Abitare il canto

ABITARE IL CANTO è una comunità diffusa e temporanea che si è creata durante il percorso di trasmissione di canti della tradizione orale italiana, e calabresi in particolare, avviato sin dal 1998 da Anna Maria Civico e ancora attivo. Gli incontri hanno l'obiettivo di far incontrare allieve e allievi sparsi in varie zone d'Italia per condividere un tempo lungo (solitamente uno o due giorni) in cui si canta un repertorio comune. Non un laboratorio dunque ma uno stare insieme, maestra compresa, e cantare alla pari verso una rifunzionalizzazione del canto, del cantare insieme e dei luoghi. Unica condizione è che i luoghi dovranno essere speciali per condizioni architettoniche e /o ambientali.
Il coro potrà essere tra le 12 e le 20 persone per ogni incontro e dovrà essere ospitato per vitto e alloggio per due o tre giorni.


In situazioni come queste, la pratica del canto collettivo è espressione di un modo possibile di stare al mondo: c'è ricchezza nel processo di costruzione di immaginari individuali e condivisi, in cui chi partecipa non solo apprende e a sua volta trasmette certi saperi, ma, sopra ogni cosa, sceglie di interrogare la propria identità, di metterla in discussione. Delia Dattilo (Etnomusicologa, Università di Cagliari)


L'idea che Anna Maria Civico ha lanciato a un folto gruppo di amici/musicisti è preziosa e interessante da tanti punti di vista: in primo luogo perché uno spazio come la Cattolica è uno spazio parlante e come tale già dona un senso alle musiche che vi verranno eseguite: è l'antitesi dei non-luoghi di Augé: è infatti un ombelico come quello di Delfi. Le stesse musiche eseguite in un posto diverso avrebbero un senso diverso. In secondo luogo il fatto di "far parlare" lo spazio attraverso i nostri canti e i nostri suoni è una forte critica all'idea stessa di performance intesa come un fatto centrato sull'artista e unidirezionale: in questo caso il nostro ruolo sarà quello di mettere in moto sonicamente questo spazio al di là del contenuto musicale specifico che presenteremo. L'evento che si realizzerà avrà quindi un preciso senso in quel tempo e in quello spazio e non sarà perfettamente replicabile e riproducibile come vorrebbe il modo di produzione che la cultura ha assunto nella nostra epoca. Grazie ancora Anna per avermi coinvolto in questo fatto e grazie a tutti quelli che interverranno a sentire la Cattolica risuonare ancora.  Amedeo Fera (Musicologo, Unversità di KU Leuven)