La Preside per noi era una figura quasi mitologica. Ne sentivamo parlare spesso ma conoscevamo pochissimo di lei. Cosa fa durante la sua giornata lavorativa? Quali sono i suoi interessi? È severa? È risoluta? È comprensiva? Insomma eravamo davvero emozionati al pensiero di conoscerla, di conversare con lei per soddisfare tutte le nostre curiosità. Abbiamo prima pensato e scritto tutte le domande da porle, siamo poi andati lì nel suo ufficio, un po’ agitati ma felici di questo importantissimo incarico. Tra domande, tutte rigorosamente registrate, sorrisi e piccole riflessioni, ci siamo portati in classe una bellissima esperienza e un ricordo che rimarrà per sempre con noi. In classe abbiamo poi rielaborato tutto quello che abbiamo vissuto e appreso per regalare questo pezzettino di vita a tutti i bambini della nostra scuola.

8 Novembre 2022

Era una martedì mattina di novembre, quando ci ha accolti nel suo ufficio…

Buongiorno, mi chiamo Mariam e volevamo farle delle domande per il giornalino della scuola. Le piace il suo lavoro?

  • L’ho appena iniziato. Sono due mesi e mezzo che sto facendo questo lavoro, mentre prima insegnavo. E’ davvero molto impegnativo però non c’è stato giorno in cui sono tornata a casa chiedendomi chi me l’avesse fatto fare. Quindi, è impegnativo ma mi piace! Lo faccio molto volentieri!


E’ faticoso e difficile il suo lavoro?

  • Sì! Sì, perché ci sono un sacco di cose quotidiane da imparare, da conoscere e da capire di mille argomenti diversi, quindi bisogna in continuazione cambiare in base alle varie esigenze. Non è facile star dietro a tutto.

Di cosa si occupa nel suo lavoro? Com’è dirigere una scuola come la nostra?

  • Una scuola come questa è una “scuola grande”, perché ha l’infanzia, voi della primaria, le scuole medie, quindi bisogna continuare a pensare a problemi e a questioni diverse. Il rapporto con gli insegnanti e con le classi non è mai un problema, mentre è la parte amministrativa ed economica che è più complessa. Anche se vi sembrano parole un po’ grosse, pensate alla gestione dei soldi che arrivano per far funzionare la scuola, gestire le pratiche e i lavori della segreteria che è composta da molte persone, gestire i lavori extra dei professori e delle maestre/i, cioè tutto quello che va al di fuori delle ore in cui gli insegnanti sono con voi. Sono tante responsabilità. Ci sono inoltre i rapporti col Comune, poiché le scuole non sono nostre. Quando sorgono dei problemi come ad esempio una crepa, si rompe una finestra, fa freddo, bisogna chiedere l'intervento degli operai del Comune. Ogni giorno occorre affrontare tutti questi problemi diversi che rendono il lavoro complicato.

Che cosa le piace fare nel tempo libero?

  • Quando l’avevo, son sempre stata una persona molto sportiva, per cui ho sempre fatto tanto sport: dalla piscina alla ginnastica, le camminate mi piacciono mentre correre un po’ meno. Però sono una sportiva. Adesso faccio più fatica anche a trovarmi con le amiche perché il tempo è sempre meno, però in primis ho sempre messo davanti lo sport. Se ho un po’ di tempo libero faccio ginnastica.


Quindi, quale sport le piace fare maggiormente?

  • Allora, son sempre andata in piscina, quindi ho sempre fatto attività nell’acqua, però mi piace tutto. Faccio anche palestra e ginnastica a corpo libero a casa con le app. Non mi piace correre, ma cammino a passo spedito quasi come fosse corsa. Tra tutti, il nuoto e la bicicletta nell’acqua è ciò che ho sempre praticato.
    Mentre per quanto riguarda seguire lo sport, prima lo facevo di più. Da ragazzina seguivo anche il calcio mentre ora non so neanche più chi gioca nelle squadre. Ho sempre seguito anche il tennis. Ultimamente ho un po’ perso questa abitudine. Se invece ci sono ad esempio i campionati di atletica, i campionati del mondo o europei, li guardo. Per me lo sport ha sempre avuto un ruolo molto importante.


Qual era la sua materia preferita?

  • Ero brava a scuola, a me piaceva indifferentemente italiano e matematica, tant’è vero che dopo le medie ho fatto il liceo scientifico perché mi piacevano entrambe. Poi ho continuato con la parte di italiano che è Lettere, di cui ho fatto l’insegnante oltre che di latino. Per cui ho scelto per una passione maggiore, ma anche la matematica mi piaceva moltissimo.

