... da Sant'Ilario

Lucia Musi

Frammenti di luce da Vittoria

Sono tra quelli che sono cresciuti con il mito dell’Annunciazione con annessa Casa Bianca. Veramente sono arrivata già grande alla Parrocchia di S.Ilario, in ogni caso ancora di più interpellata da questo stile di vita dalla misura alta e da una condizione di servizio permanente, per me inediti, che spiccavano in modi molto diversi nei vari componenti della comunità.

Di Vittoria ho recepito il coraggio e la tensione in avanti come forma di femminilità: era “bionda” e luminosa anche dentro, se si può dire. Straordinaria la preghiera che ha presentato Pife alla liturgia. Sceglierei due esempi che ho vissuto “da fuori”, senza sapere tante cose dello sfondo, ma che ho ben chiari.

Quando si è trattato di dare avvio all’Istituto magistrale “S.Gregorio Magno” e occorreva un insegnante di latino, ho avuto l’onore di essere interpellata, ma, per quanto fresca di laurea in lettere classiche, ero sgomenta a causa dell’inesperienza (non avevo intenzione di insegnare, perciò avevo cercato un lavoro in altra direzione) e tutto quello che avevo studiato non aveva niente a che fare con la scuola (forse non aveva a che fare con niente di reale), soprattutto con quella che stimavo come la scuola delle scuole. Naturalmente ho rifiutato, ma Vittoria, convinta che il più fosse cominciare e che mi mancasse la concretezza necessaria, si era offerta di aiutarmi, in un certo senso, a scendere sulla terra e a partire, ad andare avanti.

Tutt’altro periodo: dopo la morte di don Pietro, nell’impegno di capire il modo migliore di crescere, sono stati inventati “I Giovedì del villaggio” aperti a tutti, per discutere e discernere insieme sull’eredità. Una sera, dopo le geremiadi sulla situazione, su come indirizzare i giovani, … Vittoria intervenne con determinata convinzione da un’altra prospettiva, dicendosi sicura che i figli avrebbero fatto sicuramente meglio della prima generazione (della “prima ora”, di chi aveva seguito don Pietro) e della seconda (che si era arruolata successivamente per contribuire a creare la realtà della comunità parrocchiale e i suoi servizi) … Ho capito da lei che era quello il punto di partenza, era quella la serena fiducia in Dio e nei giovani che ne avrebbe liberato le risorse, che avrebbe impedito agli adulti di tarparne le ali, inchiodandogliele ai nostri ricordi, alle nostre faticosamente acquisite certezze, ai nostri sacrifici e alla nostra dedizione.

Quando il vescovo Massimo ci richiama all’ekpectasis, quella spiritualità della tensione in avanti che S.Gregorio di Nissa ha così bene definito, io penso a Vittoria.

Lucia Musi

Giuliana Iotti Micucci

Vittoria è stata per me una amica più grande, un pilastro della costruzione che si stava man mano costruendo insieme.. Sempre serena, premurosa, pronta a girare in positivo e ad alleggerire situazioni di una seppur minima tensione, accogliente, pronta ad ascoltare ognuno, a mettere all'ultimo posto il parlare di sè.

Ci siamo incontrate l'ultima volta domenica 4 febbraio dopo la Santa Messa sul piazzale della chiesa a S. Ilario. Ho salutato Vittoria e lei ancor prima che potessi chiederle come stava mi raccomandò ripetutamente di portare i suoi saluti alla Marta veramente con tutto il cuore, che avrebbe voluto andarla a trovare ma, disse, "messa così veramente non ci riesco... Siamo venuti a casa ormai il nostro posto è qui. Le forze calano andrò in settimana a sentire uno specialista cioè andrò a sentire di che morte devo morire", con un sorriso che celava meno delle altre volte la sua ironia. Era veramente consapevole della sua precarietà ma tanto serena e fiduciosa nel dare ogni giorno il massimo di se stessa, della sua vocazione per amore del Signore nello stile di vita trasmessoci da don Pietro.

Al funerale un conoscente mi ha detto:

"E' stata una gran brava maestra. Sempre molto rispettosa. Avevo il figlio da lei. Io ho fatto il rappresentante di classe per più anni e sempre veramente rispettosa di chi la pensa diversamente.

