ACCOGLIENZA E SOLIDARIETA'

UN NUOVO COMPAGNO DI CLASSE

YEHOR

Martedì 22 Marzo, nella nostra classe, abbiamo accolto uno studente ucraino, il suo nome è Yehor.

Il giorno prima, quando la preside ci ha comunicato il suo arrivo, eravamo molto eccitati perché sapevamo di aiutare un ragazzo che arrivava da una situazione difficile, sapevamo di avere un grande compito, quello di strappargli un sorriso e renderlo parte della nostra comunità, facendogli sentire tutto il nostro affetto e trasmettendogli serenità. Per questo abbiamo creato per lui cartelloni, abbiamo scritto lettere e  disegnato cuori colorati con frasi in ucraino per dargli il nostro benvenuto. Quando, la mattina successiva, alle 10:00 circa, la porta della nostra aula si è aperta, accompagnato dalla preside della nostra scuola, Lucia Tatulli, è entrato un ragazzo biondo con gli occhi azzurri e un’espressione vivace che tradiva il suo sentirsi un po’ spaesato. Noi eravamo ansiosi di conoscerlo e lo abbiamo accolto in modo festoso, forse 

un po’ troppo caotico, ma sicuramente animati dal desiderio di fargli sentire il nostro entusiasmo e calore. Non abbiamo perso tempo…durante l’ora di Italiano gli abbiamo insegnato l’alfabeto nella nostra lingua, mentre con la professoressa di Inglese abbiamo realizzato delle stelle e dei palloncini decorati con delle didascalie in inglese che abbiamo incollato sul muro come se fossero una cornice intorno ad un disegno realizzato da Yehor. Noi alunni, con il sostegno e la guida  dei docenti, abbiamo cercato  subito di includerlo nei giochi, nei momenti di ricreazione e anche nelle attività didattiche. Nei giorni immediatamente successivi al suo arrivo ci ha aiutato  nella comunicazione un ragazzo ucraino di seconda media, arrivato in Italia cinque anni fa, e che parla perfettamente l’italiano. Con il passare dei giorni, però, grazie all’ applicazione di traduzione presente sul cellulare, a video bilingue, a flashcard e schede di vario genere, è diventato più semplice capirci, e poi, a volte, un sorriso o uno sguardo sono più eloquenti di tante parole. D’altro canto Yehor si è sempre mostrato allegro, simpatico, gentile e ha manifestato sin dall’arrivo nella nostra classe la voglia di capire ciò che gli dicevamo e il desiderio di imparare l’italiano. Conoscere Yehor ci ha reso davvero felici e saremo sempre pronti ad aiutarlo, sostenerlo ed incoraggiarlo, da buoni e sinceri amici.

Tuttavia, comprendiamo bene che per lui è doloroso aver lasciato la propria casa, la propria scuola, la propria quotidianità e abbiamo capito che la guerra può portare sofferenza più di qualsiasi altra cosa.

  Gli alunni della classe 1^B


BENVENUTI NELLA CLASSE 2^I

 

Martedì  3 Maggio abbiamo avuto l’onore di accogliere nella nostra scuola due ragazzi ucraini, Yaroslav e Alona, arrivati in Italia a causa della guerra iniziata il 24 febbraio e purtroppo ancora oggi non  terminata. Questa  guerra è una vera e propria catastrofe per il popolo ucraino che da un giorno all’altro si è ritrovato con la propria nazione invasa e molti nostri coetanei  senza una casa dove vivere o una scuola da frequentare; perciò loro, come moltissime altre famiglie ucraine, sono arrivati in Italia per cercare un posto dove vivere sereni.

 Sabato 30 Aprile ci hanno annunciato del loro arrivo e, da quel momento,  siamo stati curiosi di conoscerli, ma anche di conoscere una nuova  cultura  con origini e tradizioni  differenti dalle nostre. Dopo qualche  giorno d’attesa, finalmente arrivano in classe accompagnati dalle loro famiglie; noi alunni insieme ai professori abbiamo preparato dei cartelloni e dei regali per accoglierli nel miglior modo possibile. Abbiamo sin da subito cercato  di comunicare (pur avendo difficoltà a causa della lingua), presentandoci, cercando di farli sentire a proprio agio, anche se in Italia da poco.