Qual è il suo piatto preferito?

  • Preside: La pizza. I dolci meno, non ne sono una gran mangiatrice. Preferisco il salato… la pizza tra tutte le alternative. Mentre il tuo qual'è?

  • Ilias: anche a me la pizza.

  • Preside: ma non quella della mensa…la pizza vera.


Com’è diventata dirigente scolastico? Cosa faceva prima?

  • Ho insegnato. Quando mi sono laureata ho fatto subito l’insegnante, prima alle medie e per alcuni anni ho insegnato anche al Bussi. Poi sono andata alle superiori, quindi dai ragazzi più grandi; però, a me è sempre piaciuta la parte organizzativa della scuola: organizzare e gestire, quindi quando è uscito il concorso per dirigenti ho provato a farlo, ma non così tanto per provarlo, ho speso tante energie anche se non si può mai avere la certezza di vincerlo. Ci tenevo a superarlo pur sapendo che poi va anche a fortuna. Ho fatto il concorso perché ero convinta e quando l’ho superato ero proprio contenta, ma fino a giugno insegnavo al Liceo Scientifico di Mortara.


Quando era una bambina, che tipo di studente era?

  • Ero brava. Non una secchiona, ma studiavo perché mi piaceva e mi riusciva anche bene, per cui ho sempre studiato volentieri. Ero una di quelle che aiutava anche gli altri. Avevo sempre a casa mia, soprattutto al liceo, i miei compagni che erano più in difficoltà con latino o matematica e venivano da me a rivedere le cose fatte al mattino a scuola.

Difatti, mio fratello non mi sopportava perché era intelligente ma non aveva voglia di studiare.

Qual è la gita scolastica che ricorda di più?

  • Mi ricordo la gita a Roma con i miei compagni del liceo. Quella l’abbiamo fatta nell’anno della maturità, perché all’epoca non si andava molto all’estero, e ci siamo divertiti un sacco!

Se non avesse scelto quelle materie, cosa avrebbe scelto?

  • Allora…disegnare non ero capace e per le lingue non ero portatissima. Avrei scelto storia.


Qual è la materia che non le piace?

  • A me non piaceva tanto il disegno tecnico, quello del liceo scientifico, perché sapevo che non avrei fatto l’architetto o l’ingegnere per cui sapevo che non mi sarebbero serviti. Però… (questo imparatelo anche voi) cercate sempre, anche se una materia non piace, di impararne qualcosa, almeno le basi. Ovvio che non può piacere tutto, ma bisogna sempre, come nella vita, abituarsi ad accettare anche le cose che non vi piacciono, come quando i vostri genitori vi dicono di riordinare la camera, anche se non vi piace va fatto ugualmente.

Alla fine delle domande che ci eravamo preparati, l’intervista è proseguita con richieste che ci sono venute in mente in quel momento, un po' più dirette e personali…


Cosa fa quando è nel suo ufficio?

  • Mille cose, ad esempio: ora devo fare uscire quattro circolari per i professori, devo mandare una lettera a una famiglia, mandare una mail al comune per avere un appuntamento col sindaco. Ecco, questo devo farlo prima delle 14.30 perché poi ho le riunioni del Bussi e stasera ho un’altra riunione alle 18.30 online del Consiglio di Istituto. Queste sono solo le cose di oggi.


Quando qualcuno si comporta male…

  • Preside: Mi arrabbio.

  • Arianna: ma lo viene a sapere subito?

  • Preside: allora, soprattutto alle medie dove sono più grandi e i comportamenti negativi capitano più spesso, dico di avvisarmi subito soprattutto se succede qualcosa di grave perché bisogna intervenire. Questo anche per dare un esempio agli altri: se uno si comporta male e non si vede che si interviene subito, allora gli altri possono pensare che va bene che ci si comporti così. Quindi, non riesco a saperlo direttamente subito perché non posso tutti i giorni leggere i registri di tutte le classi della scuola, però chiedo quando ci sono delle situazioni di comportamento grave di avvisarmi.


Quanti anni ha?

  • Sono del ’75, ne ho 47. Tanti rispetto a voi.


Se non avesse fatto la preside, cosa avrebbe fatto?

  • Preside: Un’altra cosa che mi affascinava era medicina, per cui se non avessi fatto lettere, magari potevo fare medicina. Voi sapete già cosa fare da grandi? Avete già delle idee?

  • Ermelinda: l’avvocato.

