Incontro con Antonio Iermano
26/01/2022 -🏫 Liceo Guacci, Benevento
26/01/2022 -🏫 Liceo Guacci, Benevento
Il giorno 26 Gennaio 2022 la nostra classe, 3ASA, ha avuto il piacere di poter ascoltare Antonio Iermano, il figlio di Aldo Iermano, l’autista amico dell’assessore al lavoro Raffaele Delcogliano, entrambi vittime della mafia e delle BR. Antonio Iermano collegato online a distanza ha potuto parlare a più classi contemporaneamente, come la nostra, non potendo trascurare purtroppo qualche piccolo problema di audio. Dopo una breve presentazione di se stesso, abbiamo ascoltato e preso appunti sulla indimenticabile storia in memoria di Aldo Iermano e Raffaele Delcogliano: Ciro Cirillo è stato un politico italiano nato a Napoli il 15 febbraio 1921. E’ stato un esponente del partito politico Democrazia Cristiana e ha ricoperto anche il ruolo di assessore regionale all’Urbanistica. Cinque mesi dopo il devastante terremoto che aveva sconvolto l’Irpinia, precisamente la sera del 27 aprile 1981, Ciro Cirillo stava tornando a casa, dopo una riunione di lavoro, quando venne rapito da parte delle Brigate Rosse. Le Brigate Rosse (dette anche BR) sono state un'organizzazione terroristica italiana di estrema sinistra costituita nel 1970 per propagandare e sviluppare la lotta armata rivoluzionaria per il comunismo. Di matrice marxista-leninista, è stato il maggiore, il più numeroso e il più longevo gruppo terroristico di sinistra del secondo dopoguerra esistente in Europa occidentale. Erano attive soprattutto in Italia negli anni 70-90 e negli anni 2000 con le Nuove Brigate Rosse. Sono state fondate da Renato Curcio, Margherita Cagol Alberto Franceschini.
Erano le 21:45 quando l’auto blindata di Cirillo entrò nel garage, scatenando l’inferno. Un commando di 5 persone iniziarono a sparare sulla vettura. Tutti i membri della scorta, tranne uno, vennero uccisi e Cirillo, paralizzato dalla paura, venne trascinato fuori dall’auto e costretto a salire su un furgone di color nocciola, parcheggiato all’esterno del garage. E’ da questo momento che inizia uno dei capitoli più controversi della storia d’Italia. Quando le Brigate Rosse rapirono Cirillo, si era nel pieno degli Anni di Piombo. Tre anni prima era avvenuto il rapimento di Aldo Moro che si era concluso con la sua morte. Cirillo era il fulcro della delicata operazione di ricostruzione post terremoto e quindi aveva un ruolo importantissimo tant’è che spinse lo Stato a trattare con le Brigate Rosse per liberarlo, il tutto mediato dal SISDE (ex servizi segreti italiani) e dalla Nuova Camorra Organizzata di Raffaele Cutolo.
La Nuova Camorra Organizzata (conosciuta anche con l'acronimo N.C.O.) era un'organizzazione criminale di stampo camorristico creata da Raffaele Cutolo, negli anni '70 del XX secolo in Campania. Si ingrandì enormemente agli inizi degli anni '80 coinvolgendo gli altri clan di camorra in sanguinose guerre. Nonostante la sua breve vita, fu considerata una delle mafie italiane più potenti. Durante tutte le fasi del sequestro, sono stati concessi al padrino e ai suoi uomini numerosi benefici personali, processuali e penitenziari e l’effettivo interlocutore di Cutolo e della camorra è stato il partito di maggioranza relativa del paese, Dc.
Il 24 luglio del 1981, in via Stadera a Poggioreale, Cirillo viene rilasciato soltanto dopo il pagamento di un riscatto di un miliardo e mezzo di lire alle Brigate Rosse. E’ da quel momento che i rapporti tra lo Stato e la delinquenza organizzata si intensificarono, permettendo alle mafie di entrare nelle attività legali. Il caso Cirillo permise alla camorra di mettere le mani sui fondi stanziati per la ricostruzione dopo il famoso terremoto. Inoltre alcuni testimoni sostennero che anche la Camorra aveva intascato parte del riscatto. Le Brigate Rosse però facendosi aiutare dalla camorra, si misero in debito con loro. L’occasione di ricambiare il favore si ebbe quando la camorra prese di mira Raffaele Delcogliano.
Raffaele Delcogliano stava elaborando e applicando la nuova politica sull’occupazione giovanile e i corsi di formazione professionale e questo lo portò ad essere considerato un bersaglio dalla camorra, abituata a gestire le fasce più deboli della società in base ai propri tornaconti. Nelle ultime settimane Raffaele Delcogliano ripeteva: “Sono seduto su una polveriera”. Non si riferiva ai terroristi delle Brigate rosse ma a tutto quel mondo politico, clientelare e camorristico che ruotava intorno ai tanti soldi dei corsi di formazione, che andavano a finire nelle tasche della mafia, che lui, il nuovo assessore al Lavoro, in poco tempo riformò con una legge che arrivò sulle scrivanie dei dirigenti della Regione.
L’uccisione di Aldo Iermano e Raffaele Delcogliano avvenne un anno esatto dopo l’uccisione di Cirillo, il 27 Aprile 1982, a Napoli. Due terroristi a bordo di una moto, dopo aver costretto l’auto blindata a fermarsi in una via famosa e ampia di Napoli, vicino al lungomare, colpirono a morte l’assessore al lavoro della Campania per la Democrazia Cristiana, Raffaele Delcogliano, e il suo autista, Aldo Iermano. L’attentato fu rivendicato dalle “Brigate Rosse – Partito della guerriglia” (BR-PG), che, dopo gli arresti di militanti e dirigenti subiti nel gennaio 1982, disponeva di sole due cellule attive: quella di Torino – che, nell’ottobre 1982, avrebbe ucciso le guardie giurate Sebastiano D’Alleo e Antonio Pedio – e quella napoletana. Ad appartenenti delle BR-PG, le sentenze addebiteranno gli omicidi dell’assessore e del suo autista oltre che quelli, del luglio 1982, del vice Questore Antonio Ammaturo e dell’agente Pasquale Paola.
Da ricordare è anche la grande amicizia tra Aldo e Raffaele, infatti, anche quando era chiaramente in pericolo e braccato sia dalla Camorra che dalle Brigate Rosse come citato stesso da Raffaele: “sono seduto su una polveriera” Aldo non si è mai tirato indietro ed ha sempre aiutato il suo amico d'infanzia, guidando per lui, consapevole dei rischi che avrebbe corso. Un aneddoto triste è anche che la moglie di Raffaele Delcogliano aspettava una bambina e non avendogli detto niente, è morta senza sapere. Attualmente la figlia che non ha mai potuto conoscere il padre racconta la sua testimonianza agli studenti come anche il figlio di Aldo Iermano, Antonio Iermano, venuto nella nostra scuola per raccontare questo accaduto e testimoniare. La vicenda in questione è stata anche ripresa e scritta interamente in un libro chiamato: “Il patto infame” di Luigi Grimaldi che si ispira nel titolo proprio al patto fatto dalla Camorra e Brigate Rosse per le varie uccisioni di Cirillo e Delcogliano. Questa storia, che all’epoca non fu neanche presa in considerazione, forse per la corruzione dello stato come di una parte della società in quel tempo e per la dominanza del fenomeno delle mafie ancora in parte sconosciuto precedentemente ai vari maxiprocessi degli anni ‘90, ma che oggi viene sempre più accreditata è raccontata dei parenti delle vittime, in congressi o nelle scuole.