... da Correggio

Tina Falavigna in Amaini

A Vittoria

Siamo state insieme, Vittoria ed io, sui banchi delle elementari e poi della scuola media sotto la guida di maestre ed insegnanti preziose e nella luce dell’insegnamento paterno di don Pietro…. poi le nostre strade di studio si sono divise, ma sempre insieme nell’A.C….. Ci siamo sposate entrambe e ci siamo perse di vista… qualche incontro gioioso di tanto in tanto ma nessuna frequentazione…. poi nell’autunno del 2016 sono arrivati nella parrocchia di Montorio veronese, che frequento, don Simone e don Sergio della F.C. e ho rivisto Vittoria…. Avevo lasciato una ragazza allegra, ridente, forse anche un po’ birichina e ho ritrovato una “donna” saggia, calata in un silenzio dell’anima che la rendeva distaccata nella sua soprannaturalità eppure tanto tanto attenta, premurosa, comprensiva….”E’ dono grande ritrovare tra noi questa sintonia dopo tanti anni” mi scriveva ai primi di febbraio e davvero è come se non ci fossimo mai lasciate…..una persona, Vittoria, che mi ha dato tanto in questi mesi di ripresa dei contatti e il cui esempio di “vita vissuta” si è impresso profondamente in me e che, pur nel dolore del distacco, mi lascia indelebile la gioia della sua presenza e lo sprone a continuare nella sua scia “di santità quotidiana ed attraente” questo santo viaggio terreno finché per me Dio vorrà. Voglio credere che Vittoria, nella gioia del Paradiso, intercederà anche per me

Enrica Zini

Lettera a don Luca in morte di mamma Vittoria

S. Martino in Rio, 23 Febbraio 2018

Don Luca, come un fulmine a ciel sereno da un'amica di Verona (già correggese e compagna di classe di Vittoria alle medie) ho avuto la dolorosa notizia della morte improvvisa di sua mamma con un certo ritardo, a funerali avvenuti.

Vittoria è stata un'amica, conosciuta al tempo delle scuole medie, che frequentavamo in classi parallele, lei al corso B, io al corso D. In seguito abbiamo condiviso tante esperienze dell'Azione Cattolica, dell'A.ge, corsi di esercizi spirituali tenuti da Don Pietro Margini.

Per me è sempre stata una bella figura, un esempio di donna forte e dolce insieme, chiara e coerente nelle sue scelte di vita; l'ho incontrata ogni volta con gioia anche in questi ultimi anni qui nella nostra Parrocchia di S. Martino in Rio, quando era presente alla Messa della comunità per circostanze particolari. Il suo volto sorridente e i modi gentili insieme alla sua profonda testimonianza di fede sono il ricordo più vivo che conservo nel cuore; penso che nemmeno la morte così repentina l'abbia colta impreparata.

Mentre elevo la mia lode al Signore per quello che in lei e attraverso di lei ha operato, desidero esprimere a lei, al papà Franco e a tutta la famiglia (ho conosciuto bene anche la sua splendida sorella Attilia, della quale ho avuto come scolari due figli: Cristina e Gabriele) la mia più viva partecipazione al vostro dolore insieme al ricordo nella preghiera.

Con stima e affetto

Enrica Zini

Lidia Bernabei

Ho conosciuto Vittoria quando sono entrata nelle Giovanissime di Azione Cattolica, di cui lei era la Delegata: una ragazza fresca, sorridente, schietta, arguta, accattivante. Da tutto traspariva una fede limpida e serena.

Dopo alcuni anni sono stata invitata a far parte del Consiglio delle Giovanissime, guidato da lei con l'assistenza di Don Pietro Margini: è stata un'esperienza entusiasmante perché mi sono sentita valorizzata, spronata, e guidata a scoprire passo dopo passo la bellezza della fede cristiana. Vittoria animava il gruppo con sicurezza di convinzioni e una schiettezza decisa, che “imponeva” anche a noi una risposta sincera e senza tentennamenti.

Quanti temi interessanti abbiamo affrontato e approfondito insieme per la nostra formazione personale e per la nostra testimonianza cristiana nella scuola, nella famiglia, nella comunità parrocchiale, nel divertimento.

Mi piaceva quando talvolta, al sabato, al termine dell'incontro di noi giovanissime alla Divina, arrivava Franco, il suo fidanzato, a prenderla per fare una passeggiata con lei: questi due giovani ci davano un bell'esempio di un amore autentico, giovane, senza fronzoli, costruito su una confidenza spontanea e delicata.

Non avrei mai voluto passare dalle Giovanissime alle Effettive, perchè con la Vittoria stavo bene!

