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Mons. Adriano Caprioli Vescovo emerito di Reggio Emilia - Guastalla

A don Luca,

a papà Franco, Emilia, Francesco, Giovanni e Pietro

ai parenti e amici

e alla comunità di Sant’Ilario

Sì, papà e mamma non dovrebbero mai morire. Si sperimenta l’umana impreparazione degli stessi discepoli all’Ultima Cena all’annuncio di Gesù della sua prossima passione e morte, e al tempo stesso la cristiana consolazione che fa dire al profeta Isaia “Come una madre consola un figlio, così io vi consolerò; a Gerusalemme sarete consolati. Voi lo vedrete e gioirà il vostro cuore”, come ci ha testimoniato la pagina della prima lettura nella memoria della Beata Vergine di Lourdes nel giorno della morte di mamma Vittoria.

Anche Gesù di fronte alla sua morte mette al centro della attenzione dei discepoli la figura della donna che partorisce, quasi a richiamare la sua comunità e future comunità, che anche la morte ha lo stesso spessore della nascita: è mistero di sofferenza che apre alla gioia della nascita: “La donna, quando partorisce, è nel dolore, perché è venuta la sua ora; ma quando ha dato alla luce il bambino, non si ricorda più della sofferenza, per la gioia che è venuto al mondo un uomo.” Non è questo il messaggio della visione cristiana della morte come “dies natalis”?

Rileggo con te, caro don Luca, gli anni in cui, seminarista progettavi il tuo futuro, ordinato presbitero dal vescovo Gilberto Baroni, sei stato destinato come vicario parrocchiale in S. Pietro città e assistente degli Studenti democratici, a Pontenuovo di Sassuolo e responsabile della pastorale giovanile del locale vicariato, e da me come parroco a Ospizio e S. Maurizio in città, avviando i primi passi come assistente spirituale della “Comunità delle Beatitudini” e della “Comunità sacerdotale Familiaris Consortio”.

Amo pensare come questi passi del tuo cammino abbiano trovato nel cuore di mamma Vittoria, come di papà Franco, motivi di trepidazione, di tanta preghiera, e soprattutto di gioia, ora condivisa in cielo con l’amato parroco don Pietro Margini. Così anche questo evento di lutto per te, e per i tuoi cari, non poteva passare inosservato anche per me come una circostanza strettamente privata. La morte di mamma Vittoria è momento sì di famiglia, ma di tutta la grande famiglia della Chiesa, della parrocchia di S. Pietro, Ospizio e S. Ilario, che si stringono attorno a te, ai familiari, in una corale preghiera di memoria e di suffragio.

Anch’io come Vescovo emerito, con don Daniele e il diacono Marco voglio esserti vicino, con l’affetto e la preghiera con cui il vescovo S. Agostino ha accompagnato la liturgia di commiato della sua mamma Monica: “Ispira, Signore mio e Dio mio, i servi tuoi, i fratelli miei, tutti coloro che io servo col cuore e la voce, affinché si ricordino con sentimento pietoso di coloro che in questa luce passeggera sono i miei genitori, domani miei concittadini nella Gerusalemme eterna, cui sospira il tuo popolo durante il suo pellegrinaggio” (Confessioni IX, 37).

Reggio Emilia, 13 febbraio 2018

+ Adriano Caprioli

Comunità nozze di Cana

12 Febbraio 2018

Carissimi amici,

Con grande affetto ci stringiamo con un abbraccio intorno a voi, in questo momento in cui il Signore stringe fra le sue braccia Vittoria.

Ci ha colpito molto la chiamata forte e improvvisa con cui Vittoria è stata portata in Cielo, ma è bello vedere che il Signore l’ha cercata proprio nel ritmo quotidiano della sua vita, mentre era insieme a Franco e a voi suoi amici. Questo per noi è un segno forte che la nostra gioia e la nostra vocazione si giocano nella concretezza della quotidianità, ed è lì che Dio viene ad incontrarci.

Cogliamo l’occasione per esprimervi la nostra grande riconoscenza. Grazie per l’esempio di vita, l’entusiasmo per la vocazione comunitaria e la generosità nell’apostolato.

