Scuola Grande di S. Marco Venezia

In copertina: Dott. Francesco Bertinatti, Lezione di Anatomia - Accademia Albertina di Belle Arti Torino. 1837

Scuola Grande di San Marco - Venezia

Nell'ambito della Ricerca in Museo, attinente al programma del Corso di Anatomia Artistica, sono stati qui presi in considerazione due argomenti di studio:

1) la figura umana nella relazione compositiva con lo spazio urbano, naturale e architettonico, opere: Cristo in gloria con San Marco, San Pietro e San Paolo, di Palma il Giovane (1549-1628); Crocefissione, di Alvise Donato (1528-1557); Predicazione di San Marco in Alessandria, di Gentile e Giovanni Bellini (1429-1507).

2) Il disegno anatomico attraverso l’iconografia degli atlanti anatomici antichi. In particolare, è stato scelto un testo del 1801 di Leopoldo Marco Antonio e Floriano Caldani: “ICONES ANATOMICAE QUOTQUOT SUNT CELEBRIORES EX OPTIMIS NEOTERICORUM OPERIBUS SUMMA DILIGENTIA DEPROMTAE ET COLLECTAE”.

Il primo argomento di ricerca si è svolto nella Sala Capitolare e nella Sala dell’Albergo della Scuola Grande; il secondo argomento presso la Biblioteca di Storia della Medicina annessa al Polo Culturale e Museale, sempre della Scuola Grande.

Composizione pittorica. Concetto generale.

Le “relazioni” e i rapporti proporzionali che intercorrono tra i vari soggetti di un dipinto (figura umana, paesaggio urbano e naturale, ornato architettonico ecc.) costituiscono ciò che comunemente si chiama “composizione pittorica”.

Per regola estetica generale diamo a questa locuzione il significato di organizzazione topografica dei suoi soggetti, o elementi iconici, considerati come masse o pesi visivi (forme e tonalità), e distribuiti in maniera equa e bilanciata all’interno del perimetro del dipinto.

Nella progettazione di un dipinto, il semplice piano bidimensionale (tela, tavola ecc.) diventa “spazio pittorico”, cioè simulazione della realtà tridimensionale. Con questo “artificio” il pittore diventa quasi un “prestigiatore”, ed ha con sé strumenti appropriati alla riuscita della “magia”.

Oltre ai mezzi materiali della rappresentazione (pennelli, colori, medium, supporti ecc.) ve ne sono altri – immateriali – che rientrano nell’ambito della creatività propria dell’artista. Questi sono: la percezione visiva, la capacità di sintesi di forma e colori, la valutazione delle proporzioni e il bilanciamento dei pesi visivi. L’organizzazione di tali elementi, per lo più sconosciuta al comune osservatore, rende gradevole ed esteticamente equilibrata l’opera.

Ognuno di questi argomenti richiederebbe uno studio particolare, qui ci limitiamo a delineare solo alcuni aspetti compositivi delle opere di seguito riportate.

Cristo in gloria con San Marco, San Pietro e San Paolo.

Jacopo Palma il Giovane (1549-1628)

Palma il Giovane (1549-1628), Cristo in gloria con San Marco, San Pietro e San Paolo

Eseguito nel 1614, il dipinto è collocato nell’altare maggiore (altare progettato da Jacopo Sansovino e costruito nel 1546) della Sala Capitolare della Scuola Grande di San Marco in Venezia.

Rappresenta Cristo in gloria circondato da angeli e, più in basso, dai santi Marco, (al centro), Pietro (a sinistra) e Paolo (a destra).

La forma composita del perimetro del dipinto rispecchia la pianta a croce latina degli edifici religiosi di culto cattolico. Più in particolare, dalla pianta vengono presi in considerazione: la parte absidale, il coro e metà della crociera del transetto.

1) Absidale; 2) Coro; 3) Metà crociera del transetto

Nella interpretazione della forma è possibile osservare come questa sia generata da un rettangolo formato da due quadrati posti in successione verticale.

Nel quadrato superiore viene inscritto un cerchio di diametro uguale a un lato del quadrato. Di questo cerchio consideriamo la sua metà superiore (semicerchio), la quale costituisce l’abside della pianta. Cristo è collocato nell’abside.

Nel cerchio appena descritto, oltre al Cristo è collocata la testa di San Marco; ciò pone il Santo in un luogo più elevato rispetto agli altri due, mettendo così pure, iconograficamente, in rilievo la sua figura di Santo Patrono di Venezia.

Rettangolo formato da due quadrati

Cerchio nel quadrato superiore

Come già visto, la collocazione della testa di San Marco è elevata; altrettanto interessante è la corrispondenza della sua testa con una linea verticale immaginaria passante per il centro del dipinto; su questa linea è collocata anche la testa del Leone Marciano, accovacciato ai piedi del Santo.

Le due teste incontrano la linea verticale nei rispettivi punti craniometrici della Glabella. La Glabella è un punto di rèpere appartenente all’osso frontale, e ne individua il suo centro a livello degli occhi.

La posizione di questi elementi riveste un ruolo estetico fondamentale nell’economia della composizione e nel rapporto tra simmetria dello schema geometrico e asimmetria degli elementi rappresentati.

Forma composita

Linea verticale centrale

Punti craniometrici della glabella

La forma architettonica del frontone dell'altare (ridotta in scala) individua le teste di tutt'e tre i Santi.

