BERNARDO BERTOLUCCI

Tra storia e psicanalisi

Regista e sceneggiatore cinematografico italiano, Bernando Bertolucci (Parma, 16 Marzo 1941 - Roma, 26 novembre 2018) rappresentò splendidamente grazie alle sue pellicole parte la seconda metà del ‘900.

Si occupò di cinema per la prima volta come assistente di Pier Paolo Pasolini e successivamente mettendosi alla cinepresa di due cortometraggi.

Nei suoi film i personaggi si evolvono insieme al mondo nel quale si trovano e la loro interiorità e introspezione sono messe in primo piano. La tematica della rivoluzione e il discorso sull’ambiguità esistenziale e politica sono altre due cifre essenziali delle opere di Bertolucci.

Nel 1972 raggiunse la notorietà con un film “scandaloso”, Ultimo tango a Parigi, che di fatto segnò un’epoca nella quale il sesso veniva visto come unica risposta possibile, anche se non definitiva, al conformismo del mondo circostante. Come i protagonisti dei prodotti successivi, quelli di questo film sono esseri alla deriva, quasi sbandati, che vedono nella trasgressione la propria unica via d’uscita. A lungo questo film rimase il più controverso caso giudiziario del cinema italiano.

Se inizialmente per Bertolucci il cinema era un’estensione della vita e al contempo un viaggio nell’immaginario, nelle profondità della psiche dei propri personaggi, egli seppe evolversi nel corso del tempo, con un percorso creativo che lo portò al passaggio dal cinema come narrazione della soggettività ad un cinema di interpretazione della storia, una configurazione visiva del mondo. Interiorità e oggettività, mondo della psiche e storicità, si intrecciano e succedono nei suoi film: i suoi soggetti sono in lotta con l’ambiente che li circonda e alla ricerca di dimensioni interiori altre, nelle quali rapportarsi con se stessi. Le sue sceneggiature presero forza dall'ideologia di Karl Marx, dalla dottrina psicanalitica di Sigmund Freud e dalle melodie di Giuseppe Verdi. Eegli fece della contraddizione dei tempi la sua essenza e la proiettò nei suoi personaggi intimiditi e spaventati da quel senso di impotenza che li travolge, sullo sfondo spesso contradditorio, ma non meno affascinante, del comunismo (italiano, francese, cinese).

Fu in grado di raccontare di poveri e potenti che combattono, si tormentano, vivono in ambienti e dimensioni temporali precise che fanno i conti con il proletariato, la borghesia di provincia, il '68, il fascismo, la lotta di classe, la droga, il terrorismo, l'immigrazione dall'Africa, il sesso, il cinema.