Ci sono persone semplici che Sergio incontra nel suo percorso esistenziale, con le quali riesce ad intrattenere conversazioni spesso surreali. Abbiamo condiviso e vissuto insieme avventure nei laghi e nelle selvagge foreste slovene. Certe immagini compaiono anche nei suoi quadri: il loro sguardo dolce e durissimo sulla realtà resta fuori campo, come sospeso. Rimangono sulla tela le loro ombre, come se da poco se ne fossero andate da un'altra parte, e da lì ci tenessero legati con un filo dorato e segreto. Spesso a quell'ora una nebbia densa e lieve copriva l'acqua del lago e lo avvolgeva nell'ovatta di un sogno, ed esaltava la nostra sensazione di essere alla partenza di un viaggio fantastico, di una favolosa impresa. Nell'istante, poi, in cui la barca si staccava dalla riva, nell'aria umida della mattina eravamo nella valle dell'Isonzo; quindi, tutta la gamma degli azzurri e dei verdi acquei, espressi con pennellate grasse: l'anima, il sentire che si fanno immagini, luce, colori. Il paesaggio, la natura, sono un soggetto importante per Sergio, soprattutto se inseriti nella vita delle persone.
(Dott. Ferruccio Marin- Vittorio Veneto)
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Nei quadri di Marino ho notato una grande attenzione e passione nel rappresentare le emozioni suscitate dai paesaggi da lui più conosciuti; questo dimostra una sensibilità non così diffusa. Inoltre, egli usa una discreta tavolozza di colori, rispettando la pulizia degli stessi. Auguro quindi che Marino continui a lavorare in questa direzione, lasciandosi trasportare da ciò che vede e non preoccupandosi del giudizio degli altri.
(Giancarlo Scottà- ex Sindaco Vittorio Veneto)
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Marino Sergio è uno dei pochi artisti destinati a raggiungere la vetta, quel luogo cioè da cui Dio può solo discendere per avvicinarsi all'uomo. I paesaggi di Marino Sergio rivelano originalità di colori e profondità di sentimenti in un'atmosfera di tregenda. La pittura di Sergio Marino è solare, infonde cioè luce e calore.
(Avv. Ferdinando Biondi)
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Da una vita mi lega a Sergio Marino una profonda amicizia. Ci uniscono concetti e pensieri comuni che condividiamo insieme a una reciproca stima e passione per l'ARTE. L'amicizia è uno di quei sentimenti che sopravvivono al di fuori e al di sopra di ogni aspetto negativo del quale ognuno di noi è compartecipe visto che la perfezione non esiste secondo i canoni del comune sentire. Parlare di Sergio Marino come artista e pittore non è facile per me anche perché non sono un Critico d'arte, ma posso comunque esprimere il mio pensiero e le mie considerazioni. Ammirando le sue opere che recentemente ha esposte nell' Androne del suo bel palazzo quattrocentesco di Serravalle a Vittorio Veneto mi sento di esprimere impressioni ed emozioni come collega pittore piuttosto che come critico. A mio modo di vedere la pittura di Sergio la si può inquadrare nel periodo "impressionista e post impressionista" dove si andava alla scoperta del paesaggio in "plein air", dove gli artisti, ribelli alle convenzioni, rivolgevano il loro interesse al colore e all'emozione, al contatto con la natura, dove la prevalenza della soggettività e delle loro emozioni interiori, palesi ed esplicite davano il meglio di se ed erano precursori della ricerca successiva di quel periodo. In questo contesto la ricerca interiore di Sergio Marino ben si esprime e si esterna in questi suoi quadri. Quale miglior richiamo ai grandi maestri come C.Monet e Manet, G. Courbet, Van Go ecc. Lo si può vedere nelle sue opere (vedi quadro 25- 10 e 19), e nel contempo sviluppare nuovi concetti più attuali nel cammino verso il post impressionismo fino alt' astrattismo poetico fatto di pure emozioni. Questo è quanto Sergio Marino riesce a dare con grande maestria (quadro 12). Sergio Marino davanti a un paesaggio o a una composizione non si limita alla pura rappresentazione, ma indaga e approfondisce e riesce a trasmettere con la sua sensibilità quella poesia non comune dove l'equilibrio tra forma e colore danno l'opera compiuta. Contemplare i quadri di Sergio Marino non ci si stanca mai e sempre si scopre al loro interno nuove vibrazioni insieme all'apprezzamento di un'abilità tecnica personale . Al di là di tutto questo mi affascina molto lo studio teorico pratico sulla Optometria in relazione alla espressività visiva delle opere di grandi maestri del passato... El Greco — Van Go — Giacometti....dove si potrebbe ricercare una evidente correlazione al loro modo di esprimersi inerente alla loro vista inteso come positiva alterazione optometrica. Sergio non è un grande produttore di opere perché punta sempre ad approfondire e ben calibrare sia l'aspetto estetico, tecnico che poetico e ogni sua opera è sempre un punto d'arrivo. Le sue opere si spalmano in un buon arco di percorso di vita viaggiando parallelamente all'evoluzione della sua sensibilità e maturità. Il suo sogno di dedicare più tempo all'arte sarà punto di arrivo e pienezza di vita.