Sagoma base dell’altare a forma di tempietto

Triangolo raffigurante il frontone architettonico

Nel quadrato inferiore (ridotto pure in scala) vengono posti assieme i tre Santi, seduti su un basamento di nuvole e, sotto di essi, una veduta della città di Venezia. Quattro linee orizzontali definiscono una ripartizione regolare del quadrato inferiore in tre spazi altrettanto orizzontali.

Nel primo spazio, in alto, vi sono collocati San Pietro e San Paolo con le rispettive regioni anatomiche della testa e del tronco; San Marco invece è collocato al centro, sempre nella prima ripartizione, con la regione anatomica degli arti inferiori.

Nel secondo spazio vi sono gli arti inferiori di San Pietro e San Paolo, e le nuvole sulle quali questi poggiano.

Il terzo spazio, in basso, è destinato alla veduta della città di Venezia.

Quadrato inferiore (ridotto in scala) della composizione generale

Anche in quest’ultimo soggetto paesaggistico i riferimenti iconografici sono associati a San Marco. Il luogo della città intitolato al santo – Piazza San Marco – viene posto esattamente al centro della medesima linea verticale che divide in due metà uguali il dipinto, e sulla quale, come già visto, sono poste le teste di San Marco e del Leone Marciano.

Veduta di Venezia con al centro piazza San Marco, corrispondente alla linea centrale gialla.

La composizione del dipinto di Palma il Giovane, in conclusione, è un gioco di simmetrie geometriche e asimmetrie naturali, di relazioni iconografiche, religiose e simboliche.

Il cerchio (simboleggiante lo spirito, l’armonia, la trascendenza) accoglie la divinità e la testa di San Marco.

Il quadrato (simboleggiante la terra, il recinto sacro – il tempio –, ciò che è creato) accoglie i santi posizionati sulle nuvole – quindi in cammino verso l’alto – e la città di Venezia, vista dall’alto della celeste scena, stabile nella sua architettonica rappresentazione e sempre devota al suo Santo Patrono Marco.

Crocefissione

Alvise Donato (1528-1557)

Alvise Donato (1528-1557). Crocefissione

Studi compositivi

Studi compositivi e valori tonali

Gentile e Giovanni Bellini (1429-1507)

Gentile e Giovanni Bellini (1429-1507). Predicazione di San Marco in Alessandria

Studi compositivi

Studenti a lavoro

Sala Capitolare

Sala dell'Albergo

Sala dell'Albergo

Leopoldo Marco Antonio e Floriano Caldani (1801)

Atlante anatomico. Leopoldo Marco Antonio e Floriano Caldani (1801) Icones Anatomicae quotquot sunt celebriores ex optimis neotericorum operibus summa diligentia depromtae et collectae. Tabulas selegerunt et nonnullas ex cadaveribus ad vivum delineates addere curarunt. È il primo volume di quattro dell'atlante anatomico del Caldani, ed è un prezioso esempio di opera d’arte che a quel tempo ebbe ampia diffusione. Esso è composto da 51 tavole calcografiche su "Ossa e legamenti" riprodotte da un'equipe di incisori tra i quali Francesco Ambrosi, Felice Zuliani, Giovanni Battista Torcellan (1), (2) e Gaetano Bosa. (1), (2), (3), (4). L'opera fu pubblicata da Floriano dopo la morte dello zio Leopoldo Marco Antonio Caldani (1725 - 1813) che fu anatomico, fisiologo e scienziato. Dal 1764 Marco Antonio coprì la cattedra di Medicina Teorica all'Università di Padova e dal 1772 successe al Morgagni alla Cattedra di Anatomia. Il nipote Floriano Caldani (1772 - 1836) gli successe alla stessa cattedra di Anatomia.

Caldani Leopoldo Marco Antonio, Caldani Floriano Icones anatomicae quotquot sunt celebriores ex optimis neotericorum operibus summa diligentia depromptae et collectae... Venetiis: ex calcographia Josephi Picotti, 1801-1813. 461 figure realizzate da Giovanni Battista Torcellan, Gaetano Bosa, Felice Zuliani, Francesco Ambrosi. Prima edizione. La collezione di figure anatomiche pubblicata dai Caldani è una delle più complete mai realizzate e «give in good reproductions a useful selection of the very best engravings that had been published up to that date» (Choulant 41); cfr. Heirs of Hippocrates: «massive and beautiful compilation of the best anatomic representations of past years»; Choulant 327-328.

Biblioteca di Storia della Medicina Polo Culturale e Museale, Scuola Grande di S. Marco.

Studenti a lavoro

Disegni degli studenti

Festival di Storia della Salute

Nell'anno accademico 2021-22, la Scuola Grande di San Marco organizza il "Festival nazionale di Storia della Medicina", nel quale coincidono vari eventi veneziani: il 500' anniversario dell'Ospedale alle Zattere (sede attuale dell'Accademia di Belle Arti), e la mostra: "Curare gli Incurabili, quando la bellezza cura", in collaborazione con l'Accademia.

Nei cinque giorni di apertura della mostra, e all'interno della stessa, gli studenti dell’Accademia si esibiranno in una performance di disegno, prendendo in considerazione sia i calchi del Lotti, sia le incisioni dell’atlante anatomico di Marco Antonio e Floriano Caldani.