La processione del Venerdì Santo

La processione del Venerdì Santo 

Il venerdì santo, durante il pomeriggio, tutti i cittadini appendono alle finestre delle tende rosse e  delle barre di legno con attaccate delle luci, in dialetto chiamate "stagghie", e vengono aperte le chiese per prendere tutto ciò che serve per la processione della sera: la Bara, le statue da portare durante il tragitto, tutti i simboli della passione di Gesù, come i chiodi, la scaletta, la spugna, il sudario, le candele per i bambini e la croce che un uomo porta scalzo durante tutta la processione per le vie di Loro Piceno.

 La processione parte in piazza Giacomo Leopardi, scende per via Vittorio Emanuele II, poi passa davanti all'arco di Porta Pia per poi entrare in via Francesco Crispi. Appena finita la via si arriva avanti alla ''Madonnetta'' per poi imboccare la ripida salita di via Giacomo Ridolfi. Da qui si passa dietro alle mura del castello Brunforte, in via Giuseppe Mori, per poi continuare nel Viale della Vittoria, ripassare sotto l'arco di Porta Pia e ritornare su in via Vittorio Emanuele II. 

In piazza Giacomo Leopardi si lasciano tutti i simboli della processione e si va tutti insieme alla Desolata dove si svolge una funzione che dura fino alla mezza notte. La celebrazione racconta la desolazione della Madonna che ha appena perso il figlio.

Ad aprire la processione ci sono i due ladroni che portano la croce eretta. 










Subito dopo c'è colui che impersona Gesù e che trascina la croce scalzo.
















A seguire ci sono le ragazze che portano i simboli della passione; i ragazzi che portano le lance; le statue della Madonna, San Giovanni e la Maddalena.









Infine c'è la Bara; un enorme carro con sopra la statua di Gesù morto. 




Scritto e impaginato da Caterina Felicetti 

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