Le origini del razzismo

di Marta Lojacono - IIIA

IL DARWINISMO SOCIALE DI FINE '800


Il periodo a cavallo tra Ottocento e Novecento viene chiamato “Belle epoque": esso fu ricco di scoperte mediche e scientifiche, ma anche di aspetti che contribuirono ad ampliare le disuguaglianze fra gli uomini.

Il primo dato storico di cui possiamo parlare è il nazionalismo: esso ebbe origine dal sentimento romantico di amore verso la propria patria; questo fenomeno piacque al nascente stato italiano, infatti ispirò i giovani ad arruolarsi nell’esercito.

Anche la scuola fu protagonista di questo fenomeno: lo stato voleva far crescere questo sentimento di amor di patria fin da piccoli, così a scuola si raccontava della storia della nazione e delle imprese eroiche che avevano portato alla sua costituzione.

Nella maggior parte delle famiglie di quel tempo si parlava il dialetto della propria regione; la scuola abituava gli studenti a parlare la lingua ufficiale della propria nazione.

Ben presto però questo sentimento verso la madre patria si trasformò nel sentimento di superiorità verso le altre nazioni. Si passo quindi dal semplice amor di patria al vero e proprio nazionalismo. Questa superiorità agli inizi del Novecento viene chiamata Imperialismo; dato che gli stati europei dovevano dimostrare di essere i più forti presero parte alla conquista dell’Africa.

Tra il 1884 e il 1885 si tenne a Berlino un congresso dove Gran Bretagna, Francia, Germania, Belgio, Olanda, Italia, Stati Uniti e Giappone si divisero l’Africa.

L’Africa essendo il continente più debole al mondo era più facile da colonizzare. I colonizzatori portarono le proprie abitudini negli stati africani conquistati e questo portò tanta confusione, anche perché molte etnie del luogo che erano già in conflitto, furono costrette a vivere nello stesso territorio.

I paesi colonizzatori trattavano molto male gli “indigeni”, come li chiamavano; secondo le varie teorie sociali, la razza bianca era superiore a tutte le altre, quindi aveva il compito di fare sviluppare i paesi colonizzati.

Il secondo aspetto di questo periodo storico, che contribuisce a sviluppare le diseguaglianze, è il darwinismo sociale.

Charles Darwin (1809-1882) fu uno scienziato /naturalista che scrisse nel 1869 “ l’evoluzione della specie", testo in cui parla di come gli esseri viventi si siano evoluti nel tempo. Secondo Darwin l'uomo e la scimmia provengono dallo stesso antenato e uno specifico essere vivente sopravvive solo se forte.

Però questa teoria venne mal interpretata come una legge razziale, da utilizzare contro le persone di colore e contro qualunque minoranza.





LE LEGGI RAZZIALI


In Germania era salito al potere il regime nazista di Hitler, che fin dal 1953 adottò leggi che discriminavano e perseguitavano gli Ebrei. Gli Ebrei italiani erano poco numerosi, meno di 40.000, molti di loro erano ex combattenti e molti avevano aderito al fascismo.

Ma l’avvicinamento alla Germania ebbe l’effetto di rafforzare una tendenza antiebraica presente nel movimento fascista e in alcuni suoi capi.

Il partito fascista cominciò a favorire la pubblicazione e la diffusione di libri che esaltavano la superiorità della “razza italiana“, sostenendo, erroneamente, che il sangue italiano non dovesse essere contaminato da mescolanze con quello di altre razze.

Una rivista antisemita fu finanziata dal regime e diffusa anche nelle scuole, chiamata “la difesa della razza”.

La campagna contro gli ebrei, che fu diretta da Mussolini culminò nell’autunno del ‘38 per via delle leggi razziali.

Gli ebrei furono costretti a rinunciare alla maggior parte degli incarichi lavorativi o studenteschi.

Il partito fascista cominciò a favorire la pubblicazione e la diffusione di libri che esaltavano la superiorità della razza italiana, sostenendo che il sangue italiano non dovesse essere contaminato da mescolanze con quello di altre razze. La campagna contro gli Ebrei culminò tra il settembre e il novembre 1938 in una serie di provvedimenti che colpirono duramente la comunità ebraica, le leggi razziali. Gli Ebrei furono esclusi dalle scuole statali e dalle università, come studenti e come insegnati; fu loro proibito di prestare servizio nell'esercito, di sposarsi con cittadini ariani, di lavorare in enti pubblici, di esercitare la professione di giornalista, di avere domestici ariani.

Inoltre fu loro proibito di far parte di associazioni culturali, sportive, professionali, assieme a non-ebrei, di frequentare biblioteche pubbliche, perfino di inserire il loro nome negli elenchi telefonici. La separazione delle razze fu praticata con grande rigore anche nell’Africa orientale italiana, dove gli indegni furono discriminati.