Dopo alcuni anni, quando si era già trasferita a Sant'Ilario, mi capitava di andarla a trovare o di fermarmi a casa sua in occasione di qualche particolare circostanza: l'accoglienza era sempre festosa e familiare e molte volte non mancava di condividere con me quello che Don Pietro aveva detto in una omelia o in una catechesi. Una volta ha preso il suo quaderno di appunti e mi ha letto un'omelia di Don Pietro, di cui mi ha colpito un passaggio:- le cose non devono essere ostacolo, ma scala a Dio-. Questa idea mi ha aperto una prospettiva di vita, un'ottica nuova in cui vedere le cose, che questa ottica mi è rimasta impressa e mi ha guidato per sempre.

Quando è morto il mio papà, mi ha telefonato e, tra le altre cose, mi ha riportato un pensiero di Sant'Agostino riguardo ai nostri morti: ”I loro occhi pieni di luce vedono i nostri pieni di lacrime”: quanto conforto mi ha dato in quel momento!

Con lei mi confidavo volentieri e con sincerità e potevo sempre contare su un consiglio di grande buon senso e concretezza, illuminato dalla fede.

La Vittoria è stata per me, insieme a Don Pietro Margini, un punto di riferimento per la mia vita, le devo molto!

Una volta Don Pietro mi disse, in occasione di una morte improvvisa, “Bisogna avere sempre le valigie pronte”. Vittoria le sue valigie le aveva sempre pronte e, partendo in punta di piedi, le ha portate con sé piene di tutto il bene che ha voluto e che ha fatto.

Nanda Salsi

Venerdì Santo, 2018

Carissimo Franco, già da tempo avrei voluto parlare a te e ai tuoi figli del mio dolore per l’improvvisa perdita della nostra amata Vittoria ma, per motivi di salute, non mi è stato finora possibile.

E credo che faccia bene al cuore ricordare anche gli anni dell'adolescenza della Vittoria quando, assieme alle sorelle, aveva saputo coraggiosamente affrontare la dolorosa perdita del loro papà, iniziando ben presto a seguire con particolare serietà, ma con non meno entusiasmo e vivacità, le mitiche ‘adunanze’ e tutte le proposte educative di Don Pietro. Già in quegli anni, infatti, egli era riuscito ad affascinare un gran numero di giovani e ragazze presentando loro l’amore infinito di Gesù attraverso la santità della sua anima e dedicando loro ogni momento, non solo della sua giornata, ma anche le ore della notte.

Don Pietro, che aveva un’immensa cultura, insegnava già al Liceo classico ed in altre scuole statali, doveva spesso contrastare l'azione negativa di alcuni insegnanti, a volte atei o miscredenti, e preparava i suoi giovani a farvi fronte, anche attraverso i famosi 'Raggi Scuola', e diceva a tutti: "La verità vi farà liberi".

E sostenendo la grande importanza della scuola cattolica, aveva capito che le suore laiche del Cenacolo domenicano, che operavano già all’Istituto Contarelli, erano disponibili a realizzare una Scuola Superiore per le giovani. Nacque così il glorioso Istituto Magistrale San Tommaso d'Aquino che, dal 1948 ad oggi, ha formato meritoriamente moltissime maestre, n gran parte nostre amiche, non solo con grande impegno culturale, ma con una profonda ricchezza spirituale cristiana. (Negli anni '80, anch'io ho avuto la grazia di continuare l'opera di Don Pietro, fondando il Liceo Psicopedagogico quinquennale, tuttora esistente).

Così, Vittoria, come molte altre nostre care amiche, aveva fatto la scelta non facile per la sua famiglia, furono molto felici di frequentare l'Istituto, impegnandosi molto seriamente e con grande successo. Tanto che noi che abbiamo frequentato altre scuole, invidiavamo le giovani che avevano questo privilegio.

E ci incontravamo, invece, molto spesso e con vera delizia, nel Convento delle Suore Cappuccine, dove Sr. Mariangela, anche lei figlia spirituale di Don Pietro, ci dedicava , specie nei sabati pomeriggio, la sua amorevole e paziente attenzione spirituale-pedagogica e dove, per arrivare a farci conoscere la grande gioia dell’amore di Gesù, ci lasciava parlava di tutte le nostre piccole e grandi cose..

E Don Pietro ha subito saputo valorizzare la profonda cultura spirituale di Vittoria, la sua naturale vivacità e simpatia dandole l'incarico di Delegata di Azione Cattolica delle giovani, di cui era l'Assistente Spirituale.

E’ poi nata la profonda simpatia ed amicizia tra Vittoria e Franco, e sono poi stati anche un grande esempio, per tanti giovani, anche come coppia di fidanzati, nella freschezza, semplicità e purezza che traspariva dal loro amore.

