Kapoor indaga la dialettica degli opposti. Per gli anni Ottanta crea figure astratte con il pigmento puro, mentre successivamente le sue opere assumono dimensioni più rigide, monumentali incentrate sul tema del vuoto e del pieno, reso possibile da una cavità che si riempie o dalla materia che si svuota.
In quest’ultima fase usa la nanotecnologia del carbonio.
SHOOTING INTO THE CORNER
“L'ho creato per ragioni completamente diverse e non aveva nulla a che fare direttamente con la guerra. Tuttavia, oggi ha un significato completamente diverso. Si spera che un'opera possa avere memoria storica ma se la si fa apposta diventa banale. È il contrario: penso che questa sia la parte importante di un impegno culturale corretto e profondo".
PREGNANT WHITE WITHIN ME
L'opera rappresenta un gigantesco rigonfiamento candido che dilata le pareti bianche dello spazio espositivo quasi rigonfiandolo.
Con quest'opera vuole far riflettere sul nostro corpo e sullo spazio che occupiamo.
THE UNREMEMBERED
Cavità organiche, carni esposte, eruzioni di materia in continuità con ammassi informi e visceri sanguinosi. Quest'opera è l'esito di un'esplorazione al di là della liscia superficie esterna dei corpi. Un'interiorità che viene portata all'esterno.
Come interpretare quest'opera? La vita o la morte?
SKY MIRROR
E' un grande vuoto che riflette la realtà, lo specchio in acciaio inossidabile è in grado di "capovolgere" il mondo. E' un vuoto che funziona da recipiente raccogliendo ciò che lo circonda. Il vuoto contiene.
Il riflesso di noi stessi nell'opera ci pone di fronte la domanda "chi sono io?".
La nanotecnologia del carbonio è la base di queste opere, essa assorbe più del 99,9% della luce visibile.
Il pieno e il vuoto, la luce e l’ombra, il visibile e l’invisibile, il maschile e il femminile, l’effimero e il durevole. Realtà, però, mai nettamente distinte, bensì complici, complementari, integrate secondo il pensiero orientale dell’equilibrio e dell’unità degli opposti. Le sue sculture misteriose e semiorganiche – forme archetipiche che sembrano essersi generate da sole («voglio negare la presenza dell’artista, andare oltre il gesto») – sono meditazioni di natura rituale, nel tentativo di vedere a fondo proprio le cose che sfuggono lo sguardo."
"La luce è importante, ma come artista mi interessa il buio e con questo nero propongo di superare l'essere" (Kapoor)
Non-Object Black