Kundo

E' un orologio a pendolo tedesco della fine anni '60. La meccanica prima del restauro era integra anche se piuttosto sporca.

Dopo smontaggio, lavaggio con Ti-Bi , lavaggio ad ultrasuoni, rimontaggio e oliatura, l'orologio ha immediatamente funzionato, senza problemi.

La meccanica è molto semplice, a vista, bella da osservare in movimento.. Mi ha incuriosito la parte elettronica, altrettanto semplice, anzi troppo semplice. Dopo una ricerca sulla rete ho ricavato che l'elettronica integrata nel portabatteria è la terza serie dei Kundo.

La prima aveva un contatto tipo Bulle, la seconda una doppia bobina e la terza una bobina singola. Non avendo poi trovato alcuno schema, ho deciso di ricavarmelo ed interpretarlo. Di seguito il circuito :

Il circuito è abbastanza criptico se non si considera che il magnetino allocato all'interno dell'arco metallico, integrato al pendolo che scorre nella bobina (fissa), ha una duplice funzione. Il magnete, infatti, imprime la spinta al pendolo e contemporaneamente genera una tensione indotta di polarità opposta nella bobina, come vuole il sig. Lenz, che collabora alla scarica del condensatore dell'oscillatore a rilassamento formato dai 2 transistor.

Il circuito è infatti un multivibratore astabile che produce, con il pendolo fermo, un treno d'impulsi di durata 0,15 sec e di periodo di circa 2 sec. Questa tensione impulsiva è applicata alla bobina che richiama a sé il magnete, muovendo il pendolo. Mano a mano che il movimento del pendolo acquista ampiezza e velocità la tensione indotta dal magnete aumenta e scarica sempre più velocemente il condensatore sino al punto di sincronizzare l'impulso con il periodo del pendolo (2/3 di sec.). Di fatti, a questo punto, il circuito è diventato un monostabile che genera un'impulso di durata fissa sincronizzato dal movimento del pendolo.

Il sistema è molto funzionale in quanto permette la partenza del pendolo da fermo e offre la giusta spinta durante il funzionamento, il tutto con soli 2 transistor.

Di seguito l'oscillogramma della tensione alla bobina e al condensatore. L'impulso squadrato (positivo, verso l'alto) carica il condensatore e muove il pendolo inducendo una piccola corrente nella bobina. Il 'controimpulso' arrotondato (negativo, verso il basso) scarica rapidamente il condensatore.

Se si disconnette la bobina e si collega una resistenza da 3300 ohm si è nella condizione astabile, e quindi si genera un semplice treno d'impulsi come detto prima. In questo modo si può facilmente provare il circuito mettendo un comune tester in parallelo alla resistenza. Se il circuito e la batteria sono ok, il tester scodinzolerà a circa 1,5V ogni 2 sec.

La bobina ha una resistenza di circa 3000 ohm, ed un induttanza di 1,42H (Q=2,2).

I transistor sono un PNP BC258 (silicio, eq. BC479) e un NPN BC168 (silicio, eq. BC208). Non penso siano critici, si possono sostituire anche con altri equivalenti. Il condensatore è invece un tipo a basse perdite, per questo c'è un non polarizzato a 100VL. Utilizzando un comune elettrolitico la durata d'impulso non sarebbe garantita nel tempo.