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In copertina: Dott. Francesco Bertinatti, Lezione di Anatomia - Accademia Albertina di Belle Arti Torino. 1837

Corso di ANATOMIA ARTISTICA  

Prof. Alfredo Tigani

OBIETTIVI FORMATIVI E CONTENUTI DEL CORSO

PREMESSA:

Lo studio del corpo umano costituisce per lo studente di anatomia artistica la parte più ampia della ricerca nell’ambito dei suoi studi. L’indagine prende a riferimento: 1) la conoscenza teorica dell'apparato locomotore dell’uomo e, 2) il disegno anatomico e della figura umana. Il secondo argomento trae la sua metodologia dai grandi maestri dell'arte antica.

Il corso ha come obiettivo la trasmissione delle conoscenze artistico-disciplinari, scientifiche e storiche dell’Anatomia artistica, ovvero lo studio anatomico del corpo umano (specificatamente  dell’apparato locomotore), e della sua rappresentazione sul piano strutturale, morfologico, antropometrico e simbolico. 

Obiettivo correlato è ancora lo sviluppo delle abilità e competenze dello studente circa i metodi del disegno della figura umana, e della relazione tra questa e l’ambiente, naturale e costruito. (La ricerca sulle connessioni tra figura umana e spazio naturale, urbano, architettonico è condotta nell’ambito della città di Venezia e/o limitrofe, e nei musei dello stesso territorio). 

La formazione e la pratica del disegno si esplicano sia attraverso metodologie tradizionali, sia attraverso l’ausilio di strumenti multimediali.  Il programma è ampliato da Ricerca in Museo, bibliografia specialistica e trattati sull'arte.

DESTINATARI:

Il corso è rivolto a studenti diplomati dei Licei Artistici, o, in mancanza di tale titolo, a persone particolarmente motivate e con attitudini al disegno classico.

CRITERI DI VALUTAZIONE: 

La valutazione, ovvero l’accertamento del grado di  conoscenze, abilità e competenze dello studente sui contenuti della materia, necessita prima di tutto di trasparenza sui criteri adottati. Vengono perciò predeterminati dei parametri valutativi (schema di valutazione dell’apprendimento e attribuzione del voto) il più possibile oggettivi ed omogenei.  Il processo, che coinvolge contemporaneamente studenti e docente, si rende necessario al fine di evitare il più possibile effetti di autoreferenzialità del giudizio.  

Vedi Schema di valutazione. 

Bernhard Siegfried Albinus: Tabulae sceleti et musculorum corporis humani 

CONSIDERAZIONI METODOLOGICHE

La rappresentazione della figura umana necessariamente richiede la conoscenza del disegno e dell’anatomia dell’uomo; da questo binomio nasce una specifica disciplina – l’anatomia artistica – il cui ambito d’indagine è rivolto rigorosamente all’artista. La didattica di questo corso coinvolge ambedue gli argomenti: disegno e anatomia, avendo a prediligere, in un primo momento, la padronanza del disegno e, successivamente, la conoscenza dell’anatomia del corpo umano. Per opportunità metodologica inizieremo il percorso con l’indagine di alcune regole basilari del disegno tramandateci dai maestri del passato; questo ci permetterà di capire meglio la fenomenologia della disciplina e di intraprendere un corretto percorso di studi.

Per entrare nello specifico, dunque, è necessario chiedersi: cosa è il disegno?  Ci inoltriamo nei contenuti della domanda anteponendo due assunti. Primo assunto: il disegno è un insieme di punti, tratti e tratteggi, di penna, di matita, o di altro simile strumento, tendente ad imitare le forme e i contorni che gli oggetti ci presentano alla vista; l’insieme di questi  tratti organizza la superficie piana che, per tale disposizione, simula la realtà  visibile. Secondo assunto: il disegno è un fenomeno concettuale che, attraverso l’uso di strumenti grafici, tende a simulare la realtà visibile o mentale su uno spazio bidimensionale.

L’effetto pratico di ambedue gli assunti è la trasposizione (atto del disegnare) di un’immagine (disegno) su una superficie (supporto da disegno); in altre parole: l’azione stessa del disegnare. Da queste considerazioni parte la nostra ricerca, anzi, ri-scoperta, di regole e metodi del passato, convinti che così si possa realizzare al meglio l’apprendimento dell’arte del disegno. Ma vediamo più da vicino quali sono queste regole e quando sono nate. 

