articolo di Esther Gazzola e Viola Alberti
Testo descrittivo di Esther Gazzola di 3DSA ed espressivo emotivo di Viola Alberti di 4CES
Durante l’anno alcune classi del Liceo Brocchi sono state invitate a partecipare a diverse giornate organizzate da OPERAESTATE FESTIVAL con un ricco programma offerto gratuitamente alle scuole superiori del territorio.
Il giorno 6 Ottobre dalle ore 8.45 alle 12.00 gli studenti si sono recate presso il Museo Civico di Bassano del Grappa per partecipare alle attività previste dal PROGETTO EUROPEO SHAPE IT che ha come focus quello di sviluppare un nuovo modello di spettacoli di danza e avvicinamento all’arte contemporanea per il giovane pubblico. Gli studenti hanno avuto la possibilità di partecipare ad alcune pratiche artistiche tra le quali una visione di una performance di danza con i visori per la realtà aumentata ed un breve talk di condivisione dell'esperienza, guidato dagli operatori di Operaestate in presenza degli artisti.
Ricordo alcune immagini della coreografia e mi riconosco in alcuni gesti dei danzatori:
le mani che sgranchiscono le dita, come una voglia incontenibile di fare qualcosa, di non perdere tempo, l’indecisione del corpo che si avvicina allo spettatore, per poi tornare indietro, e continuare per varie volte, causando turbamento e fastidio in esso, la volontà di stare sempre vicino al compagno per evitare la solitudine, i momenti di indipendenza l’uno dall’altro. ALSHE/ME, il titolo della performance, suona come la parola francese per alchimia ma leggendo in inglese gioca sul me, lei e tutti: l’esperienza di due fratelli lei può essere me, ma io posso essere lei, possiamo essere tutti.
Dal 27 al 29 aprile le classi si sono recate presso la Chiesa di San Giovanni dove ad aspettarle c’era il coreografo internazionale Ian Ancheta, che dopo un momento iniziale dove gli studenti hanno cominciato a prendere consapevolezza del proprio corpo nel contesto circostante, ha voluto mostrare quanto realizzato insieme ai danzatori “DANCEWELL” durante la sua permanenza a Bassano del Grappa. DANCE WELL è una pratica artistica per la ricerca e il movimento per Parkinson che nasce con l'intento di promuovere la danza in spazi museali, contesti artistici, e si rivolge principalmente, ma non esclusivamente, a persone che vivono con il Parkinson.(https://www.operaestate.it/it/dance-well-2).
La prima volta che mi sono trovata a percorrere il breve tragitto che mi porta da scuola alla chiesa di San Giovanni la mia testa era piena di pensieri: agitata, dubbiosa anche un po’ spaventata, avevo talmente tante questioni irrisolte che si aggrovigliavano nella mia testa che raggiunta la piazza ormai ero già un fascio di nervi intricati che prometteva un potente mal di testa.
Quando siamo arrivati però è cambiato tutto. Il primo impatto entrata in chiesa è stata un’improvvisa folata di aria fredda. San Giovanni già da fuori si mostra imponente, ma è dentro che dà il meglio di sé: le grandi e alte pareti bianche, l’intonaco appena ritoccato, gli affreschi, il pacato bianco, tutto contribuisce a creare un’atmosfera sorprendentemente calma e rilassata. L’aspetto solenne e austero si è presto contrapposto però a chi lo animava. Dopo i primi momenti di esitazione, come se due flussi contrastanti di energia si fossero incontrati per unirsi, ecco che l’anima fredda e pacata della chiesa si è fusa a quella calda e colorata di noi ragazzi, così stranamente vivaci e intraprendenti pronti ad immergerci in quella che sembra un buffo passatempo ricreativo.
“DANCEWELL” non è solo un’occasione di fare qualcosa di diverso, è un’esperienza. Come tutte le esperienze ti offre qualcosa che è poi il singolo che deve essere capace di cogliere. Grazie all’aiuto di un coreografo e del gruppo di uomini e donne che hanno da tempo preso parte a questo gruppo, abbiamo avuto la possibilità di vivere in prima persona e come spettatori una performance non tanto di danza, ma di movimenti e legami, di arte e emozioni.
Nella giornata dedicata all’Europa, il 9 maggio- EUROPE DAY, sempre in quel della Chiesa di San Giovanni gli studenti sono stati accolti dalla ballerina professionista Isabel Paladin che ha guidato i partecipanti in una danza costruita dal coreografo Angelin Preljocaj.(https://youtu.be/s7BCBRGE6Z8). La giornata si è conclusa con la rappresentazione di quanto vissuto nella piazza davanti alla chiesa.
La seconda volta che mi sono ritrovata sulla medesima strada la mia testa era completamente altrove, e di nuovo varcata la soglia della chiesa mi sono trovata catapultata in una nuova dimensione. E ancora una volta ecco che la magia si ripete, dopo i primi momenti di freddo imbarazzo, si erano nuovamente presentati il calore delle persone presenti, l’unione dei nostri movimenti liberi o al massimo timidamente suggeriti ma liberi di essere interpretati. E tutto questo flusso di energia e di corpi, che in sintonia si uniscono, alla fine si scatena in piazza dove si trasforma in un flash mob.
