5- il Ciak

il Ciak

Costruzione di un Ciak italiano

L'asticella detta 'Clachette' viene battuta da un macchinista, (detto "ciacchista") ponendo il ciak nell'inquadratura pochi istanti prima dell'azione. La sequenza che aziona l'inizio della ripresa è data, nell'ordine, dal ciacchista che si posiziona con il ciak aperto e ben in vista tra l'obiettivo e la scena da riprendere, il regista dice ad alta voce "Motore!", e il Fonico risponde dopo pochi istanti "Partito!" (riferendosi al motore del record sonoro). L'assistente operatore avvia la macchina da presa e grida "Ciak"; a quel punto il ciacchista dice a voce alta quanto scritto sul ciak (nell'ordine, solitamente: n°scena, n°inquadratura, e n° della ripresa (take), chiude con forza l'asticella per farla battere e produrre il tipico suono del ciak. Solo a quel punto quando tutta la sequenza di cui sopra e andata a buon fine, il regista può intimare l'inizio della scena agli attori e a tutti i partecipanti dicendo la celebre parola "Azione!". Alla fine della scena è fondamentale dare anche lo stop, sempre gridandolo, e questo di norma è sempre detto dal regista o a volte dai caporeparto della troupe che abbiano problemi di natura tecnica (fonico, operatore, ecc.) che rendano inutile continuare la ripresa della scena. I dati scritti sul ciak serviranno in seguito al montatore per identificare con esattezza il girato (spesso infatti sono realizzate diverse riprese, per la stessa scena o inquadratura), di conseguenza, nel gergo cinematografico, il termine ciak è usato anche come sinonimo di ripresa "girare tre ciak" significa girare la stessa inquadratura tre volte. Nella fase di sincronizzazione del sonoro, inoltre, il rumore prodotto dal ciak e l'abbassamento stesso dell'asticella visibile nell'inquadratura servirà a determinare il punto esatto, ossia il fotogramma, in cui agganciare la colonna sonora alla scena. Per la costruzione dei Ciak, oggi si utilizzano pannelli di Plexiglas o materiali simili infrangibili e pennarelli cancellabili. I ciak più moderni sono realizzati con tecnologia digitale e dotati di display elettronici, che indicano lo scorrimento del Timecode per la Sincronizzazione questo tipo di ciak si usa quando si gira in elettronica, cioè in telecamera; è poco usato per il cinema in pellicola, che invece preferisce il ciak classico perché più leggero e gestibile.

Nel cinema storicamente si sono usati due tipi di ciak, quello americano e quello italiano: quest'ultimo si differenzia dal primo perché monta l'asticella (clachette) in basso, invece che in alto; inoltre è provvisto di un manico per reggerlo meglio ed evitare di coprire le scritte con le dita. Inizialmente il ciak italiano era costruito in compensato dai macchinisti e, per segnare le numerazioni, adottava un sistema ingegnoso: sulla parte superiore erano costruite delle finestrelle con scanalature ai lati, dove venivano inseriti i numeri già preparati su dei cartoncini neri, tenuti insieme in gruppi da zero al nove con un anello come un mazzo di chiavi; ogni ciak era corredato da 5 o 6 di questi mazzi, uno dei quali riportava tutte le lettere dell'alfabeto anziché i numeri. Questo sistema era il più veloce per il cambio dei numeri e storicamente il cinema americano lo apprezzava molto.

I numeri sul ciak indicano in ordine: il numero della scena, il numero dell'inquadratura, il numero della ripresa (take). Inoltre tra i numeri può essere inserita una lettera, che serve talvolta ad indicare un rifacimento (R), oppure lo stesso ciak battuto per due macchine che saranno indicate con le lettere (A e B), o ancora quando si gira nuovamente la stessa inquadratura con una variante, che può essere un cambio d'obiettivo, o un cambio di battute, o di movimento.

Per vari motivi in certe inquadrature può diventare impossibile fare il ciak all'inizio, allora si effettua il ciak in coda, cioè alla fine dell'inquadratura, dopo lo "Stop" del regista: questa variazione sarà caratterizzata dal ciak tenuto capovolto davanti all'obiettivo.

Quando un'inquadratura è muta il ciak si presenta davanti all'obiettivo con la clachette chiusa.

Sul set i macchinisti tengono sempre pronti due ciak, uno più grande e uno più piccolo: quest'ultimo serve quando si usano obiettivi molto stretti, che costringerebbero a posizionare il ciak troppo lontano dall'obiettivo.

Era usanza dei macchinisti, regalare a fine film a tutta la troupe dei piccoli Ciak, da loro costruiti, come ricordo del lavoro fatto insieme.

PS) la parola (Clacchette) e' scritta come si pronuncia in Italiano ma e' Francese e si scrive ( Clochette)

Testo di Luciano Muratori. 2006@