all’altezza del tuo esempio, ma sicuramente ci sei stato accanto ed abbiamo capito una volta in più quanto ci tenevi alla nostra crescita umana e spirituale.
Per questo anche alla fine del campo 2014, ti ringraziamo ancora tanto.
Orietta