  • Arianna: io vorrei fare l’attrice.

  • Mariam: io la scrittrice.

  • Ilias: il generale.

  • Désirée: la cantante o l’attrice.

  • Preside: quindi ci sono un po’ di artiste, un po' di persone che vogliono studiare a lungo e uno che vuole comandare. E voi la vostra materia preferita qual è?

  • Mariam: italiano.

  • Ermelinda: Disegno.

  • Arianna: anche a me piace arte.

  • Désirée: io son migliorata in arte.

  • Mariam: io son proprio negata.

  • Preside: come me allora.

  • Ilias: arte.

  • Preside: ti piace studiare?

  • Ilias: mmm…così così.

  • Ermelinda: anche a me non molto.

  • Preside: ma se vuoi fare l’avvocato devi studiare.

  • Ermelinda: me ne farò una ragione.

  • Preside: vedi, quello che dicevo prima… anche le cose che non piacciono bisogna farle.


Al termine, siamo tornati in classe carichi di emozioni da raccontare. Abbiamo conosciuto la nostra Preside, la quale ha risposto alle nostre domande con molta naturalezza e spontaneità. Speriamo con questa intervista di permettere anche a voi di conoscerla un po' di più.


INTERVISTA ALLA NOSTRA PRESIDE

...FUORIONDA

IL CORAGGIO D’IMPARARE

Un confronto tra la scuola di oggi e quella del passato.


In storia abbiamo studiato il lavoro di ricerca dello storico che studia gli eventi del passato.

Lo storico è uno studioso che indaga sul cambiamento della vita dell’uomo utilizzando tanti tipi di fonti (materiali, visive, scritte e orali) e anche noi abbiamo deciso di diventare dei ricercatori su un tema che ci riguarda da vicino.

Quest’anno nel nostro primo giorno di scuola ci è stato spiegato che la classe terza è un anno importante, ricco di sfide per continuare a crescere e migliorarci, la nostra poesia di classe ci ricorda proprio l’importanza di avere tanto coraggio per imparare, così ci siamo chiesti: ma com’era andare a scuola nel passato? A chi possiamo chiedere? Come possiamo ricavare informazioni?

Siamo partiti dalla creazione di un’intervista, una fonte orale, formata da domande pensate a priori per raccogliere dati su un certo argomento. Sono stati intervistati i nostri familiari (nonni, bisnonni, zii e genitori) e in alcuni casi abbiamo raccolto anche delle fonti visive.

Come fanno gli storici, tutte le fonti raccolte sono state analizzate e infine documentate in questa presentazione che vogliamo condividere anche con voi, cari lettori del primo numero di “L’intervallo”. Nel video troverete le nostre domande e le risposte ricevute.

Com'era la scuola nel passato?

Ecco la nostra presentazione, troverete le domande e le relative risposte.

BUONA LETTURA!

Il giorno 23 Novembre abbiamo incontrato Andrea Valente, uno scrittore ed illustratore. Di sè dice:

"RACCONTO AI PICCOLI IL MONDO DEI GRANDI, AI GRANDI IL MONDO DEI PICCOLI"

D. Com’è cominciato il tuo interesse per lo spazio?

R. E’ cominciato mangiando! Il mio amico Giuliano mi ha invitato a cena e lì ho conosciuto Umberto, un astronauta. Mentre mangiavamo io gli ho detto che scrivo storie per ragazzi e che lui, con la sua esperienza, poteva darmi tante idee per scrivere nuove storie. E così è stato.

D. Andrea, quando eri piccolo sognavi già di fare lo scrittore? E come sei diventato scrittore?

R. Da piccolo io non sognavo di fare lo scrittore. Ricordo che mi piaceva inventare solo i titoli dei libri. Sono diventato scrittore perché me l’hanno chiesto. Io disegnavo e basta, un personaggio che si chiama “La pecora nera”. Una signora ha trovato il personaggio così interessante da chiedermi di scriverci un libro. Dobbiamo fidarci degli altri; di questa persona io ho avuto fiducia e così sono diventato uno scrittore.

D. Come ci si sente ad essere uno scrittore famoso?

R. Io non sono uno scrittore famoso… in realtà non so neanche se sono uno scrittore. Tutti gli scrittori scrivono libri ma non tutti quelli che scrivono libri possono essere chiamati “scrittori”. Sono gli altri che decidono e che mi dicono se io sono uno scrittore, se il libro che ho scritto è degno di essere considerato così.

