Sergio Marino
Tiratore scelto
Grande Guerra 1915-1918
Grande Guerra 1915-1918
Disteso
Tra sacchi di sabbia grigio-cenere
Tuta mimetica
Invisibile
Pupilla in asse con griglia in croce
Millimetrata del diottro.
Precisione assoluta
Dito della mano destra lieve
Il soldato accarezzò il grilletto.
Quindici secondi senza respiro
Corpo in posizione passiva
Individuato bersaglio
Ridotto al diametro di una moneta.
La valle spettrale di Caporetto dominata dal Monte Kern
Colline di carbone spento e nero asfalto
Paesaggio spoglio
L’alpino girò la testa
Sbattendo le ciglia nella curva convessa
Della lente oculare
Nel chiasma vi erano
Figure capovolte
Tensione all’apice
Odore di morte.
Nessuna foglia verde
né aghi di pino
si riflettevano
tra le calme e chiare acque dell’Isonzo.
Cresceva una vita laggiù --nel lago sloveno di Most-na Soci-
Metamorfosi incompleta
Una larva galleggiava
L’embrione oviparo
Respirava l’ultimo ossigeno rimasto
Si muoveva a scatti
Con ritmi danzanti
in un codice miniato.
Le zampette scossero
linee curve verso il cielo
Flora batterica
metabolizzata
Ali adulte vibranti
Leggera la libellula
sul mirino dell’arma
si posò.
Scherzosa ed invitante
Attrasse il tiratore
La sua figura seducente
gli fu fatale
Con il dito spostò
L’elmetto di latta ocre scuro
Il viso
Di sei centimetri
Si alzò.
Il nemico sparò
come una cicca per errore accesa
nel buio di una trincea.
Le palpebre dell’alpino
Si abbassarono
Lentamente le sue dita
E il palmo della mano levarono la presa
La canna si spostò
La libellula fuggì.
Il settimo giorno
Giacque senza vita
nelle gelide acque del lago.
Il Monte Nero
non fu mai pandoro innocente
tra nuvole e neve di zucchero filato.
Nessuno questa storia
Mai saprà.
Con fievole dolcezza
La mano di Dio
Poi si distese
Accogliendo
Il soldato e la libellula
In un’anima sola
in viaggio verso
Saturno ed i suoi pianeti
Diamantati al carbonio .
Da sempre
Dio inesorabile
Interviene con la sua possenza.
Con forza incommensurabile
San Michele schiacciò
La testa del male
Ma il suo corpo non morì.
Le sfilacciate fibre
Si muovono ancora
E si avviano verso uno stadio
per onorare
su di uno schermo gigante
l’American Sniper.
Intravvedo una colomba
Nei graffiti di Banksy a Brighton
Le piume candide
Un ramo d’ulivo nel becco
Addosso il giubbotto antiproiettile
La croce isometrica del franco tiratore
Nel petto.
Dio oggi ci fa un dono:
L’anima dell’alpino discende sulla terra
Si bagna i piedi nell’acqua
Osserva la propria figura deviata
in un’abbagliante luce riflessa.
Tra linee curve ed ondeggianti
scorge, sorpreso
La divisa del
suo ex-nemico.
Tenta di accarezzarlo
e di stringergli la mano.
Suonano a festa
Le campane del Lago di S. Lucia.
Le margherite emergono sparse.
Nel chiaro verde vescica e blu ceruleo
del prato
L’alpino si distende
Fra un intenso profumo di menta.
“War is over
Hail you, God of love
Lord of Freedom
Come to us”.