Figlia di un ferroviere siciliano e di una casalinga inglese, Silvana nasce a Roma nel 1930. Giovanissima inizia a lavorare come modella per case di moda prima in Francia e poi in Italia e partecipa all'edizione del 1947 di Miss Italia. Dopo alcune piccole parti arriva per Silvana il ruolo che la renderà famosa in tutto il mondo, Riso amaro di Beppe De Santis. Il capolavoro drammatico del maestro la consacrerà come sex symbol del dopoguerra, inoltre sul set del film di De Santis conoscerà il futuro marito: Dino De Laurentiis. Negli anni Cinquanta la Mangano fa di tutto per distaccarsi dall'immagine sexy creata dal film di De Santis scegliendo ruoli più complessi come la prostituta nel L'oro di Napoli di Vittorio De Sica, primo Nastro d'argento, e quella di La grande guerra di Mario Monicelli. Il secondo Nastro d'argento e un David di Donatello arrivano con Il processo di Verona di Carlo Lizzani. Sarà il maestro Visconti a segnare la seconda parte della sua carriera, con lui gira infatti Morte a Venezia (altro Nastro d'argento come attrice non protagonista).
Segue qualche anno di pausa e di riposo, ma la depressione di cui soffre da anni si aggrava: il 15 luglio 1981 infatti, suo figlio Federico, muore a soli ventisei anni in Alaska. Il dramma getta Silvana nella disperazione. Si trasferisce così a Parigi e poi a Madrid con la figlia Francesca, dove scopre di avere un tumore allo stomaco. Nel 1987, partecipa al suo ultimo film, il capolavoro Oci ciorne di Nikita Mikhalkov e due anni più tardi, il 16 dicembre 1989 a soli 59 anni, muore a Madrid.
Musa ispiratrice di Visconti e Pasolini, amata da De Sica, Monicelli e Lizzani, è stata l'icona del grande cinema italiano, dal neorealismo alla commedia all'italiana, dal sodalizio artistico con Alberto Sordi al grande cinema d'autore. "Una scultura egizia", "una donna ineffabile", "un personaggio misterioso che nessuno riuscirà mai a capire fino in fondo". Così descrivono Silvana Mangano.
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