Io sono Lucia Rita Zingale, sono di origini siciliane e vengo da un piccolo paesino in provincia di Enna.
In passato ho studiato presso l’università di Catania e mi sono laureata in ingegneria elettronica.
Come mai ha scelto come materia l’informatica?
Forse è l’informatica che ha scelto me,
Ho cominciato a lavorare facendo un anno di insegnamento di elettronica, poi mi sono spostata presso un’azienda e infine per motivi personali e familiari mi sono dovuta trasferire ed abbandonare il lavoro in azienda
Sono arrivata qui nel pieno della crisi lavorativa e ho provato a riprendere la mia vita lavorativa con l’ insegnamento, dopo qualche mese mi è infatti arrivata una chiamata per insegnare informatica.
Ero in realtà un po’ spaventata poiché questa non era la mia materia principale, ed è per me quindi stata una sfida.
Ho potuto vedere degli aspetti dell’informatica che non avevo studiato all’ università e da lì è stato tutto un crescendo.
Secondo lei è importante ai giorni nostri scegliere un indirizzo con questa materia?
Sono forse un po’ di parte, ma se vi guardate attorno ormai le competenze informatiche vengono richieste in qualunque ambito lavorativo ci si approcci; l’informatica ormai appartiene a tutti gli ambiti lavorativi, la ritroviamo ovunque ed è opportuno che ciascuno studente acquisisca delle conoscenze in questo ambito, dalle più “basilari” con l’utilizzo dei programmi più comuni, a conoscenze più specifiche che sono in realtà argomenti di settore che possono riguardare coloro i quali vogliono inserirsi in ambiti lavorativi affini a tale disciplina. Le competenze digitali specialistiche riguardano professionisti e futuri professionisti sia nel settore privato che nel settore pubblico e quindi lo sviluppo di adeguate competenze è fondamentale per la crescita di tutti i settori. E’ noto che da diversi anni in Italia le aziende fanno fatica a reperire personale specializzato ed uno dei motivi principali del ritardo italiano è la scarsa rilevanza attribuita per lungo tempo al tema delle competenze digitali. Sembra che adesso qualcosa si stia muovendo grazie al Dipartimento per la trasformazione digitale, che nell’ambito del programma Repubblica digitale, ha avviato il progetto “Scuola Diffusa sulle Competenze Specialistiche ICT” , ma c’è ancora tanto da fare
Ha mai subito pressioni significative da parte dei suoi genitori nel corso della sua vita scolastica?
Assolutamente no.
I miei genitori mi hanno sempre lasciata libera di scegliere quello che mi piaceva, ho sempre deciso io; mio padre pensava avessi scelto medicina ma non mi ha mai, mai, mai pressata dicendomi “come mai non ti iscrivi a medicina piuttosto che..?”, stessa cosa mia madre, mi hanno sempre lasciata libera di scegliere e mi hanno supportato nella scelte che ho fatto.
Come si comporterebbe se in una delle sue classi fosse prendente una qualsiasi forma di bullismo sociale?
Questo è un argomento molto delicato.
Se dovesse presentarsi un episodio del genere ci andrei molto con i piedi di piombo, intanto proverei a parlare con la persona interessata, cercherei di capire quali sono le dinamiche e naturalmente, non essendo una cosa che potrei affrontare da sola, cercherei anche di coinvolgere la dirigente, oltre che i colleghi del consiglio di classe.
Tenersi tutto dentro non aiuta: bisogna parlare di eventuali episodi che si subiscono, portarli alla luce perché solo così si riesce ad arginare questo fenomeno. Bisogna sempre rivolgersi ad una persona adulta, che può essere l’insegnante (se non si ha il coraggio di parlarne magari coi propri genitori), un parente, un amico che sia in grado di comprendere tali dinamiche.
Mai tenersi per sé queste cose, mai.
Cosa direbbe la professoressa Zingale alla studentessa Zingale?
Le direi di dare il massimo, le direi di non nascondere le difficoltà, le direi di cercare di assorbire quanto più possibile dai suoi insegnanti, da quello che offrono, da quello che insegnano, non solo dal punto di vista della disciplina in sé, ma anche dal punto di vista umano.
