Città e Tempo

 Dal libro Introduzione alla Rivoluzione Informatica in Architettura 

Antonino Saggio, 2007.


Singapore, Repubblica di Singapore

Shenzhen, Cina.

Abu Dhabi, Emirati Arabi Uniti.



Città e il tempo;


Dobbiamo riflettere sul ruolo dell’informazione nelle città contemporanea, l’informatica in particolare ha contribuito a determinare il nostro quadro di riferimento entro cui si possono collocare nuovi scenari di intervento.

Una nuova fase della ricerca architettonica e urbanistica non può prescindere dal capire come l’era dell’informazione influenzato il nostro ambito di studio. Oggi possiamo contemporaneamente lavorare in ogni luogo, passarci del tempo libero: produrre e consumare coesistono. Il modello di città che ne deriva è nuovo




Atteggiamento zoning legato alla catena di montaggio:

 

L’architettura del passato voleva essere essa stessa costruzione del tempo. L’idea di città del funzionalismo era implicitamente legata al concetto della catena di montaggio, in cui vige il prima e dopo; causa- effetto.

Questo implica nell’idea della progettazione uno spazio ben definito e scandito in tutte le sue funzioni. Lo zoning, come ben si sa, era il principio attraverso il quale lo spazio e il tempo venivano concepiti, organizzati, regolati ciascuna zona era organizzata attraverso specifici standard




Atteggiamento Anti-zoning delle città attuali:


Nella città attuale ci si scaglia contro la mono-funzionalità degli spazi con un atteggiamento anti-zoning. Questo atteggiamento in architettura si può definire con il termine mixitè dunque i nuovi progetti tendono ad aderire ad usi diversi con un’idea dinamica dell’abitare in cui c’è la compresenza delle varie funzioni che interagiscono fra loro.

Al giorno d’oggi alla città tradizionale degli anni ‘70 percepita con la tecnica della separazione in fasi e aree si contrappone una città dell’informazione basata sui processi opposti: le reti diffondono, personalizzano, combinano e imboccano processi complessi, stratificati, ibridi di vita. È come se avvenisse la digitalizzazione della realtà. La presenza stessa dell’era dell’informazione ha contribuito al cambiamento del modello di produzione (la robotizzazione, il decentramento delle produzioni pesanti e inquinanti) questo ha anche influenzato la progettazione della natura e le regole formative del paesaggio urbano, il progettista deve ricostruire la natura dove essa manca. (Rebuilding nature)





Dalla concezione degli anni 70 del 900 a quella odierna:


La concezione degli anni 70 del 900 per quanto riguarda la sfera ecologica e ambientale era quella di dominio della natura, tipica del modello industriale di sviluppo. Negli ultimi anni è nata una coscienza ambientale con edifici intelligenti che sfruttano consapevolmente le risorse energetiche.

L’informatica è un mezzo grazie al quale l’uomo può servirsi per creare ambienti sensibili. Si afferma la concezione di un rapporto integrato tra natura e architettura nella nuova visione di città: il paesaggio ha un ruolo non soltanto tecnologico ed economico ma anche sociale e formativo. 

Il paesaggio è un vero e proprio campo di mediazione fra il soggetto e la collettività.  Il paesaggio informatico è in stretto rapporto con i metodi di indagine e vede nel termine “complessità” una sorta di parola chiave. Gli strumenti matematici- tecnologici sono utilizzati per indagare la complessità e a partire da questi modelli di simulazione si creano progetti che ne acquisiscono le ragioni e le dinamiche.