Dopo aver letto il brano "La madre di Cecilia" e ricercato in rete materiali che ci hanno permesso di reperire informazioni per realizzare un confronto tra la peste del 1630 narrata da Manzoni nel romanzo e la pandemia di Covid-19 dei nostri giorni.
1 trasmissione zoonotica (salto di specie da un animale all’uomo)
2 fuoriuscita accidentale da un laboratorio dove forse veniva studiato un campione animale contenente il SARS-CoV-2.
La peste è una malattia infettiva di origine batterica tuttora diffusa in molte parti del mondo, anche in alcune regioni dei paesi industrializzati. E' causata dal batterio Yersinia pestis, che normalmente ha come ospite le pulci parassite dei roditori, ratti, alcune specie di scoiattoli, cani della prateria.
1 Lavati spesso le mani
2 Evita il contatto
3 Non toccarti occhi, naso e bocca con le mani
4 Copri bocca e naso se starnutisci o tossisci
5 Non prendere farmaci antivirali né antibiotici a meno che siano prescritti dal medico
6 Pulisci le superfici con disinfettanti a base di cloro o alcol
7 Utilizza la mascherina
Per evitare il contatto con i morti e i malati di peste e con i loro oggetti era fondamentale che i corpi e i beni dei malati fossero sepolti o bruciati.
Il 30 gennaio 2020, in seguito alla segnalazione da parte della Cina (31 dicembre 2019) di un cluster di casi di polmonite ad eziologia ignota (poi identificata come un nuovo coronavirus Sars-CoV-2) nella città di Wuhan, l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha dichiarato emergenza di sanità pubblica di interesse internazionale l'epidemia di coronavirus in Cina. Il giorno successivo il Governo italiano, dopo i primi provvedimenti cautelativi adottati a partire dal 22 gennaio, tenuto conto del carattere particolarmente diffusivo dell'epidemia, ha proclamato lo stato di emergenza e messo in atto le prime misure contenimento del contagio sull'intero territorio nazionale. Il Consiglio dei Ministri n. 51 ha prorogato fino al 31 marzo 2022 lo stato di emergenza in conseguenza del rischio sanitario connesso all'insorgenza di patologie derivanti da agenti virali trasmissibili.
La gente, la politica e i magistrati negano bellamente e senza ragioni la realtà della peste riconosciuta invece dagli esperti, tanto che “chi buttasse là una parola del pericolo, chi motivasse peste, veniva accolto con beffe incredule, con disprezzo iracondo”. Eccezione va fatta per la Chiesa, dal momento che il cardinal Federigo subito fece una lettera pastorale ai parroci imponendo di consegnare le cose infette: “e anche questa può essere contata tra le sue lodevoli singolarità”.
Con le conoscenze e le tecnologie di cui oggi disponiamo, sono già stati messi a punto nuovi metodi per la diagnosi di laboratorio, estremamente utili per contenere la diffusione dell'epidemia. Alcuni nuovi farmaci sono ormai in sperimentazione e molti altri sono in fase di studio nei laboratori di mezzo mondo. È iniziato lo sviluppo di vaccini che ci permetteranno di prevenire l'infezione. Le persone - gli scienziati e i cittadini tutti - possono informarsi con maggiore rapidità e accuratezza anche grazie ai social network, dove - per fortuna - non circolano solo notizie false. Insomma sono molte, e molto valide, le ragioni per guardare agli sviluppi di questa epidemia senza nulla concedere al panico e alle paure irrazionali.
Venivano curate con i semplici, piante coltivate nell’orto del convento o dell’ospedale. I più ricchi potevano permettersi farmaci costosi come la triaca, antico rimedio tanto famoso quanto inefficace, che all’epoca era fatto da sessanta a cento dei più vari ingredienti a seconda dello speziale che lo preparava e lo vendeva ad altissimo prezzo.
Realizzato da Chiara Coda