Le TIC, Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione o ICT, dall’inglese Information and Communications Technology, comprendono i processi e gli strumenti tecnologici che permettono di produrre e migliorare le conoscenze e gli strumenti di apprendimento.
L’UNESCO riconosce le TIC come uno strumento fondamentale per la costruzione di società della conoscenza e come un meccanismo che, a livello di istruzione scolastica, possa permettere di ripensare e ridisegnare i sistemi e i processi educativi, portando così alla qualità dell’educazione per tutti.
Anche l’Europa considera l’uso delle TIC nell’istruzione scolastica un elemento chiave per migliorare la qualità del livello educativo. Il Parlamento Europeo, nel dicembre del 2006, ha emanato una prima Raccomandazione (aggiornata nel 2018) relativa alle "competenze chiave per l'apprendimento permanente", ritenute necessarie per far fronte alle continue sfide di una società globalizzata, in rapido mutamento e caratterizzata da forti interconnessioni. Tra le competenze chiave risultano essere fondamentali le competenze digitali che possono essere sviluppate tramite l’utilizzo delle TIC, così come previsto dal Piano Nazionale Scuola Digitale.
Negli ultimi venti anni sono state formulate numerose teorie sulla mente umana, sulla sua interazione con le nuove tecnologie e su come queste influenzano l’apprendimento e l’insegnamento. Le TIC sono diventate sempre più strumenti del sapere in una didattica innovativa e digitale. La presenza delle tecnologie è in grado di modificare l’ambiente di apprendimento e di potenziare l’attività che in esso si svolge. L’insegnante fa da guida e da riferimento per gli allievi che diventano protagonisti attivi del loro processo di apprendimento e progressivamente acquisiscono autonomia.
La lezione frontale tradizionale, in cui l’insegnante parla e lo studente ascolta e prende appunti, oggi è affiancata da modalità innovative che favoriscono i diversi stili di apprendimento degli studenti, realizzando una didattica inclusiva che consenta a tutti e a ciascuno di raggiungere il successo formativo. Si tratta, dunque, di un nuovo modo di fare didattica che produce cambiamento e innovazione. Ne deriva una modalità più vivace e partecipativa, capace di mantenere vivi l’attenzione e l’interesse in tutte le discipline.
La scuola ha, dunque, il compito di mettere in campo tutti gli strumenti disponibili per facilitare la partecipazione attiva degli studenti alla vita scolastica; a tal fine le nuove tecnologie costituiscono un valido strumento per favorire questo processo. L’uso delle nuove tecnologie e dell’informatica rientra fra le strategie didattiche inclusive e può avere un ruolo ancora più determinante nel caso di studenti con Bisogni Educativi Speciali (BES), poiché permette di implementare le strategie di sostituzione utili all’adattamento degli obiettivi didattici. In molti di questi casi, l’apprendimento è reso possibile dalla sostituzione dei vari componenti di input e di azione. Tradurre l’input in un altro codice o linguaggio o proporre nuove e diverse modalità per effettuare l’azione, garantisce l’accessibilità del soggetto alle informazioni e alla loro elaborazione in forme per lui più semplici ed efficaci.
Bibliografia & sitografia
Ianes, D. (2006). La speciale normalità: strategie di integrazione e inclusione per le disabilità ei bisogni educativi speciali. Edizioni Erickson.
https://www.savethechildren.it/blog-notizie/didattica-inclusiva-tecnologie-supporto-di-bes-e-dsa
https://it.pearson.com/aree-disciplinari/italiano/didattica-digitale/processo-apprendimento-tic.html
https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/PDF/?uri=CELEX:32018H0604(01)
https://www.miur.gov.it/scuola-digitale
https://www.miur.gov.it/bisogni-educativi-speciali