IL GENOCIDIO DEGLI ARMENI


L'espressione genocidio armeno, talvolta olocausto degli armeni o massacro degli armeni si riferisce a due eventi distinti ma legati fra loro: il primo è relativo alla campagna contro gli armeni condotta dal sultano ottomano Abdul-Hamid II negli anni 1894-1896; il secondo è collegato alla deportazione ed eliminazione di armeni negli anni 1915-1916. Il termine "genocidio" è associato soprattutto al secondo episodio. Nello stesso periodo storico l'Impero Ottomano aveva condotto attacchi simili contro altre etnie, e per questo alcuni studiosi credono che ci fosse un progetto di sterminio. Gli eventi del 1915 - 1923 sono considerati dagli Armeni come un genocidio. Le autorità turche affermano ancora oggi che si trattò di una guerra civile aggravata dalla malattia e dalla carestia. Il numero esatto dei morti è ancora da stabilire. Questi massacri sono celebrati tradizionalmente il 24 aprile, nel giorno dei martiri per i Cristiani armeni.


Con il termine Genocidio Armeno, si indicano le deportazioni ed eliminazioni di Armeni cristiani, perpetrate dall'Impero Ottomano tra il 1915 e il 1916, che causarono circa 1,5 milioni di morti. Nel periodo antecedente alla Prima Guerra Mondiale, nell'Impero ottomano si era affermato il governo dei «Giovani Turchi ». Essi temevano che gli armeni potessero allearsi con i russi, di cui erano nemici. Nell'anno 1909 si registrò uno sterminio di almeno 30.000 persone nella regione della Cilicia.

Arresti e deportazioni furono compiuti in massima parte dai «Giovani Turchi». Nelle marce della morte, che coinvolsero 1.200.000 persone, centinaia di migliaia morirono per fame, malattia o sfinimento. Queste marce furono organizzate con la supervisione di ufficiali dell'esercito tedesco in collegamento con l'esercito turco, secondo le alleanze tra Germania e Impero ottomano e si possono considerare come "prova generale" ante litteram delle più note marce della morte perpetrate dai nazisti ai danni dei deportati nei propri Iager durante la Seconda Guerra Mondiale . Altre centinaia di migliaia furono massacrate dalla milizia curda e dall'esercito turco. Le fotografie di Armin T. Wegner sono la testimonianza di quei fatti. Dopo che gli Ottomani persero la guerra, l'Alta Commissione Britannica trasse in arresto 144 alti ufficiali turchi e li condusse a Malta per inquisirli riguardo al genocidio. Non vennero tuttavia trovate prove che vi fosse una volontà di sterminio da parte delle autorità o dell'esercito turco, e dunque tutti gli ufficiali vennero rilasciati. Vi sono tuttavia molte prove che l'élite ottomana volesse eliminare la popolazione armena: ad esempio, l'ambasciatore Morgenthau ricordò nelle sue memorie che il Ministro dell'Interno, Tallat Pascià, gli disse in un'occasione: «Ci siamo liberati di tre quarti degli armeni… L’odio tra armeni e turchi è così grande che dobbiamo farla finita con loro, altrimenti si vendicheranno su di noi».


Attualmente, circa l’80% dell’Armenia è compreso nella Turchia; il resto forma il territorio della Repubblica di Armenia, tranne due piccoli lembi orientali appartenenti alla Georgia e all’Iran. L’etnia più numerosa è quella dei Curdi, seguiti da Armeni, Turchi, Georgiani. Le città più notevoli sono la capitale della Repubblica di A., Erevan, ed Erzurum, in Turchia.


di Alessia Zennaro - IIIA