I ragazzi sono felici di essere qui, anche se avranno bisogno di tempo per ambientarsi. Abbiamo provato ad immedesimarci  nella loro situazione e abbiamo capito che non è semplice cambiare completamente la propria vita da un giorno all’altro. Proveremo in tutti i modi a farli sentire parte integrante della nostra classe, sperando che la pace possa trionfare e che i nostri nuovi amici  possano riprendere la loro vita.

 

Maria De Lucia 2^I

Claudia Fiore 2^I

LA GUERRA DELL’ASSURDO

 

Nell’Universo abbiamo un delicatissimo equilibrio fatto di luce e di ombre, di male e di bene.

Se questo equilibrio viene spezzato, il buio sovrasta la luce, il male sovrasta il bene, come se tutto l’ordine che c’era venisse stravolto e i pianeti si scontrassero nell’Universo.

In tutto ciò l’uomo addita sempre l’altro suo simile ed egli fa lo stesso. Una reazione a catena che mette tutti contro tutti, senza distinzioni.

La soluzione ? Stare in silenzio, per qualche minuto, e pensare al nostro equilibrio. Sicuramente non comprende la guerra!

 

Zaira Angela Cagnetta 3^D     

2022: perché la guerra?

Il mondo sta vivendo un periodo terribile perché oltre ad essere stato vittima della pandemia da Covid 19, ora è scoppiato il conflitto tra Ucraina e Russia che ha già causato tra i 16000 e 5000 feriti in un mese.

Noi ragazzi non ci saremmo mai aspettati di vivere durante una guerra, perché per noi è frutto degli errori del passato che sarebbero rimasti per sempre nei libri di storia. Ma non è stato così.

Questa guerra è scoppiata perché l’Ucraina vorrebbe entrare a far parte nella NATO, ma facendo ciò, porterebbe la Russia a sentirsi minacciata dato che si ritroverebbe il suo più grande nemico, l’America, dietro la porta di casa.

Così facendo si romperà l’equilibrio che ha resistito fino ad ora vista la funzione che svolgeva l’Ucraina, cioè quella di nazione cuscinetto.

Tutti noi siamo spaventati da quello che potrà succedere e ad oggi, è passato già più un mese dall’ inizio dei bombardamenti in Ucraina, dove quasi tutti i cittadini, stanno cercando, tuttora, di scappare nelle Nazioni confinanti, come Polonia, Romania e Ungheria.

Ammiriamo il coraggio dell’Ucraina che non si sta arrendendo e tutti gli uomini maggiorenni si stanno facendo coraggio e stanno scendendo sul campo di battaglia.

Nel mondo sono state organizzate varie proteste nelle piazze e i capi di stato europei stanno cercando di dialogare con Putin per cercare di porre fine al conflitto armato.

Di fronte ai gravi avvenimenti che si stanno ancora susseguendo, il Ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi ha invitato tutta la popolazione italiana, comprese le scuole, a riflettere sull’articolo 11 della Costituzione italiana che così recita: “L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo”.

“La scuola italiana è fondata sulla nostra Costituzione e alla base della nostra Costituzione c’è la pace, che è un valore irrinunciabile”, dichiara il Ministro. “Le nostre scuole da sempre mettono al centro del percorso educativo questi temi e, responsabilmente, educano le nostre ragazze e i nostri ragazzi a una cittadinanza consapevole e al rifiuto della guerra. Sia la Pace il tema della nostra riflessione comune e del nostro ‘essere scuola’ insieme”.

Per questo motivo infatti, insieme ai professori, abbiamo dedicato alcune delle nostre lezioni alla sensibilizzazione su questo argomento anche attraverso riflessioni e la realizzazione di cartelloni come quello che si può ammirare in foto.

