Gehry e il Cheapscape

Cosa è il paesaggio economico teorizzato da Gehry?

Con il termine ‘cheapscape’ s'intende quel paesaggio postindustriale che si riferisce ad una fase post-bellica di una civiltà al limite (crisi). In questo primo periodo della sua carriera l'architetto vede nei rifiuti una possibilità di creazione ed è l'assemblaggio di questi materiali poveri ed industriali che porterà ad una nuova immagine del territorio.

Il risultato estetico che assembla materiali diversi quasi in maniera casuale, sottende una percezione quasi rivelatoria della società consumistica che accumula compulsivamente e si trova travolta dal suo stesso operare.

In quest’ottica si rompe il paesaggio, si crepano i fronti, si inseriscono volumi che creano fenditure al paesaggio dell’immaginario americano. Gehry ferma il percorso, inserisce slarghi, visuali, soste: quasi un museo di vecchi oggetti, un accumulo di scarti, una invito a fermarsi non solo spaziale, ma concettuale. Cataste di legno, poltrone di cartone, lamierini, reti da pollaio, frammenti, riusi, interpretazioni, rivestimenti. 


Il cheapscape non è più soltanto una metafora socio-economica, ma una poetica architettonica, una poetica del frammento, della libertà, dell’individualità.

Ghery è nel non-finito, nelle soluzioni discontinue, nel non progettato, nel non-organico, in tutto quello che, a prima vista, risulta disturbo, errore, frammento, spezzato, ancora la crepa, ancora un fiorire di forme che sembra caos.