Grazie perché attraverso la vostra risposta pronta alla chiamata del Signore, l’ideale di vita comunitaria ha preso carne nelle vostre vite e ha attratto molti cuori fino ad arrivare a noi. Ci avete accolto con molta gioia all’interno dell’Associazione facendoci sentire amati.

Certi che il seme da voi sparso continuerà a portare frutto in molte vite, vi garantiamo un ricordo speciale nella preghiera perché il Signore non vi faccia mancare la Sua consolazione.

Con affetto, gli amici della comunità Nozze di Cana

Giovanna Onfiani

Franco e la Vittoria, ciascuno a suo modo, sono sempre stati affettuosi nei miei confronti. Mi è quindi venuto spontaneo invitarli al mio matrimonio: non potevano mancare! E ovviamente sono stati presenti. Mio marito inizialmente si è mostrato meravigliato di questo invito rivolto ad "amici dei miei nonni", ma ben presto si è accorto che erano un pochino nostri nonni anche loro, se non altro perché la Vittoria ci baciava e abbracciava come si fa con i nipoti e noi ne eravamo contenti. Lei veniva informata dai miei nonni sui principali avvenimenti della nostra vita e non mancava di farsi presente con un messaggio di vicinanza o di congratulazioni a seconda delle occasioni. Quando ad Agosto 2015 ho superato il concorso nazionale per entrare in scuola di specialità medica mi scriveva: " noi nonni della via continuiamo a rallegrarci per i successi tuoi che riempiono di orgoglio sano la tua famiglia nuova e vecchia e anche tutti noi che vi vogliamo bene". Nel 2016, quando ero incinta di Chiara, mi ha stretto in un abbraccio forte e continuava a baciarmi ripetendomi che era contentissima. Sapeva bene cosa significasse per noi l'arrivo di questa figlia dopo tre anni di matrimonio. Condivideva con sincerità cristallina la nostra gioia e questo mi rendeva ancora più contenta di quanto non lo fossi già. Il 6 marzo 2017, giorno precedente all'intervento di chirurgia maggiore cui doveva essere sottoposta nostra figlia, mi inviava questo messaggio: " vi accompagniamo con affetto e preghiera in qs momento delicato come nonni che vi vogliono bene". Con premura si era fatta vicina come un'amica in un momento in cui ero preoccupata.

Il 5 aprile, dopo una testimonianza che io e Marco avevamo offerto insieme ad alcuni amici durante un intervento di don Luca su radio Maria, scriveva: "è molto consolante sapere che i grandi ideali camminano su gambe e menti giovani che superano in ricchezza di cuore quelle dei nonni". In realtà è la loro vita esemplare insieme a quella degli amici dell’Annunciazione a precederci come un faro luminoso. Difficilmente si può ricordare la Vittoria senza pensare a tutti loro.

Giovanna Onfiani

A. M.

Caro Don Luca,

solo oggi sono riuscita a mettermi alla scrivania e a pensare qualche minuto, sottraendomi al caos di queste settimane così piene di cose.

Mercoledì delle ceneri, l’avvio della Quaresima. Un tempo di rinuncia che per te assume una dimensione del tutto straordinaria quest’anno.

Rinunciare alla presenza, all’affetto palpabile di una mamma, credo sia un dolore molto grande.

Non l’ho ancora provato, ma accompagnando la mia sulla strada della vecchiaia, vedo quante volte torno all’idea che questo finirà, che il limite si farà sentire e la separazione arriverà.

Scaccio questa ipotesi con forza, ma so che è solo una preparazione. Prima o poi accadrà.

Ti sono vicina e ricordo nella preghiera tu, la tua famiglia e lei in particolare, comprendendo dalle parole che scrivi, quanto bene abbia fatto e quanto vuoto abbia oggi lasciato.

Grazie per la condivisione,

A. M.

Istruzione familiare Rolando Rivi

Tutti i docenti, la segreteria e i genitori si uniscono per dirti tutta la loro vicinanza e per esprimere alla tua famiglia tutto il proprio cordoglio, insieme alla certezza circa l’ingresso in Cielo dell’anima di Vittoria.