Vittoria, poi, come insegnante, è stata di un straordinaria capacità culturale, didattica e formativa, impegnandosi a tutto campo, non soltanto nella scuola statale, ma dando anche lezioni gratuite a giovani bisognose.

Ma quando don Pietro, nel 1960, ha accettato dal Vescovo l’incarico di trasferirsi come Parroco a Sant'Ilario, è stato per tutti un' inaspettata sorpresa oltre ad un dolore indescrivibile. E l’unico modo per incontrarlo era quello di trovare ogni mezzo per arrivare alla nuova chiesa, e fare lunghe attese davanti al suo studio per continuare con lui la preziosissima direzione spirituale.

Nel 1962, quando Vittoria e Franco si sono sposati, hanno dato origine ad una famiglia sempre aperta e, anche dopo il loro trasferimento a Sant'Ilario, una delle più ospitali e ricche di cultura e di fede.

Nel 1963 è nato il loro primo figlio, don Luca. Come sposa e come madre Vittoria ha saputo realizzare una magnifica famiglia, ricca di figli, nella pienezza della volontà di Dio e secondo le aspettative del nostro santo Direttore Spirituale.

Don Luca, con immensa gioia di don Pietro, raggiunta l'età, sceglierà di andare in Seminario. E, nel 1987, sarà il primo figlio spirituale di don Pietro a diventare Sacerdote. E' un'immensa gioia, e subito gli verranno affidati incarichi importanti.

E sono certa che quando Franco, è stato ordinato diacono permanente , assieme ai primi scelti nel 1978, Don Pietro abbia contato moltissimo anche sulla sua sposa Vittoria. Egli diceva loro: 'che devono essere santi i diaconi per l'esercizio dell'evangelizzazione e sante le mogli che collaborano e si sacrificano'. E, insieme, hanno educato tutti i loro figli con gioiosa fermezza , nella prioritaria attenzione alla dimensione spirituale e soprannaturale. E hanno ricevuto, tra gli altri, uno dei più grandi doni: un figlio sacerdote, Don Luca.

E devo dire che, mi sento privilegiata se, poco dopo l’indescrivibile dolore per la perdita dell’amatissimo Don Pietro, ho potuto rivolgermi a lui come profondamente saggio e delicatissimo Direttore spirituale: veramente un dono speciale di Dio! Sono stati quasi trent’anni di grandissimi aiuti spirituali, e anche se il mio ‘storico’ confessore ora ha enormi responsabilità ed impegni ed è quasi impossibile incontrarlo, per un problema fondamentale della vita, vorrei tanto potermi rivolgere ancora a lui.

Tutti conosciamo quali sono state le straordinarie realizzazioni di Don Luca come degno successore di Don Pietro che, in trent’anni di sacerdozio, ha impegnato tutte le sue straordinarie ricchezze sacerdotali e umane per realizzare in profondità le aspettative del nostro santo padre spirituale che, come sappiamo, ha detto che “voleva passare il suo Paradiso a fare del bene con noi”. Non è facile conoscere altri genitori che come la cara Vittoria e tu Franco, abbiano ricevuto in dono un figlio che ha realizzato Movimenti come la Familiaris Consortio, l’Associazione dei Chierici, il Movimento giovani ed altre realtà di grande valore ecclesiale.

E Vittoria, in questi ultimi anni, si è impegnata totalmente anche per altri sacerdoti del Movimento, come a Borzano di Albinea, assieme a te, Franco, e fino all’ultimo suo giorno, a sostenere l’opera di don Luca. Il nostro Vescovo Massimo, nel suo intervento durante il funerale, ha definito Vittoria una persona “luminosa” e non poteva trovare un’espressione più appropriata ed affettuosa.

E mia figlia Mariangela, che ha vissuto con Vittoria vari campeggi estivi ed altre bellissime esperienze, senza essere stata presente al funerale, ha detto: “Vittoria era una persona solare, anzi, “luminosa”.

Il mio affetto e la mia stima per Vittoria si erano approfonditi ancor più in questi ultimi tempi. Ogni incontro con lei era una spontanea ed immediata immersione in una realtà umana e spirituale profonda e gioiosa, pur vivendo e conoscendo gli aspetti non sempre positivi dell’esistenza umana. Come è accaduto in questi ultimi due anni quando, per una settimana, ci incontravamo in vacanza al Monastero Santa Croce di Bocca di Magra. Scoprivo sempre di più quale alto grado di maturità umana e profondità spirituale avesse raggiunto e mi era di grande insegnamento ed incoraggiamento per non rinunciare a realizzare le grandi aspettative che Don Pietro aveva posto su di noi.

Ora, dal Paradiso, con la solita radiosa vivacità ed amorevolezza, potrà essere ancora più vicina a te Franco e a tutti i suoi carissimi figli e nipoti.

Con il più grande affetto

Nanda e famiglia