NINO MANFREDI
un chaplin italiano?
Nino Manfredi (Castro dei Volsci, 22 marzo 1921 – Roma, 4 giugno 2004) è stato uno dei più grandi attori della storia del cinema italiano. Interprete versatile e incisivo, tra i più validi e apprezzati del cinema italiano, nel corso della sua lunga carriera ha alternato ruoli comici e drammatici con notevole efficacia, ottenendo numerosi riconoscimenti. È considerato uno dei più grandi interpreti della commedia all'italiana con Alberto Sordi, Ugo Tognazzi e Vittorio Gassman e tra i massimi esponenti della romanità cinematografica.
Uno dei pochi attori da considerare a pieno titolo un autore – non solo perché regista di due film e un quarto, senza dimenticare la sua attività di sceneggiatore e dialoghista –, Nino Manfredi è stato un talento artistico sfaccettato, impossibile da rinchiudere in uno schema che non sia riduttivo. Annoverato tra i “mostri sacri” del cinema italiano del secondo dopoguerra, dietro l’apparenza svagata e sorniona si muovevano in lui ambizioni profonde già segnalate in un curriculum prestigioso: l’Accademia d’Arte Drammatica, il lungo tirocinio teatrale a contatto con autori come di fama internazionale, e con registi come Eduardo De Filippo, Giorgio Strehler, Orazio Costa, che è stato il suo primo maestro e lo ha preso con sé nella Compagnia del Piccolo Teatro della Città di Roma.
Nino Manfredi ha sempre spiazzato e sorpreso tutti per la qualità dei risultati raggiunti. «Il mio modello è sempre stato Chaplin: e Charlot è di tutto il mondo», ha confessato l’attore. E la sua recitazione essenziale, semplice, capace quindi di essere internazionale, è una conferma chapliniana… come i suoi film.
Dopo una gavetta in teatro, la sua carriera cinematografica inizia attivamente tra la fine degli anni ’40 e l’inizio degli anni ’50. In questi anni, Nino Manfredi partecipa a numerose pellicole come semplice comparsa. Il suo esordio è in Torna a Napoli (1949) di Domenico Gambino, ma per poterlo osservare in un ruolo come protagonista dobbiamo aspettare il 1960 con L’impiegato, film diretto da Gianni Puccini. In quest’opera, Nino Manfredi interpreta Nando in una storia ispirata liberamente al racconto del 1939 di James Thurber The Secret Life of Walter Mitty. Tra sogni disillusi e innamoramenti vari, l’attore italiano contribuisce con il suo personaggio a costruire un racconto verosimile della monotonia del suo lavoro, in quella che risulta essere una delle sue prime commedie di successo.
Nella sterminata filmografia di Nino Manfredi, le opere più interessanti sono svariate. In particolare, il suo sodalizio con Ettore Scola è di notevole importanza. Nel film Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l’amico misteriosamente scomparso in Africa? del 1968, Manfredi interpreta Oreste Sabatini, cognato di Fausto di Salvio, un personaggio interpretato magistralmente da Alberto Sordi. La commedia è esilarante: grazie al tono avventuresco della pellicola, il viaggio che porta Fausto alla ricerca del cognato scomparso da anni appare come uno degli episodi più divertenti dell’intero cinema italiano. Ettore Scola ha diretto Nino Manfredi come protagonista anche in C’eravamo tanto amati (1974) e in Brutti, sporchi e cattivi (1976). Nel primo, vincitore di numerosi premi internazionali, l’aspetto più comico e umoristico viene affiancato a quello sociale. Antonio, il personaggio idealista interpretato da Manfredi, ci accompagna così in un viaggio lungo trent’anni dall’Italia del dopoguerra sino agli anni ’70. Per quanto riguarda il secondo film, attraverso il personaggio di Giacinto Mazzatella, Manfredi e Scola offrono un affresco grottesco della vita quotidiana di Roma soffermandosi soprattutto sullo “sporco” e sull’atmosfera di degrado morale della periferia.
Personalità eclettica, Manfredi ha dimostrato così di saper affrontare diversi ruoli, non solo come attore per il cinema, per la televisione e per il teatro, ma anche dietro alla macchina da presa. La sua opera più importante come regista è Per grazia ricevuta, film del 1971 che gli è valsa anche la vittoria di un premio al Festival di Cannes. La pellicola, che ha anche scritto e interpretato, racconta la storia di Benedetto Parisi, un uomo sopravvissuto ad un tentativo di suicidio. Attraverso numerosi flashbacks e attraverso la sua ottima interpretazione del personaggio, Manfredi ci lascia entrare nella vita di Benedetto e dimostra di saper interpretare anche ruoli di profondo spessore simbolico e drammatico.
Definito da molti come “il ciociaro“, Nino Manfredi spesso utilizzava il dialetto nei suoi film. A tal proposito, l’attore riteneva che il dialetto potesse assumere i tratti di una vera e propria forma di espressione artistica:
“Gli italiani sono fatti di dialetti e allora questa è la lingua degli italiani.”
In particolare, Manfredi si riferiva polemicamente verso i registi teatrali e cinematografici che avevano deciso di eliminare la componente dialettale dalle loro opere. Il dialetto è l’espressione più veritiera del popolo italiano e il suo utilizzo può permettere al teatro e al cinema di far emergere pienamente questo aspetto. Questa tuttavia è solo una delle tante lezioni che Nino Manfredi ci ha insegnato. Grazie ai suoi personaggi e al suo umorismo, è riuscito soprattutto a farci osservare la realtà in un modo diverso.
FILMOGRAFIA
- Torna a Napoli, regia di Domenico Gambino (1949)
- Anema e core, regia di Mario Mattoli (1951)
- Guardia, guardia scelta, brigadiere e maresciallo, regia di Mauro Bolognini (1956)
- Totò, Peppino e la... malafemmina, regia di Camillo Mastrocinque (1956)
- Carmela è una bambola, regia di Gianni Puccini (1958)
- Audace colpo dei soliti ignoti, regia di Nanni Loy (1959)
- L'impiegato, regia di Gianni Puccini (1960)
- Crimen, regia di Mario Camerini (1960)
- Il carabiniere a cavallo, regia di Carlo Lizzani (1961)
- Il giudizio universale, regia di Vittorio De Sica (1961)
- A cavallo della tigre, regia di Luigi Comencini (1961)
- Gli anni ruggenti, regia di Luigi Zampa (1962)
- Adulterio all'italiana, regia di Pasquale Festa Campanile (1966)
- Operazione San Gennaro, regia di Dino Risi (1966)
- Straziami ma di baci saziami, regia di Dino Risi (1968)
- Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l'amico misteriosamente scomparso in Africa?, regia di Ettore Scola (1968)
- Vedo nudo, regia di Dino Risi (1969)
- Nell'anno del Signore, regia di Luigi Magni (1969)
- Rosolino Paternò, soldato..., regia di Nanni Loy (1970)
- Contestazione generale, regia di Luigi Zampa (1970)
- Per grazia ricevuta, regia di Nino Manfredi (1971)
- Roma bene, regia di Carlo Lizzani (1971)
- Girolimoni, il mostro di Roma, regia di Damiano Damiani (1972)
- Le avventure di Pinocchio, regia di Luigi Comencini (1972)
- C'eravamo tanto amati, regia di Ettore Scola (1974)
- Brutti, sporchi e cattivi, regia di Ettore Scola (1976)
- In nome del Papa Re, regia di Luigi Magni (1977)
- I picari, regia di Mario Monicelli (1987)
- In nome del popolo sovrano, regia di Luigi Magni (1990)