Nella sua “Storia estetico-critica delle arti del disegno, 1856”, (Appendice testo, Lez. prima, Pag. 11) lo storico d’arte Pietro Selvatico, (1) illustra in maniera chiara quale sia stata la regola basilare dei  grandi maestri di vari epoche:

 "…Non credano dunque i giovani che se vi sono maestri i quali ad essi raccomandino di darsi assidui, sul cominciare della loro carriera, alla rappresentazione delle figure geometriche piane e solide, questi li consiglino a cose inutili, a novità venula oggi in cervello di qualche riformatore utopista: no; essi consigliano un precetto antico, forse quanto l’arte salita a grandezza, giacché anche i Greci sembra si valessero di tale sistema (1); e se ne valsero poi senza dubbio i trecentisti più rinomati e i quattrocentisti  purissimi, che tanto s’ammirano dai ben veggenti (2). Chi incomincia a disegnare, si consacri dunque per qualche tempo a cosi fatto esercizio, né sdegni di continuarlo anche quando sarà divenuto artista; e viva pure sicuro, che quando la sua mano avrà saputo, senza altre seste che quelle degli occhi, rappresentare con esattezza un cubo, una sfera, un triangolo, un poliedro qualsiasi, sarà in grado di segnar bene ogni forma, e ne sentirà, per cosi dire, la prospettiva, e si preparerà a conoscere le leggi elementari del chiaroscuro: sicché potrà in breve rendere cosi abile ed agile In matita, da pareggiar quella del sommo Fiorentino, da me rammentato testé, e al par di lui saprà segnare d’un tratto esattissimo quel cerchio che diè vita al celebre proverbio: “Tu se’ più tondo inver dell’O di Giotto”. …

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(1) Infatti Pamfilo, celebre pittore greco, contemporaneo a Filippo di Macedonia, e maestro d'Apelle, nella famosa scuola fondata da lui a Sicione, insegnava: “nessun'arte poter essere perfetta, senza la geometria”.

(2) Leon Battista Alberti, nel cominciamento del libro III della Pittura, dice: « Desidero veramente che il pittore sia, quanto ei può, dotto in tutte le arti liberali, ma principalmente desidero eh’e’ sappia geometria» .... «Ma chi non ha notizia d’essa, non posso io credere che intenda i nostri  ammaestramenti, né abbastanza ancora alcune regole della pittura».

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" L’idea ricorrente degli artisti è di pervenire a una visione semplificata della forma attraverso un processo di sintesi geometrica. In altre parole, il pittore dovrà intuire quale figura geometrica, regolare o irregolare, solida o piana si nasconda dietro la varietà delle forme naturali; individuata tale figura, a partire da essa egli inizierà a disegnare. Il principio geometrico è comune a tanti artisti fin dall’antichità. 

Panfilo di Anfipoli, artista greco del IV sec. a.C., dice: «nessun’arte poter essere perfetta, senza la geometria». Diversi secoli dopo, Leon Battista Alberti, nel Libro III della pittura, cosi si esprime:  «Desidero veramente che il pittore sia, quanto ei può, dotto in tutte le arti liberali, ma principalmente desidero ch’è sappia geometria. Ma chi non ha notizia d’essa, non posso io credere che intenda i nostri ammaestramenti, né abbastanza ancora alcune regole della pittura».

E’ interessante, dopo la citazione del Selvatico, proseguire con qualche altro esempio man mano che ci avviciniamo al tema della rappresentazione del corpo umano. Il Cennini consigliava di ritrarre cose agevoli quanto più si può: le quali probabilmente erano figure geometriche: “imperocchè in queste sia chiusa tutta la scienza vera del disegno; ogni forma complessa potendosi ridurre in figure geometriche separate, le quali, allora che sieno rappresentate esattamente, tanto negli angoli quanto nei lati o nelle curve loro, danno giusto l’insieme, e riproducono poi sicura immagine del vero, guardato che sia a conveniente punto di distanza”.

Molto prima del Selvatico, un altro storico dell’arte e pittore, Giovanni Paolo Lomazzo, nel suo “Trattato dell’arte de la pittura, 1584”, (3) racconta di artisti che si posero il problema della rappresentazione del corpo umano facendo ricorso alla geometria solida. Scrive Lomazzo: «Or quanto alle figure quadrate ne disegnò assai Vincenzo Foppa, il quale forse dovea aver letto di quelle che in  tal modo squadrava Lisippo statuario antico, con quella simmetria, che in latino non ha nome alcuno. E seguendo lui ne disegnò poi Bramante un libro, da cui Raffaello, Polidoro, e Gaudentio ne cavarono grandissimo giovamento; e secondo che si dice è pervenuto poi nelle mani di Luca Cangiaso [Cambiaso] Pozzeverasco, il quale perciò è riuscito nelle intenzioni, e bizzarrie rarissimo al mondo. » (4)

In copertina: Dott. Francesco Bertinatti, Lezione di Anatomia - Accademia Albertina di Belle Arti Torino. 1837