Noi e il MAXXI
IL PROGETTO
Il progetto, proposto dal museo MAXXI dell'Aquila, nasce con l'obiettivo di portare l'arte nelle classi e dalla necessità, dei docenti, di fare durante la pandemia. La proposta prevede una stesura collettiva, attraverso la guida di docenti ed esperti, messi a disposizione dalla stesso MAXXI, di un didascalia a descrizione di un'opera contemporanea.
L'attività si è svolta in modalità digitale, attarverso una serie di incontri che hanno visto la classe coinvolta, prima a livello del singolo, successivamente divisi in piccoli gruppi, per poi giungere ad un unico eleaborato.
SENZA TITOLO di Nunzio:
L’opera è collocata nella città dove l'artista ha vissuto l'infanzia e l'adolescenza, ma che poi ha lasciato per studiare a Roma, presso l'Accademia di belle arti di Roma. Dal 1981 la sua carriera decolla: espone numerose opere d’arte in molte gallerie importanti in Italia e all’estero. Nel 1984 Nunzio, insieme ad altri artisti, dà vita alla Scuola di San Lorenzo. Il loro obiettivo è quello di fondare attraverso la scultura un nuovo spazio in relazione all’ambiente nel quale l’opera si manifesta.
La composizione, espressione di questa sua corrente artistica, è costituita da geometrie semplici, pulite e leggermente curve, che formano un tunnel che ricorda le costole di una gabbia toracica. Come questa protegge cuore e polmoni, allo stesso modo, il visitatore si ritrova all’interno di un rifugio sicuro.
La domanda, però, sorge spontanea: perchè quella che assomiglia a una gabbia è per noi un rifugio?
Il suo colore, nero pece, trasmette pesantezza, densità e solidità, ma la realtà che si cela dietro la superficie è un’altra. Le assi di legno combusto, ottenuto con la fiamma ossidrica, donano un effetto di leggerezza e fragilità attraverso un’opera destinata a durare in eterno, frutto della tecnica giapponese che permette di conservare il materiale a lungo nel tempo. La sua tridimensionalità coinvolge l’osservatore, immergendolo in un ambiente alterato da una falsa prospettiva che porta chi guarda a percepire assi di diversa dimensione.
L'opera di Nunzio può essere vista come un rifugio per la comunità. Sembra infatti rappresentare una casa che talvolta diventa un luogo di condivisione, relazione, collaborazione e sostegno; talvolta la nostra capanna primitiva, che, nonostante possa essere rudimentale e inadeguata, rimarrà sempre la nostra Casa, il luogo dove ci sentiremo sempre noi stessi, il nostro intimo.
E’ un limbo sottilissimo quello che separa l’essere sociale dall’essere sè stessi. Ed è in questo luogo di mezzo, misterioso e imprescindibile per ognuno di noi, in cui l’artista colloca la scultura. La posizione dell’opera, nell’arco dell’ingresso posteriore, suggerisce che come un museo non è solo fatto di sale espositive, noi non siamo fatti solo dell’io pubblico; un museo è fatto anche di spazi che ci portano nel nostro io privato e che ci fanno capire che è necessario lasciare la nostra anima libera di uscire e vivere.
Noi come le opere, siamo sempre gli stessi quando siamo dentro e fuori dalle sale?
LA NOSTRA ESPERIENZA
A noi della 2 ^AQSA piace sperimentare nuove esperienze divertendoci, imparando a conoscere noi stessi e il mondo che ci circonda, magari attraverso l’esperienza dell’ARTE CONTEMPORANEA. Proprio per questo motivo abbiamo deciso di candidarci al progetto DIDASCALIE IN COLLEZIONE proposto dal MAXXI di Roma e fortunatamente siamo state una delle quattro scuole selezionate. Ci è stata offerta la possibilità di scrivere una didascalia per un’opera dell’artista Nunzio, originario de L'Aquila.
Il lavoro è stato svolto sia individualmente sia a gruppi, condotto dall’esperta Valeria Pica, educatrice della sede MAXXI dell’Aquila, che ci ha guidato nella creazione del nostro elaborato, aiutandoci a focalizzare meglio ogni dettaglio per renderlo importante: il materiale, la forma, lo spazio occupato e il rapporto con il contesto. Così un’opera, che appare solamente un insieme di semplici assi di legno, in realtà cela significati profondi che ognuno di noi coglie diversamente.
Immergersi nell’arte vuol dire farsi attraversare e travolgere da tutto ciò che sprigiona. L’opera di Nunzio ha toccato ognuno di noi nel profondo costringendoci a porci domande e a dare un nome alle nostre emozioni.
Il risultato è stato un elaborato testuale ricco di percezioni e interrogativi che richiedono nuove risposte. Un’attività costruttiva nel nostro percorso formativo e personale che riteniamo importante condividere.