Ma qual è il vero significato di questo articolo? Ciò che ci ha voluto comunicare il ministro Bianchi deve arrivare alle menti di tutti i cittadini italiani: alla base della nostra democrazia ci deve essere la consapevolezza che la guerra, in tutte le sue forme, non è mai un’opzione possibile. La guerra non è mai una scelta fra le altre. La verità, ancora più profonda, è che l’Italia mira e deve promuovere la pace e l’educazione alla pace.

Non basta dire di no alla guerra, ma serve dire sì alla pace. Non basta parlare della guerra, ma è necessario scegliere la pace. Fare disegni, cartelloni e arcobaleni con cui riempire i corridoi delle scuole non basta: è indispensabile assumere uno stile di vita che dica, senza ombra di dubbio, da che parte stiamo. Ovviamente, sempre e per sempre dalla parte della Pace.

 

 

                                           Gli alunni della classe 2^L

 


DAL NOSTRO PICCOLO AD AZIONI IN GRANDE: LA SOLIDARIETÀ DELLA COMUNITÀ SCOLASTICA VERSO L’UCRAINA

La nostra comunità scolastica ha organizzato due diverse azioni solidali per  l’Ucraina accolte con grande generosità da parte della  comunità scolastica

Tutti sappiamo quello che sta accadendo in Ucraina e delle persone vittime di questa inutile guerra. Il popolo ucraino  sta vivendo un’immane tragedia che in poco tempo lo ha privato di tutto. Per dimostrare la nostra vicinanza a questo popolo sono state organizzate  molte iniziative di solidarietà tra cui anche quella della nostra scuola che ha invitato tutta la comunità scolastica a partecipare a questa raccolta di beni di prima necessità, dagli alunni ai docenti a tutto il personale. A noi alunni è stato chiesto di donare  alimenti in scatola, biscotti e cibo a lunga scadenza, prodotti per l’igiene, coperte, sacchi a pelo, giacche, piumini e indumenti invernali. In ogni classe è stata posizionata una scatola in cui  depositare i beni che ogni alunno aveva deciso di donare. Poi il tutto è stato raccolto dai collaboratori scolastici e dai docenti il 24 marzo e consegnato a Don Nino Prisciandaro il 25 marzo affinché fossero portati a destinazione.La nostra scuola ha partecipato anche alla raccolta alimentare organizzata dall’Istituto di istruzione superiore “DE Gemmis”.La raccolta  è avvenuta nei giorni 11 e 12 marzo dalle ore 8.30 alle 12.30. E’ stato bello vedere che tutti hanno dato un contributo che, seppur piccolo, è molto importante per aiutare la  comunità ucraina. La raccolta dei beni di prima necessità ha generato una vera e propria organizzazione cui tutti hanno aderito e dimostra quanto la solidarietà e l’amore altrui siano vivi nel nostro paese. Ogni nostro gesto può essere rilevante, certamente non potrà fermare la guerra, ma potrà aiutare una popolazione che sta soffrendo ed essere di esempio  per le altre affinché si capisca che il rispetto è alla base della convivenza civile e pacifica. Vorrei concludere l’articolo con questa frase di Madre Teresa di Calcutta “Quello che noi facciamo è solo una goccia nell’Oceano, ma se non lo facessimo l’Oceano avrebbe una goccia in meno”. Licia Minunno 2^M 

IL VALORE DELLA SOLIDARIETA'

La solidarietà non ha solo un valore etico, ma anche sociale: crea e alimenta relazioni, è alla base dello sviluppo di una società armoniosa. Oggi si sente spesso parlare di solidarietà, di questo grande valore e sentimento che dovrebbe essere presente nella nostra vita e nella nostra società, anche se non sempre è così. Infatti “solidarietà” è una parola spesso pronunciata da molti ma ancora attuata da pochi. Nella nostra società, purtroppo, regna l’individualismo accompagnato spesso dall’indifferenza ed è davvero difficile trovare persone che hanno realmente a cuore l’umanità e desiderano il bene non solo per se stesse ma anche per il prossimo.