(Sante Pizzol - Artista vetraio a livello internazionale)
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Sergio Marino è innamorato del "reale", dall'attimo rivelativo, in cui emerge quella luce, in cui si accende quella vibrazione cromatica; ma l'attimo non è scindibile dal vissuto. Il sentimento dei luoghi e delle cose lo costringono a una accurata selezione del soggetto; ed ecco emergere il paesaggio sloveno, la laguna di Venezia, lo scorcio sul Sile, l'evocazione di una Serravalle ingoiata dal tempo. E talora il sentimento, che è memoria e fisicità, ha il sopravvento sull'investigazione "scientifica": allora l'acqua si anima, il tronco d'albero diventa un groviglio psichico, la luce di Burano disegna figure immaginate. Sulla percezione ha la meglio l'emergenza simbolica, che impone automatismi incontrollabili, che sono poi le libertà del pittore, i segni distintivi del suo ego e del suo inconscio, la cifra del suo operare. Libertà, va detto, che danno in Sergio Marino esiti incisivi e felici. E tuttavia Sergio Marino vive con trepidazione, talora con ansia questo emergere di stati d'animo, che dialogano incessantemente con l'intenzione razionale del suo procedere. Ciò dipende dalla sensibilità di un uomo che vive la pittura come una necessità primaria; è questa necessità che fa di Sergio Marino un autentico pittore.
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Del binomio natura-cultura Sergio Marino sembra intrattenersi soprattutto con la prima. Non che egli disdegni precisi riferimenti storico-culturali, stili o scuole artistici, ma è la natura e il suo specchio-sintesi visiva del paesaggio il campo di azione e meditazione del pittore vittoriese. Intanto esiste una stretta relazione tra il pittore e la sua prevalente professione di ottico e di optometrico. Conoscitore della teoria dei colori è attraverso essi che dà vita alle forme moderniste dei suoi paesaggi, prevalentemente veneti e sloveni. Tra le inevitabili influenze artistiche Marino si misura da una parte con le stagioni dell'impressionismo e del postimpressionismo, dall'altra non trascura una frequentazione affettuosa delle scuole otto-novecentesce italiane, con una vocazione che stinge verso un certo astrattismo e la lezione di Morandi paesaggista. La preferenza verso le tonalità del rosa, del lillà e del celeste fanno pensare a un vitalismo psicologizzante nel trattamento della natura e a un rapporto intimo e colloquiale con la stessa. Parte da qui, da questo dinamismo dell'inconscio e del relativo lirismo, una vena parasurrealista di alcuni, pochi, quadri, non completamente sviluppata, e che forse attende ulteriori studi e prove.
(Prof. Paolo Spedicato - Docente Università S. Paolo Brasile)
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L'EMOZIONE CROMATICA NELLE OPERE DI SEGIO MARINO
Paesaggi velati immersi in una atmosfera scarna e semplice, petali vaporosi sospesi su una luce vibratile, immagini inquiete e inquietanti nate da simbolismi di sogno. attesa di mistero. Linee curve, inclinate, fluenti, congiunte si abbracciano, si mescolano a verdi svarianti, rossi incupiti, gialli densi, viola profondi in aloni cangianti, quasi rarefatti. Le opere di Sergio Marino sono un magma di colori e valori che scandiscono un ritmo interno, spirituale, vitale, un continuo dialogo inquieto e nello stesso tempo semplice. Persona e personaggio insieme, Marino non ama parlare di sé, lo fa attraverso i suoi quadri con un linguaggio diretto, naturale colmo però di atmosfere incantate che trapelano dalle trasparenti armonie cromatiche fissate nei cortili, nei cieli silenziosi, nel livido intonaco delle date slovene, nella frizzante festosità parigina, nello scorrimento lento del Vipava. Su ogni tela ci sono riflessioni, pensieri, tracce di racconti, figure, fantasie e sogni, metafore e passioni in un'emozione espressiva che solo l'autore stesso comprende perché parte del suo essere, del suo coinvolgimento visivo e spirituale ma Sergio Marino nelle variazioni tecniche per origine e materia delle sue opere offre a chi le osserva una chiave di lettura che abolisce la distanza tra il suo 'io" e la forma: la libertà dell'immaginazione che intreccia il vissuto della persona con la sua sensibilità e il suo senso estetico.
( Paola Alessandra Vacalebre )
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