Quali valori intende trasmettere ai suoi alunni al di là del programma scolastico?
Il rispetto per gli altri che credo che sia la cosa fondamentale, il rispetto tra tutte le persone a prescindere dalle diversità.
Quale lavoro le sarebbe piaciuto fare se non fosse diventata un’ insegnante?
È un pallino che ho tutt’ora nella testa ma che purtroppo non riesco a portare avanti; mi piacerebbe molto studiare psicologia.
Che cos’è per lei la scuola?
È un mondo in cui ogni giorno ho la possibilità di imparare (da voi ragazzi naturalmente); imparo e cresco con voi. Mi accorgo che tra i ragazzi di dieci anni fa e voi c’è già una bella differenza e questo porta inevitabilmente a sforzarsi di andare di pari passo coi tempi; per me questo significa crescere, migliorarmi.
La scuola rappresenta quindi un mondo di relazioni, un mondo di insegnamenti, un posto dove continuare a maturare.
Cos’era per lei invece la scuola quando la frequentava?
Io mi trovavo benissimo a scuola, ci andavo volentieri perché era un bell’ambiente, si stava bene, avevo una bella classe, dei compagni con cui oltre allo studio si condividevano momenti di svago. Era un posto in cui stavo bene e per questo ci andavo davvero molto volentieri.
Che rapporto ha con i suoi studenti?
Questo dovreste dirmelo voi, magari io sono convinta che i miei studenti si trovino bene con me, ma chissà? Forse è soltanto una mia impressione! Perché voi, dico in generale, non sempre date dei feedback; a volte sembra che tutto sia finalizzato ad un voto, e invece io non vorrei fosse così; sì, il voto è importante perché alla fine è quello che concretamente vedete alla fine di ogni anno scolastico, però vorrei che gli studenti non si fossilizzassero solo sul voto, ma che vedessero nell’insegnante una persona di riferimento con cui condividere un percorso di crescita e di stima reciproca.
Presentazione del corso di robotica
Il corso di robotica ha la durata di trenta ore totali; durante queste ore abbiamo sviluppato una prima parte in cui io ho cercato di dare ai ragazzi le nozioni principali di programmazione in merito all’utilizzo della scheda Arduino; ora stiamo invece cominciando con la seconda parte durante la quale i ragazzi dovranno mettere in pratica quelli che sono gli strumenti che abbiamo affinato nel primo periodo.
È anche per me una nuova esperienza poiché è il primo anno che lo seguo e vedremo assieme ciò che ne uscirà fuori.
Il progetto di robotica si svolgerà nel futuro? le piacerebbe essere sempre lei a gestirlo e seguirlo?
Io spero di si, è sicuramente una cosa che ho cominciato e che vorrei portare avanti ed incentivare, non solo per i ragazzi ma anche per me, perché per entrambi è un continuo imparare.
L’informatica è una materia che non si ferma mai, è in continua evoluzione, per cui devi sempre cercare di tenerti aggiornato.
Che cosa la rende felice del suo lavoro?
Il fatto di alzarmi al mattino ed andare al lavoro in piena serenità e tranquillità; questo significa che mi trovo bene nell’ambiente lavorativo, che quello che faccio mi rende felice, mi gratifica e non mi pesa.
Il progetto più grande che ha mai realizzato? Come pensa si evolverà?
Il mio progetto più grande è la famiglia, seguita subito dopo dal lavoro;
Non faccio grandi progetti per il futuro, non li faccio perché purtroppo, la vita, mi ha insegnato che non si può andare molto oltre. Sì, ho qualche aspettativa, qualche sogno nel cassetto, ma direi che mi sento abbastanza realizzata per cui tutto ciò che arriva che ben venga, vado avanti con la consapevolezza di dire che “ogni cosa che faccio, devo cercare di farla bene, devo cercare di farla in maniera tale che io possa dare qualcosa agli altri ma che possa migliorare anche me stessa”. Questo mi basta.
Voglio infine lasciare un augurio a tutti i ragazzi: che ognuno possa realizzare ciò che ha nella propria mente e nel proprio cuore. Siate ambiziosi e datevi da fare per ottenere ciò che sognate💟