La solidarietà e l'aiuto reciproco sono valori irrinunciabili in un periodo come quello che stiamo vivendo. Fanno bene sia alla 


persona che viene sostenuta, che alla persona che offre aiuto, la quale può sentirsi orgogliosa di contribuire al bene comune. E’ un legame che implica un impegno reciproco da parte dei membri di un gruppo che condividono una stessa comunità d'interesse.

Una persona che condivide il valore della solidarietà non dona perché gli fa comodo in quel momento, ma lo fa perché spera davvero che il suo contributo possa fare la differenza verso le persone bisognose. Una delle varie forme di solidarietà è il VOLONTARIATO!

Mettere a disposizione degli altri il nostro tempo rende  gli uomini e le donne “migliori” perché  si costruisce una vera “società inclusiva”!

 

Antonella De Chirico,3^D

TESTIMONIANZA DI CHI OPERA SUL CAMPO

Molti volontari hanno deciso di contribuire all’accoglienza dei profughi di guerra, tra questi hanno dato il loro supporto anche tanti psicologi. Abbiamo raccolto la testimonianza di una psicologa Dott.ssa Rossella Vendola che ci ha parlato di come queste persone stiano reagendo a questa tragica esperienza: “Sono terrorizzate, oltre che essere in un costante stato di allarme; anche i bambini sono duramente provati da questa situazione: nei disegni rappresentano scene di guerra, con supereroi armati e questo dimostra che la loro infanzia e il loro ricordo sarà profondamente segnato da questa bruttissima esperienza.

I bambini nella loro ingenuità e purezza non dovrebbero vivere e disegnare esperienze di questo genere. Dovrebbero essere sereni, senza questa forte paura costante che portano con loro, senza andare in allarme per il minimo rumore. Le donne ucraine non parlano volentieri di quello che hanno vissuto, anzi cercano di non parlarne, quasi per proteggere le compagne del gruppo. Quasi tutte le donne del gruppo con il quale sto lavorando hanno dovuto lasciare in Ucraina fratelli, figli e parenti, che stanno combattendo. 

Anche per questo sono estremamente interessate a conoscere le notizie relative alla loro Terra e, nonostante siano terrorizzate, sanno che è la cosa giusta. Devono proteggere la loro Terra!! Provano un senso di orgoglio e di identità nazionale. Le donne ucraine sono commosse da tutte le attenzioni che stanno ricevendo in Italia. Hanno capito che chi le ha accolte ha compiuto un gesto responsabile e davvero sentito. Sono desiderose di tornare nella loro Terra, ma allo stesso tempo soffrono alla vista delle immagini che rappresentano i paesi distrutti. Provano rabbia, delusione, paura. I  loro sono occhi terrorizzati, di ghiaccio.”.

Abbiamo chiesto alla psicologa cosa l’abbia spinta a fare volontariato e ci ha risposto così: “Penso che aiutare questa gente sia il modo per non sentirci impotenti in una situazione in cui prevale proprio il senso di impotenza. E’ questo che mi ha spinta a fare questi incontri; mi sento più tranquilla sapendo di aiutare concretamente. “

 

                                            Giulia Giangregorio, 2^D

Ruvo canta la pace. Solidarietà per l’Ucraina

Presso la Chiesa di San Domenico di Ruvo di Puglia il 26 marzo si è tenuta la manifestazione canora “Ruvo canta la Pace. Solidarietà per l’Ucraina”. Vi hanno preso parte: la corale polifonica “Michele Cantatore”, il coro “Santa Maria Assunta”, il coro delle voci bianche del 1^ Circolo didattico “G. Bovio” e del 2^ Circolo didattico “San Giovanni Bosco” di Ruvo di Puglia e l’orchestra sinfonica della città di Ruvo di Puglia. C’eravamo anche noi, il coro della nostra scuola diretto dal M°Angelo Anselmi. E’ stata un’esperienza unica, vedere tante realtà musicali chiedere con un’unica grane voce la PACE per l’UCRAINA e per il mondo intero. La presentazione dell’evento è stata affidata a Yelizaveta  Klinkova, pianista di Kiev che si trova al momento a Foggia per studiare.