Siamo profondamente grati tutti e ciascuno per il bene che Vittoria ha donato e testimoniato, generando nella sua famiglia una solida passione educativa e una ferma speranza nei giovani e nei ragazzi. La nostra scuola si sente un pochino figlia di quella passione, dunque affidiamo a Maria Vergine con fiducia il compito di ricompensare Vittoria per l’eternità e chiediamo a lei, insieme a tutti gli amici del Cielo, di custodire e vegliare questa nostra splendida “avventura”.

Un abbraccio, l’Istruzione familiare Rolando Rivi.

Comunità Corpus Domini

Caro Pife,

desideriamo anche noi contribuire al ricordo della mamma Vittoria. Ringraziamo il Signore per averci fatto conoscere fin dalla giovinezza i tuoi genitori e i tuoi fratelli. Sono stati per ognuno di noi un grande dono del Signore.

Ricordiamo di lei: il suo sorriso sempre incoraggiante, la sua accoglienza e carità verso il prossimo, le sue parole di conforto e la sua grande fede. Come lo dimostrano le tante testimonianze che abbiamo sentito, Vittoria è sempre stata una presenza importante per tante persone e tanto lo è stato anche per noi.

Ti ringraziamo inoltre per aver condiviso in comunità la sua salita al cielo inaspettata, i tuoi stati d'animo e la tua tristezza. Ora a tutti noi spetta l'eredità di trasmettere ciò che da lei abbiamo imparato e che con tenera fermezza ci ha testimoniato nella sua bella vita. Siamo certi che dal cielo continuerà a custodire quanti ha conosciuto e amato.

Con grande amicizia, i tuoi amici di comunità.

Athos Careghi

Carissimo Franco,

scusami il ritardo con il quale ti scrivo, in realtà volevo scrivere subito dopo aver sentito la Vittoria al telefono (mi hai fatto un grande regalo passandomela!), poi mi sono detto, scrivo una mail, poi ho avuto problemi con il mio pc... e finalmente mi faccio vivo! La telefonata con Vittoria mi ha entusiasmato, perchè mi ha riportato agli anni della giovinezza... mi aveva fra l'altro detto che se uno scavezzacollo come me aveva trovato la sua strada, allora c'era speranza per tutti! Mi aveva accennato anche che aveva un problemino al cuore, ci stava pensando per l'intervento, ma non voleva far fare un intervento "a cuore aperto", come aveva fatto Franco"... Povera Vittoria, nessuno e neanche lei si era resa conto di quanto fosse invece urgente! Tu hai passato una vita con Vittoria ma io la ricordo da ragazza, infatti ho visto te, Giulio, Onfiani al S.Carlo e poi ancora con Lorenzo, Gualdi al Museo del Fumetto ma di Vittoria l'ultimo ricordo è del 1956/57... Al telefono mi aveva detto di non essere più una "sventola", d'altronde come Mirella, e gli anni erano passati, ma il mio ricordo che rimane impresso è quello di una bellissima ragazza bionda, alta, "la figlia del pompiere", come mi dicevano i miei amici. Pensa che la prima volta che la vidi, avevo credo 13 o 14 anni, e c'erano tre ragazzette allegre e sorridenti in via Cavour che probabilmente andavano alla Divina Provvidenza, vicino a viale Cottafavi, dove abitavo io. A sinistra Vittoria, nel mezzo Mirella e a destra Cecilia(?), dietro, a cinque metri, le abbiamo seguite Lucio Guasti, io in mezzo e Rino Lusetti: io non le avevo mai viste ma i miei amici mi chiesero: quale ti piace di più? "Quella in mezzo".

La morte di Vittoria mi ha provocato una stretta al cuore, sgomento e dolore... piano piano tutte le persone che abbiamo conosciuto con le loro vite e i loro sogni se ne vanno, la vita continua imperterrita e noi rimaniamo con i nostri ricordi... Mi ricordo del gruppo di ragazze di allora che c'era anche Margherita, detta Meg, e poi Norma, grande amica di Mirella... Fra i miei amici di quel tempo sono scomparsi Ermanno Lusetti, Gaioni, Germano Righi... Io sono partito dall'Italia nella primavera del 1957, dopo un mese lavoravo in Olanda a Maastricht e poi in Belgio nelle viscere...

Ti mando con molto ritardo le mie condoglianze più sincere, e i miei auguri di Buona Pasqua a te e a tutto il gruppo di S.Ilario!!!

athos