La nostra famiglia le è veramente grata per tante cose."

Un caro abbraccio

Giuliana Iotti Micucci

Tina Gelosini

Una profonda amicizia mi legava a Vittoria. Era stata una mia delegata e ricordo ancora le sue adunanze sempre chiare, concrete, decise ma stemperate da una battuta che suscitava il sorriso e faceva accettare l'idea che ci era stata trasmessa.

Quando l'amicizia che mi legava a Walter cominciò a diventare una cosa seria, Franco e Vittoria furono i primi ad invitarci a cena. Fu una serata molto piacevole, interrotta via via dal piccolo Luca che sfogliando un libro illustrato poneva domande e non si accontentava di vaghe risposte. Ciò che mi ha sempre colpito in Vittoria era la sua estrema cordialità verso tutti, il suo interesse per gli altri, comunque la pensassero, il suo non serbar rancore, l'ironia anche verso se stessa.

Per anni abbiamo seguito insieme una famiglia in gravi difficoltà non solo economiche e questo ha cementato il nostro rapporto di amicizia e sviluppato la nostra fantasia nel trovare soluzioni a problemi sempre più intricati.

In una delle nostre ultime passeggiate Vittoria mi aprì il cuore, era preoccupata per la sua salute, ma aveva preso una decisione, quella di mettersi nelle mani di Dio, di lasciarlo fare, di fidarsi completamente: "deciderà Lui il mio futuro" mi disse.

E' stata una roccia di fede e di speranza, esempio e forza per tutti noi, gioia e gratitudine per averla conosciuta.

Tina Gelosini

Federica e Luigi Gonzaga

Carissimo Don Luca,

la morte della tua mamma mi ha colpito molto, come la morte della mamma di Don Giuseppe.

Vittoria, una mamma dolce una mamma che ha guidato la sua famiglia.

Tutte le volte che la incontravo (non sono state tante ma hanno impresso nel cuore il suo stile) mi accoglieva con il suo sguardo pieno d'amore, un sorriso di accoglienza, un atteggiamento di mamma anche nei miei confronti e di Luigi.

Queste mamme sono una eredità di stile per noi più giovani.

Ringrazio d'aver incrociato il suo sguardo e aver gustato quegli sguardi e quella dolcezza.

A tutti voi della famiglia vi siamo vicini nella preghiera.

Invochiamo il Signore di consolare il vostro cuore in un arrivederci.

Con stima

Federica e Luigi Gonzaga

Veronica Bettati

La Vittoria è stata 1 maestra eccezionale, in quegli anni per me così bui è stata una presenza fondamentale, il suo affetto e la sua dolcezza mi hanno aiutata a credere in me stessa e ad avere la forza per superare le difficoltà. Sono certa che mi ha sempre voluto bene. Rimarrà sempre nel mio cuore.

Veronica Bettati

Licia Chiaramida in Trapani

Sono Licia Chiaramida in Trapani, desidero scrivere la mia piccola testimonianza di carità sulla carissima Vittoria.

Vittoria è stata una delle prime persone che nostro Signore ci ha fatto conoscere a S. Ilario. Con mio marito e i bimbi ci eravamo da poco trasferiti a S.Ilario, era il mese di maggio e dietro consiglio di don Gianni ero andata in via San Giovanni Bosco a recitare il Rosario con Danilo, mio figlio, che aveva cinque anni. Finito il Rosario stavo andando a casa, ma una signora - come per caso - mi ferma: parliamo del più e del meno e mi accompagna a casa!!! Ero rimasta sbalordita che qualcuno si interessarsi a me; oltre alla Vittoria c’erano tante altre signore ma è stata Lei a offrirmi la sua amicizia.

Dopo sono susseguiti inviti e grazie alla carità fervida di Vittoria avevo avuto un incontro con don Pietro. Ci tenevo moltissimo a scrivere queste righe perché la carità che ho conosciuto in Vittoria è stata fervida, eccellente e infinita; il suo modo di porsi era come se ci fossimo conosciute da sempre.

Magari quello che ho detto non ha importanza per chi leggerà questo scritto; per me ne ha tanta.

Grazie Vittoria!