Il concerto ha preso avvio con l’Inno nazionale ucraino “ce ne vmerla UKrajinv” “Non è ancora morta l’Ucraina” il cui testo è tratto da un poema patriottico del 1862, simbolo della forza e della determinazione di questo popolo. Ascoltarlo ha suscitato in noi una forte emozione e una profonda vicinanza al dramma che il popolo ucraino sta vivendo. A questo momento molto intenso, è seguita l’esecuzione del Valzer tratto dalla “Jazz suite n. 2” di Dmitrij SostaKovic, compositore russo, a dimostrazione del fatto che la musica non ha confini e muri, ma è strumento pacifico di interazione tra i popoli e che “la cultura è creare non distruggere, è PACE” come ha detto Yelizaveta. Il coro di voci bianche costituito da bambini e da noi ragazzi ha eseguito il canto “Dolce sentire”, tratto dal film “Fratello sole, sorella luna” di F. Zeffirelli, ispirato alla vita di San Francesco, Santo della Pace. Questo canto per ricordare che purtroppo nelle guerre degli “adulti” molte vittime sono bambini innocenti strappati alla vita senza sapere perché. Al brano “Gabriel’s oboe” di E. Morricone è stato affidato questo importante messaggio: la musica può essere strumento per avvicinare culture diverse senza spargimento di sangue. Il canto “Pacem in terris” di Frisina tratto dalla colonna sonora del film “Papa Giovanni XXIII” ci ha riportato indietro nel tempo, al 1962, un altro momento buio della nostra storia: la crisi di Cuba. Proprio Papa Giovanni XXIII ci ricorda che “La pace non è questione di trattati. 

La politica non può fare molto per la pace. Può agire per trovare altre soluzioni, ma è nel CUORE dell’UOMO che nasce la PACE”: “DONA NOBIS PACEM, PACEM IN TERRIS”.

L’INNO ALLA GIOIA, l’inno dell’Unione europea dal 1985,  non poteva mancare in questo concerto proprio a sottolineare  l’importanza di una società in cui regni la gioia e l’amicizia tra i popoli.

L’ascolto del brano “O’ sole mio” ci ha portati con la mente a Odessa sulle coste del mar Nero,  dove Di Capua lo ha composto: il sole di Odessa ricorda il sole di Napoli e il forte legame che c’è tra l’Ucraina e Odessa.

La canzone “Diamante” di Zucchero ci ha ricordato che, anche dopo eventi così drammatici, la rinascita è sempre possibile : i nevai che fioriscono, i vinai che aprono bottega, soldati e spose che si tengono per mano.

A J. Lennon e alla sua “Imagine” è stato affidato il messaggio di immaginare ma soprattutto di REALIZZARE un mondo migliore dove vivere finalmente in pace.

Il concerto si è concluso con   “WE ARE THE WORLD” che ci ha visti tutti cantare per un mondo di pace e di fratellanza.

Il nostro ringraziamento va alla nostra Dirigente, prof.ssa Lucia Tatulli, che ha cantato in questa occasione nella corale polifonica “Michele Cantatore”, al M° Angelo Anselmi per averci dato questa straordinaria opportunità, alla prof.ssa Rutigliani per averci accompagnati con il suo violino e alle prof.sse Di Rella, Maggialetti e Leone per aver cantato con noi.

Vogliamo concludere l’articolo con le parole di S. Agostino pronunciate al termine del concerto da Don Giuseppe Pischetti, vicario Foraneo di Ruvo di Puglia: “La speranza ha due bellissime figlie: lo sdegno e il coraggio, lo sdegno per come stanno le cose e il coraggio per cambiarle” E ci auguriamo che il coraggio di cambiare ciò che non va  non ci manchi mai. Grazie per la splendida lezione di vita.

Il coro della scuola "Gesmundo - Moro - Fiore"