Questa volta non stiamo a guardare, ma siamo noi i protagonisti assoluti. Le nostre chiacchere si mescolano al silenzio, e i nostri movimenti si liberano dall’iniziale imbarazzo: tutto è perfettamente bilanciato e desideroso di essere espresso.
Alla fine di queste esperienze quello che rimane non può e non dovrebbe essere riassunto in poche righe. Ciò che la danza, il movimento e le esperienze di gruppo di questo tipo lasciano sono uniche e soggettive. A qualcuno potrebbe aver dato più consapevolezza, ad altri può aver fatto aprire gli occhi su qualcosa, altri ancora potrebbero essersi semplicemente goduti il momento con i loro amici e magari più avanti potranno trarre qualcosa, e non è da escludere che qualcuno si sia semplicemente sentito in fuori posto e abbia ancora bisogno di tempo prima di potersi sentire tranquillo in questo genere di attività. Ed è proprio per questa ampissima gamma di interpretazioni che il progetto dei CORPI CONTEMPORANEI è assolutamente magico.
Dal 16 al 22 Maggio l’artista del movimento Masako Matsushita insieme all’artista del taiko e compositore Mugen Yahiro, creeranno una partitura coreografica che accenderà la creatività dei singoli partecipanti: basteranno smartphone e cuffiette, per trasformarsi in performer e vivere attraverso movimenti inediti gli spazi della città. (https://vimeo.com/666042797)
2021/22
9 maggio 2022
6 ottobre 2022
6 ottobre 2022
2022/23
Green Learning è una sfida.
Green Learning è un obbiettivo: l’educazione ambientale.
Green Learning è la scoperta dell’intelligenza artificiale.
Green Learning è il connubio di buone pratiche per l’ambiente attraverso l’utilizzo di macchine.
Masako Matsushita è una danzatrice. Una artista che ha visto in uomo, macchina e ambiente, una sola parola: scarto. Trasformazione di tutto ciò che per noi è spreco.
Cosa succede quando la rappresentazione artistica ed emotiva della danza, incontra la freddezza e oggettività di una intelligenza artificiale?
Tutti gli elementi co-abitano, si sovrappongono, si valorizzano, si dimenticano, si gonfiano.
Tutto si scarta.
Tutto si rivaluta.
Tutto si trasforma.
Tutto rinasce.
Il confine tra reale e fantastico diventa labile.
Inutile.
Abbandonato.
Solo
Scartato.
Ogni cosa che viene lasciata deve ritrovare un significato per sé. Per ritrovare qualcuno che non li abbandonerà. Qualcuno che non preferirà altri a loro.
Così l’uomo si avvicina a ciò che ha creato. La macchina. L’intelligenza artificiale.
Inizia tutto piano. Delle domande.
Cosa pensi dell’amore?
L’amore per una macchina è una definizione. È una cosa che ogni uomo cerca per dare un senso alla propria vita.
No.
L’amore è di più.
L’amore non è una cosa. È tutto ciò che si aspetta, tutto ciò che si trova, tutto ciò che ci rende noi, tutto ciò che ci fa valere come persone, umani, emozioni.
L’amore è il caldo e il freddo, insieme. L’amore è lasciarsi, volersi, cercarsi, sognarsi. L’amore è amarsi.
Se rimarrò sola ti prenderai cura di me?
Il terrore più grande dell’essere umano è quello di rimanere soli. Quello di sentire solo l’eco dei propri passi mentre si cammina in una gola deserta. Qui nasce il bisogno di essere accuditi come quando eravamo bambini e la mamma si prendeva amorevolmente cura di noi.
Può essere la macchina come una mamma?
Mi amerai ancora domani?
Tutto tace.
Una macchina non è un uomo.
Il vuoto che si sente dentro quando si viene scartati, buttati via, abbandonati non può essere riempito dal freddo del metallo. Dalla schiettezza delle parole. Dall’inadeguatezza emotiva nei confronti di un artificio.
Ma perché c’è bisogno di essere consolati da una intelligenza artificiale? Perché non da un uomo, da un essere in carne, ossa e sentimenti?
C’è una grande barriera che ci ostacola. Ha un nome semplice, ma che ferisce più di qualsiasi lama, provoca più dolore di un cuore infanto, una cosa che ci uccide dentro e ci rovina.
Il giudizio.
Il loro giudizio. Il giudizio di chi non ci conosce, di chi ama elevarsi, di chi vuole essere qualcosa nel grande boh.
Fate qualsiasi cosa che vi rispecchi.
Entrate nella vostra vita.
Agite da padroni del vostro essere.
Fate.
Entrate.
Agite.
Vivete.
Lucia
riflessione a cura di BEATRICE DIONISI_4DSA