Non si tratta di una semplice chiesa o un luogo di culto da ammirare, la cattedrale otrantina è una straordinaria testimonianza storica della vita della città, un tesoro artistico di assoluto valore, un simbolo della cristianità a causa degli avvenimenti nefasti accaduti fra le sue mura. Essa risale alla seconda metà dell’anno 1000, ed è stata costruita su antichi resti di villaggi messapici, romani e paleocristiani. Ha subito numerosi assalti, è stata più volte distrutta e ricostruita.
All’interno, in fondo alla navata destra si trova una delle memorie più toccanti della Cattedrale: la cappella dei Martiri. È una parte della chiesa dedicata al ricordo dello storico sterminio dei Martiri d’Otranto, cioè degli 800 abitanti cristiani che nel 1480 furono massacrati dai turchi per non voler rinnegare la propria fede. Guardando i resti esposti, le ossa, e la ‘pietra del martirio’ sulla quale probabilmente avvennero gli assassini lascia assolutamente senza fiato, e ci riconduce al dolore che le guerre religiose provocano ancora oggi.
Il vero gioiello dell’interno della Cattedrale otrantina è il mosaico pavimentale lungo 52 metri: un’opera d’arte di assoluto valore, dalla bellezza sbalorditiva e dal profondo significato. Il capolavoro realizzato dal monaco Pantaleone e terminato nel 1164, raffigura infatti l’albero della vita, e i passaggi raccontati dall’Antico Testamento, che narrano del cammino che l’uomo svolge per dirimersi dal peccato e cercare la salvezza eterna. ‘Attori’ del mosaico sono quindi Adamo ed Eva, re, regine, animali fantastici numerosi temi, ognuno con il proprio carico simbolico.
Tutta la costa neretina si caratterizza per la presenta di suggestive baie e insenature tra le quali merita una visita la baia di Porto Badisco, un fiordo naturale con cavità carsiche, considerato uno dei posti più magici del Salento e legato al mito dell'approdo di Enea. A pochi passi persiste la Grotta dei Cervi, il complesso pittorico neolitico più imponente d'Europa.
A circa 1700 m a sud-est di Otranto, in località Le Orte, si apre una cavità artificiale nota col nome di Buca d’Otranto, aperta verso la metà del secolo passato per l'estrazione della bauxite e utilizzata per il lavaggio del minerale estratto in zona. Sul fondo emerge infatti la falda freatica formando un laghetto, tutt’ora esistente e meta turistica. I lavori di estrazione hanno scoperto una successione sedimentaria fossilifera affiorante lungo la scarpata settentrionale del laghetto. Uno spettacolo naturale che vi colpirà soprattutto per la varietà di colori, una distesa rossa e blu, che attraversa numerose sfumature e gradazioni di colore, mettendo in forte risalto anche la vegetazione presente. Un paesaggio quasi surreale, che diventa ancora più affascinante con i vari giochi di colore creati dai raggi del sole che si tuffano all’interno del favoloso cratere.