D. Perché oggi hai scelto di parlarci dello spazio?

R. Ma perché io sono appassionato di spazio e poi perché c’è questa narrazione che si chiama “Big Bang Boh” che porto in giro da 14 anni, da quando conosco l’astronauta, per farla conoscere ai ragazzi come voi.

D. Secondo te Andrea, quanto tempo si può vivere nello spazio in una navicella?

R. Sono tutte cose che si stanno studiando. La persona che ha vissuto più tempo nello spazio è stata poco più di un anno! Ovviamente qualcuno le porta l’aria, l’acqua, il cibo… cose che nello spazio non ci sono. Il problema è che nello spazio il tuo corpo non ha peso e, per una serie di motivi, il tuo scheletro diventa meno forte. Se poi andassimo su Marte… beh, pensate che solo il viaggio durerebbe nove mesi!

D. Hai mai pensato di cambiare lavoro? E se sì, quale ti piacerebbe fare?

R. Non ho mai pensato di cambiare lavoro, mi piace un sacco il mio e quindi ora lo faccio! E poi in realtà faccio già tante altre cose: scrivo, disegno, insegno ai ragazzi grandi, faccio teatro, scrivo sui giornali… mi piace.

D. Qual è, tra i libri che hai scritto, quello a cui sei più legato? E quello che ha venduto più copie?

R. Sono più legato ai libri che ho letto… e qui vi posso dire “Cion Cion blu”! Ragazzi, leggetelo, è un libro bellissimo che ho letto quando avevo nove anni. Invece tra i miei non so risponderti, è come chiedere a una mamma quale preferisce tra i suoi bambini. È impossibile, li ama tutti allo stesso modo. Il libro che ha venduto più copie invece si chiama “Astrolibro dell’universo”: racconta dello spazio ed è adatto ai ragazzi delle medie.

D. Secondo te come passano il tempo gli astronauti nello spazio?

R. Passano il tempo lavorando. Vanno a fare esperimenti scientifici, per esempio portano piantine, portano api, ragni… per capire come si comportano in condizioni diverse. Ma quando hanno tempo libero guardano la Terra, la cosa più bella in assoluto! C’è una finestra fatta come una cupola e da lì guardano giù. Pensate che il primo Shuttle era stato progettato senza finestre e gli astronauti si sono arrabbiati: come facevano a vedere la Terra?! E così gli hanno messo delle piccole finestre.

D. Quali sono i vari passaggi per scrivere un libro e farlo arrivare al lettore?

R. Primo: devi avere qualcosa da raccontare. Se non hai niente da dire la grammatica non ti serve. Quando hai una bella idea devi lavorarci, trovare informazioni, leggere altri libri, ascoltare, chiedere. Poi la scrivi. Poi (e ora vedrete le vostre maestre come inizieranno a volare), quando hai finito di scriverla, cosa fai? Rileggi, rileggi, correggi, riscrivi, rileggi, correggi, riscrivi, rileggi, correggi, rileggi, rileggi (e avanti così...). Poi io lo do da leggere a due amici e gli chiedo cosa ne pensano. Poi lo consegno alle case editrici, quelle che comprano la carta, l’inchiostro, che lo mettono insieme e lo stampano. E sono sempre loro che, con i camion, fanno portare i libri nelle librerie dove finalmente vengono venduti. C’è tanta gente che lavora dietro a un libro anche se sembra che ci sia una persona sola.

D. Se potessi andare nello spazio, su che pianeta andresti?

R. Io andrei di sicuro sulla Luna. Che non è un pianeta ma è l’unico posto nello spazio dove puoi mettere i piedi e starci e vedere la Terra. Perché già se vai su Marte tu vedrai la Terra come un puntino, una schifezza! E io voglio vedere casa mia. Il problema è che io non posso andare nello spazio, perché io sono troppo alto. C’è un limite: 1 metro e 90 cm oltre il quale non puoi fare l’astronauta. Quindi sto a casa!

D. Qual è il primo libro che hai scritto? E ci faresti uno spoiler sul tuo prossimo libro?

R. Il primo si intitola "Un anno da pecora nera", è scritto per ragazzi della scuola media, non si trova più nelle librerie e quindi bisogna andare in biblioteca. Il prossimo uscirà fra 10 mesi, all’inizio dell’autunno dell’anno prossimo e si intitola “Non sono un gatto”. E’ la storia di un gatto che non vuole essere gatto e allora se ne va, conosce il mondo e quando torna nel suo paese dei gatti…. Non ti dico come andrà a finire!

Ancora una curiosità...